Notizie Obbligazioni Spread ai minimi da Draghi premier, oggi verdetto agenzie rating su Italia. View sui Btp da qui a fine 2024

Spread ai minimi da Draghi premier, oggi verdetto agenzie rating su Italia. View sui Btp da qui a fine 2024

18 Ottobre 2024 10:19

Era inizio novembre del 2021 e a Palazzo Chigi c’era Mario Draghi. Lo spread Btp torna indietro di circa tre anni portandosi sotto la soglia dei 120 punti base e più di un analista lo vede incamminato per scendere ancora nelle prossime settimane. Una possibile sponda potrebbe arrivare già stasera con S&P e Fitch che si esprimeranno sul rating dell’Italia.

Spread Btp-Bund mai così basso dai tempi di Draghi

Ieri lo spread tra Btp a 10 anni e Bund di pari durata è sceso al minimo da tre anni sotto i 120 punti base. Un traguardo impensabile fino a poco tempo fa. Esattamente un anno fa viaggiava a 210 punti base, con un trend ascendente in corrispondenza proprio con il periodo caldo dell’approvazione della manovra e addirittura due anni fa, sempre a ottobre con il governo Meloni in fase di insediamento era più del doppio rispetto ai livelli attuali in area 250 punti base.

Dalla vittoria della Meloni alle elezioni nel settembre 2022, lo spread italiano è sceso di circa il 46%. Di contro, lo spread francese è in aumento del 28% riflettendo le incertezze politiche e di bilancio.

Non solo Bce, tre fattori scatenano i buy sui Btp

Dietro al ridimensionarsi delle tensioni sui Btp c’è un mix di fattori che negli ultimi giorni e in particolare ieri si sono addensati contemporaneamente a favore del debito tricolore.

In ordine cronologico la giornata di ieri è iniziata con il dato sull’inflazione dell’eurozona, scesa dal 2,2% di agosto all’1,7% di settembre, ma l’Eurostat ha corretto al ribasso le stime preliminari diffuse a inizio mese. Una correzione dello 0,1 per cento che ha fatto pensare al mercato che la porta per altri tagli dei tassi era più che aperta.

A metà giornata poi è arrivata la tanto attesa riunione della Bce, che, come da copione, ha tagliato i tassi di 25 punti base, terzo taglio nel giro di pochi mesi.

La numero uno delle Bce, Christine Lagarde, non si è sbottonata sul futuro percorso di taglio dei tassi ribadendo che le decisioni restano “dipendenti dai dati”. A ben vedere il linguaggio della Bce è apparso decisamente più dovish. Il release stesso che ha accompagnato il taglio di ieri parla di “progresso disinflattivo ben avviato”, lasciando capire che l’inflazione è sempre più sotto controllo e quindi c’è spazio per ulteriori tagli. Se prima si prevedeva un’inflazione al target del 2% nella seconda parte del 2025, ora si indica “nel corso del 2025”, ossia potrebbe avvenire un po’ prima.

Tra gli analisti prevale l’attesa di un ulteriore taglio già a dicembre e entro la fine del 2025 i tassi dovrebbero scendere in area 2% rispetto al 3,25% attuale.

Guardando al futuro, sembra che la Bce non abbia ancora deciso cosa fare. “Con l’attuale slancio negativo dell’economia dell’eurozona, tuttavia, vediamo una traiettoria più debole di quella prevista dalla Bce. Se abbiamo ragione, ciò significa che la Bce continuerà a tagliare i tassi”, è il commento di Carsten Brzeski, Global Head of Macro di Ing, che aggiunge: “Anche se Christine Lagarde e il suo team evitano di fornire una forward guidance, pare che la Banca sia passata da tagli dei tassi legati a nuove proiezioni macro ogni trimestre a considerarli a ogni riunione. Sembra che l’obiettivo sia quello di riportare i tassi di interesse a livelli neutrali il più rapidamente possibile”.

Tassi giù, cosa cambia per i Btp

Più tagli dei tassi che si traducono in una sponda al rally dei titoli di Stato anche se ieri i movimenti sono stati minimi probabilmente in quanto il taglio è già ampiamente atteso. A ben vedere i rendimenti di Bund e Oat sono addirittura leggermente saliti e solo il rendimento del Btp decennale è rimasto fermo al 3,41%; motivo per cui lo spread tra Italia e Germania è riuscito a ridimensionarsi ai minimi a tre anni.

Paolo Barbieri, portfolio manager di Valori Asset Management, scrive sul Corriere che il rendimento dei Btp, potrebbe scendere ulteriormente in area 3,30% entro la fine del 2024 e quello del Bund diminuire dal 2,20% al 2-2,05%.

Rating day, sorprese in arrivo da S&P e Fitch?

C’è infine il fattore conti pubblici e agenzie di rating. Il governo Meloni si sta dimostrando ligio al rigore di bilancio e anche il nuovo piano strutturale di bilancio (Psb) va nella direzione di un rientro abbastanza veloce del deficit sotto l’asticella del 3% già nel 2026. A questo si aggiunge la stabilità politica che per i mercati ha un valore concreto e lo si può vedere con i problemi che sta comportando alla Francia la presenza di uno scenario di incertezza.

Stasera arriverà S&P che Fitch indicano attualmente rating BBB con outlook stabile per l’Italia. Il giudizio delle due agenzie di rating per di più arriverà all’indomani della Bce. Difficile ipotizzare una promozione, ma altrettanto improbabile che le agenzie di rating non sottolineino gli sforzi di risanamento dei conti che sta profondendo l’Italia. Tra gli operatori di mercato non ci sono attese particolari, ma c’è chi non esclude una revisione al rialzo degli outlook da parte parte delle agenzie di rating.

Settimana scorsa, gli esperti di Citi hanno messo nero su bianco alcuni punti di forza dell’Italia in questo momento rispetto alla vicina Francia, anche guardando al pil italiano che negli ultimi anni ha avuto un percorso migliore accompagnato da una forte crescita dei livelli occupazionali che porta in dote delle entrate in rapporto al Pil sono strutturalmente più alte rispetto al passato.

In aggiunta, spiega Citi, i Btp stanno beneficiando del fatto che sono una valida alternativa a livello di offerta e liquidità rispetto agli Oat francesi senza presentare preoccupazioni politiche e fiscali immediate.
Citi, che non esclude una promozione del merito di credito italiano da parte di S&P sull’Italia, indica il rendimento dei Btp scendere fino al 3,1% entro il primo trimestre del 2025.