Spread in ritirata, Di Maio: ‘problema sparirà quando governo spiegherà manovra’. Conte: ‘basta austerity’
All’indomani dell’ok del CdM alla legge di bilancio, arrivano i nuovi commenti del vicepremier Luigi Di Maio, che parla di spread. In un’intervista a Radio Radicale, Di Maio afferma deciso che, quando il governo avrà avuto modo di spiegare a tutti il contenuto della manovra e le misure messe in campo, “vedrete che quel problema non ci sarà più”.
Intanto, è ufficiale: il Draft Budgetary Plan, inviato dal governo italiano entro la mezzanotte di ieri, 15 ottobre, è stato ricevuto dalla Commissione europea. Il Documento programmatico di bilancio, l’ossatura della manovra, viene pubblicato infatti nel sito della Commissione europea.
Sullo spread, Di Maio ne è convinto: l’impennata è destinata a rivelarsi un “problema temporaneo”.
“Questa situazione dello spread è una situazione temporanea, non è destinata a restare così – precisa – Si pagano quelle cifre se lo spread resta così per sempre. Se comincia a scendere, perché la legge di bilancio sarà spiegata e riconosceranno i nostri livelli di intervento, poi vedrete come quel problema sullo spread non ci sarà più”.
I mercati per ora gli danno ragione, con gli investitori che si posizionano su Piazza Affari e sui bond italiani.
Da Di Maio arrivano parole di apprezzamento anche verso la Germania di Angela Merkel:
“Devo dire che devo apprezzare senz’altro il comportamento della Germania, che come Stato non è assolutamente intervenuto su questa legge di Bilancio, rispettando le prerogative di un altro Stato. Questo è un comportamento di cui dargli atto e che ho trovato anche a Berlino, quando ho incontrato il ministro del Lavoro tedesco”.
“Adesso inizia la fase di interlocuzione con l’Ue – continua il vicepremier pentastellato – spiegheremo tutte le ragioni, ovviamente nei prossimi giorni saremo pronti a spiegare quello che stiamo facendo perché noi ci crediamo“. Ancora: “credo che sia opportuno che tutto il governo si muova e dia una mano al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia”.
Nel Draft Budgetary Plan, vengono indicate le stime macroeconomiche del governo M5S-Lega, che mettono in evidenza per l’anno prossimo uno scostamento di 1,6 punti tra il deficit programmatico fissato al 2,4% nel 2019 rispetto allo 0,8% del programma di stabilità. Il deficit a politiche invariate toccherebbe invece l’1,2% con un divario dello 0,4 punti.
“Il governo italiano intende riprendere il percorso di riduzione del deficit per il pareggio di bilancio dal 2022 in avanti. Se il Pil Reale e la disoccupazione, in termini di unità di lavoro, ritornano a livelli pre-crisi prima del 2021, l’aggiustamento strutturale del Bilancio può essere accelerato”, si legge nel documento.
Parla anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. In un intervento al Senato in vista del Consiglio europeo, il premier mette in evidenza i punti di forza della legge di bilancio, sottolineando soprattutto l’importanza della componente degli investimenti:
“Il governo tutto sta lavorando con consapevolezza e senza sosta all’architrave della manovra che sono gli investimenti, ossia la componente che è mancata maggiormente negli ultimi anni determinando un ritardo nella crescita rispetta alla media Ue”.
afferma il premier, aggiungendo che per rilanciare gli investimenti si lavorerà su “tre fronti: risorse, semplificazione e potenziamento delle competenze del sistema paese”.
Ancora, sul reddito di cittadinanza contenuto nella manovra, Conte sottolinea che “perfino il Fmi ha sostenuto che un paese che ha forti diseguaglianze sociali ed economiche non può essere un paese stabile. Lo stesso Fmi nel 2017 chiedeva all’Italia di dotarsi di uno strumento universale di welfare, e anche in Europa “si parla di reddito minimo collegato all’inserimento nel mondo del lavoro”.
Tra l’altro, “questi anni ci hanno insegnato che profonde diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza non sono solo moralmente inaccettabili ma rischiano di far implodere l’economia di un paese e un paese come il nostro che ha 5 milioni di poveri è un paese che ha un problema“.
Il premier ha precisato anche che il governo considera “l’appartenenza all’Europa parte irrinunciabile del programma di miglioramento della condizione socio-economica dei cittadini italiani ed europei”. Detto questo, “andiamo a Bruxelles con una manovra di cui siamo orgogliosi e su cui avvieremo un dialogo confrontandoci senza pregiudizi, siamo convinti che le politiche di austerity non siano più percorribili”.
Il trend del debito italiano nella sessione odierna è positivo. I tassi scendono tra i 5 e i 14 punti base lungo la curva dei rendimenti, e lo spread con i Bund a 10 anni si restringe fino a 297 punti base.
I mercati guardano con favore alle dichiarazioni proferite dal ministro dell’Economia Giovanni Tria nella conferenza successiva al Consiglio dei ministri che si è tenuto ieri e che ha dato il via libera al decreto fiscale e alla legge di bilancio 2019.
Tria ha affermato che “non vogliamo far saltare in aria l’Europa”, smentendo anche i rumor sulle sue dimissioni. “Non sono portato al masochismo, di subire tutta legge di bilancio e la discussione per dimettermi dopo, smentisco, non avrebbe senso”. E secondo diversi strategist, è proprio l’impegno di Tria a rimanere nell’esecutivo M5S-Lega ad alimentare gli acquisti sugli asset italiani.
Gli acquisti sono tali che i tassi a due anni scendono fino a -14 punti base, al minimo di una settimana, ovvero all’1,60%, mentre i tassi decennali calano fino a -8 punti base al 3,48%.
Lo spread scivola anche sotto quota 300, allontandosi dal record in cinque anni testato la scorsa settimana, attorno a 315 punti base.