Buy Btp prima di Bce e rating day. Citi mette a confronto Italia e Francia, ecco chi vince

Btp sotto i riflettori in attesa di S&P e Fitch. Tra poco più di una settimana, il 18 ottobre, le due agenzie di rating comunicheranno l’aggiornamento sul rating sovrano dell’Italia e non sono da escludersi delle novità positive. Il giorno prima ci sarà anche la Bce, che con un taglio dei tassi potrebbe offrire una sponda ulteriore al rally dei Btp. E gli analisti di Citi in questi giorni hanno sottolineato proprio come l’appeal dei titoli di Stato italiani appare destinato a crescere.
Prima la Bce, poi S&P e Fitch. Buy opportunity sui Btp?
Il Belpaese non appare più sotto stress a livello di conti pubblici e anche il nuovo piano strutturale di bilancio (psb) va nella direzione di un rientro abbastanza veloce del deficit sotto l’asticella del 3%. Sia S&P che Fitch indicano attualmente rating BBB con outlook stabile per l’Italia. Il giudizio delle due agenzie di rating perdipiù arriverà all’indomani della Bce, che con ogni probabilità apporterà un ulteriore taglio dei tassi. Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia e membro del comitato direttivo Bce, ieri è stato molto esplicito: un nuovo taglio è “molto probabile e non sarà l’ultimo”. “Il ritmo dipenderà da come evolverà la lotta all’inflazione”, ha aggiunto. Anche la Germania per bocca del presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, ha aperto nei giorni scorsi a un nuovo taglio. Berlino che proprio ieri ha rivisto le proprie stime di crescita e indica anche quest’anno una recessione (-0,2% del Pil rispetto al +0,3% stimato in precedenza).
Discesa dei tassi che ha contribuito nell’ultimo anno ad abbassare notevolmente i tassi dei Btp su tutto l’arco della curva. Il decennale italiano adesso rende il 3,57% rispetto al picco di quasi il 5% toccato a inizio ottobre del 2023. Una discesa verticale di oltre 140 punti base, più che doppia rispetto ai 60 pb di calo del rendimento del Bund tedesco nello stesso arco di tempo. Conseguenza di ciò è il corrispondente restringimento dello spread Btp Bund che viaggia in area 130 pb.
Il Btp ha ancora fiato per correre?
Giada Giani, economista di Citi, ha messo nero su bianco alcuni punti di forza dell’Italia in questo momento rispetto alla vicina Francia, alle prese con una situazione di instabilità politica. Il pil italiano negli ultimi hanno ha avuto un percorso migliore accompagnato da una forte crescita dei livelli occupazionali che porta in dote delle entrate in rapporto al Pil sono strutturalmente più alte rispetto al passato.
In aggiunta, spiega la Giani, i Btp stanno beneficiando del fatto che sono una valida alternativa a livello di offerta e liquidità rispetto agli Oat francesi senza presentare preoccupazioni politiche e fiscali immediate. Tradotto: l’Italia ha attualmente un governo stabile, la Francia no.
A livello di conti pubblici, sia Italia che Francia sono sotto procedura d’infrazione, ma il governo italiano prevede di chiudere la procedura d’infrazione con l’Unione europea nel giro di due anni contro i cinque dei cugini d’oltralpe.
Citi, che non esclude una promozione del merito di credito italiano da parte di S&P, indica il rendimento dei Btp scendere fino al 3,1% entro il primo trimestre del 2025.
Anche Saxo preferisce i Btp agli Oat
A guardare con favore ai Btp rispetto agli Oat francesi è anche Althea Spinozzi, head of fixed income strategy di Saxo. “In uno scenario di atterraggio morbido, in cui la crescita economica rallenta senza una recessione completa, i Btp italiani forniscono un cuscinetto contro le sorprese macroeconomiche e di politica monetaria. Il loro rendimento più elevato offre protezione, rendendoli un’opzione più attraente rispetto agli OAT francesi”, scriveva la Spinozzi lo scorso 30 settembre prevedendo un restringimento ulteriore dello spread Italia-Francia e rimarcando anch’essa la stabilità politica attuale a Roma rispetto alle “montagne russe politiche” a Parigi.
Rigore conti pubblici e spread giù, l’Upb quantifica il possibile tesoretto
Nei giorni scorsi il ministro Giorgetti non ha mancato di caldeggiare l’abbassamento dei tassi da parte della Bce. “Francamente di una politica restrittiva non mi pare ci sia bisogno, l’unico risultato sarebbe portarci in recessione come la Germania”, ha affermato il ministro rimarcando che tassi più bassi, che, abbinati alla credibilità sulla finanza pubblica, contribuirebbero ad abbattere lo spread e permetterebbe di abbattere la spesa per interessi “che è la più odiosa”.
L’ufficio parlamentare di bilancio (Upb) a inizio settimana ha rimarcato che un impegno credibile alla diminuzione del rapporto fra debito e PIL può ridurre lo spread sui tassi di interesse dei titoli di Stato italiani. E ipotizzando l’allineamento allo spread sui titoli di Stato spagnoli (riduzione di 60 punti base dei rendimenti italiani a 10 anni) comporterebbe un risparmio cumulato sull’onere del debito superiore a 23 miliardi per il periodo 2025-29″.