Spread, Btp e banche del Ftse Mib: è calma apparente. Stasera resa dei conti su extraprofitti e manovra

Spread Btp Bund sempre più stretto e Piazza Affari nei pressi dei massimi pluriennali. E’ in questa atmosfera di somma quiete con cui ci si avvicina al consiglio dei ministro di stasera che al contrario si preannuncia ad alta tensione. Focus soprattutto sulle banche con possibile tassazione per oltre 3 miliardi di euro.
Spread giù e Piazza Affari in surplace
Lo spread tra Btp e Bund stamattina scende ulteriormente in area 125 punti base, aggiornando i minimi da marzo a cui aveva chiuso alla vigilia. A Piazza Affari invece si muovono contrastate le banche in attesa ci capire che tipo di misure sul settore arriveranno da cdm di stasera.
Il consiglio dei ministri è previsto alle ore 20 e non discuterà solo del documento programmatico di Bilancio (Dpb), da inviare stasera stessa a Bruxelles, ma dell’intera ossatura della manovra da 25 miliardi. Stando alle ultime indiscrezioni il ministro Giorgetti deve ancora trovare le risorse per coprire i 9 miliardi di euro mancanti per far quadrare i conti.
Stasera dpb più manovra con la spina tassazione banche
Il capitolo più spinoso appare quello delle banche. Stando a quanto riporta Il Messaggero, le banche potrebbero essere chiamate a contribuire con circa 3 miliardi di euro tramite attività fiscali differite (Dta) e stock option. Il governo starebbe anche valutando l’applicazione di alcune di queste misure alle società quotate.
Ieri Tesoro e Abi hanno discusso a lungo su come mettere giù la norma, con l’associazione dei bancari che non vuole la dicitura “contribuzione volontaria”. I numeri potrebbero essere di : poco più di 1,4-1,5 miliardi riferiti alle imposte congelate a carico di tutte le banche nel 2025 e 1,3-1,4 miliardi nel 2026. Il governo punterebbe ad arrotondare a 3 miliardi, a cui aggiungere le stock options (150-200 milioni). Il Sole 24 Ore parla di 3-4 miliardi dalle banche in due anni sempre tra Dta e stock options.
Lo scenario più realistico appare quindi quello di un rinvio della deducibiltà delle Dta. Il rinvio sarebbe relativo agli esercizi 2025-26, con il recupero delle Dta che verrebbe dilazionato progressivamente più avanti nel tempo. “Una manovra di questo tipo avrebbe principalmente l’effetto di una minore generazione di capitale da parte delle banche a seguito dell’utilizzo di un minore stock di Dta in compensazione dei redditi generati. Non ci aspettiamo impatti particolarmente rilevanti sul settore”, rimarcano stamattina gli analisti di Equita.
La bozza del ministro Giorgetti punterebbe anche a 4 miliardi di euro dalle aziende modificando alcune soglie fiscali ed eliminando alcune detrazioni fiscali.
Lo scoglio Forza Italia
Il governo Meloni sta cercando di attenersi agli impegni verso l’Unione Europea per sistemare le sue finanze pubbliche – con il psb presentato da Giorgetti che punta a un deficit sotto il 3% già nel 2026 – mantenendo comunque le generose promesse elettorali soprattutto in termini di taglio delle tasse.
Tra gli ostacoli più grossi c’è l’altolà di Forza Italia a nuove tasse e all’eventualità di tassare gli extraprofitti delle banche. “Non ci saranno tasse sulle banche, si troverà un accordo con gli istituti affinché possano aiutare lo Stato in questo momento particolare. Ma nessuna visione punitiva, nessuna tassa sugli extraprofitti. Fra l’altro non so cosa sia un extraprofitto: è una cosa da regimi stabilire cosa sia extra e cosa no», ha ribadito il leader di Forza Italia e ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo che domenica aveva parlato di misure stile Unione Sovietica.
Tajani spinge quindi per una sorta di contributo di solidarietà da parte degli istituti di credito.
Giovedì Bce e poi rating day del 18
Per l’Italia è una settimana clou con giovedì la Bce, con Giorgetti che confida in nuovi tagli dei tassi in modo da evitare una recessione stile Germania, e il giorno successivo (18 ottobre) il doppio appuntamento con S&P e Fitch che si esprimeranno sull’Italia (indicano attualmente rating BBB con outlook stabile).