Spread a 300, bond italiani da evitare? Macchè: UBS Wealth Management indica BTP su cui puntare
Bond italiani da evitare come la peste? Non proprio, tutt’altro, stando ad almeno ad alcuni nomi ben noti nel mondo dell’alta finanza. Mark Haefele, responsabile degli investimenti di UBS Wealth Management, afferma per esempio in un’intervista a Business Insider che questo è il momento giusto per posizionarsi sul debito italiano.
Si tratta di un consiglio contrarian, che Haefele, che lavora presso la divisione di gestione patrimoniale di UBS che gestisce $2,4 trilioni, non ha difficoltà ad annunciare:
“Stiamo aprendo una posizione overweight sui bond governativi italiani con scadenza a due anni, contro cash. Il recente sell off presenta ai potenziali investitori una opportunità appetibile“.
Questo, a dispetto di un downgrade sul rating che viene dato quasi per scontato, e in un contesto in cui l’Italia è formalmente entrata in rotta di collisione con l’Unione europea, che ha appena bocciato il Def (la nota di UBS Wealth Management risale a pochi giorni prima la bocciatura):
“Sebbene crediamo che il rating sul debito italiano sarà probabilmente rivisto al ribasso di un gradino, riteniamo anche che il paese riuscirà forse a conservare un rating ‘investment grade’ per almeno i prossimi 12 mesi. Di conseguenza, a nostro avviso esiste una probabilità davvero bassa che l’Italia faccia default entro i prossimi due anni. Appena il 13% dei bond governativi deve esssere rifinanziato entro la fine del 2019, dunque i tassi più alti aumenteranno il costo del debito in misura soltanto graduale“.
Certo, Haefele consiglia anche di essere cauti, e di fare attenzione a puntare sul debito italiano a più lunga scadenza. Ancora, il consiglio agli investitori è di non essere, in generale, troppo posizionati sui bond italiani.
“Esistono rischi associati alla posizione. I tassi italiani potrebbero salire ulteriormente con l’escalation tra l’Italia e la Commissione europea, la caduta dell’attuale coalizione di governo, o l’eventuale addio del ministro delle Finanze Giovanni Tria“.
E di escalation delle tensioni si può propriamente parlare, se si considera la decisione di Bruxelles di bocciare il Def. Decisione che ha avuto un effetto immediato sullo spread, che è tornato a salire nelle prime ore della nuova settimana di contrattazioni a quota 300 punti base.
I tassi sui BTP decennali hanno sfondato il muro del 3,5%, posizionandosi ai nuovi record dal 2014. In particolare, i rendimenti – stando alle rilevazioni di Bloomberg – sono balzati di 11 punti base al 3,54%, dopo aver testato il 3,55%, al record dal febbraio del 2014.
I tassi a due anni sono volati fino a 19 punti base all’1,54%, mentre a Piazza Affari occhio al Ftse Mib, affossato dalle banche, che pagano il problema del doom loop.