Notizie Notizie Mondo Dow Jones rischia fuga investitori dall’indice a fine mese, ecco gli effetti del frazionamento azionario di Apple

Dow Jones rischia fuga investitori dall’indice a fine mese, ecco gli effetti del frazionamento azionario di Apple

Pubblicato 21 Agosto 2020 Aggiornato 22 Agosto 2020 10:57

Il gigante di Wall Street che continua a macinare record diventerà un peso leggero del Dow Jones. Parliamo di Apple e del suo imminente split azionario. Mentre fa notizia il superamento della soglia dei 2.000 miliardi di dollari di valorizzazione e il colosso di Cupertino continua a calamitare gli acquisti anche oggi, l’avvicinarsi dello split azionario comporta una riflessione su come cambierà il peso di Apple all’interno del Dow Jones.

Il raggruppamento azionario nel rapporto 4 a 1 entrerà in vigore il 31 agosto e abbasserà il suo prezzo a circa $ 122. Una mossa volta a rendere il titolo più accessibile ai singoli detentori, ma che comporterà anche un cambiamento importante nel peso di Apple in uno dei tre grandi indici di Wall Street. Nulla cambia per S&P 500 e Nasdaq che sono indici a capitalizzazione di mercato, mentre da fine mese il peso di Apple sul Dow Jones scenderà notevolmente.

Dall’attuale posizione di dominio con un peso a doppia cifra sull’indice Dow Jones (oltre l’11%), a fine mese Apple scivolerà nella seconda metà della classifica tra i 30 titoli che fanno parte del DJ.

L’anomala metodologia di calcolo del Dow Jones 

Infatti il prestigioso indice risulta ponderato in base al prezzo, il che significa che le azioni con prezzi delle azioni più elevati hanno un peso maggiore nel misuratore. La nuova ponderazione Apple nel Dow scenderà a circa il 3,1%, secondo Howard Silverblatt, analista senior dell’indice presso S&P Dow Jones Indices.

Il posto di leader nel Dow Jones verrà preso da UnitedHealth, attualmente la seconda ponderazione più grande al 7,75%, seguita da Home Depot con il 6,94%, Microsoft con il 5,31% e McDonald’s con il 5,19%.

Uno stravolgimento che rischia di cambiare anche l’appeal complessivo dell’indice considerando che negli anni  l’investimento passivo – attraverso ad esempio gli ETF – è diventato preponderante nel mercato azionario; è quindi probabile che un calo di peso di Apple in indici come il Dow Average stimoli deflussi da gestori verso altri benchmark che ponderano diversamente il titolo Apple. Circa 31,5 miliardi di dollari sono stati indicizzati o confrontati con l’indice Dow Jones alla fine del 2019, secondo i dati degli indici S&P Dow Jones.

Il dominio delle big 5 nell’S&P 500

Per gli indici a capitalizzazione il problema che si presenta è opposto, con pochi titoli che rischiano di contare tantissimo all’interno di un indice. E’ il caso dell’S&P 500 attuale che vede i cinque maggiori titoli (Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet e Facebook) rappresentare quasi un quarto dell’indice. Questo fa insorgere timori su un’eccessiva concentrazione del mercato. “Riteniamo che l’attuale livello di concentrazione sul mercato statunitense non sia una novità, oltre ad essere inferiore a quello che osserviamo in altri mercati globali – rimarca Ben Jones, senior multi-asset strategist di State Street – . Inoltre, nei periodi di sottoperformance delle società di maggiori dimensioni e di riduzione della concentrazione, non necessariamente i mercati azionari entrano in una fase di declino. Infatti, c’è una relazione leggermente negativa tra la variazione della concentrazione e la performance dell’indice”. Attraverso l’utilizzo di parametri proprietari per determinare la natura sistemica di questi titoli, State Street ha riscontrato che attualmente le cinque maggiori azioni non comportano un rischio sistemico così elevato e che questi parametri sono diminuiti all’aumentare delle dimensioni dei titoli. In breve, un’elevata concentrazione non si traduce necessariamente in un calo delle performance azionarie, quindi riteniamo di poter eliminare questo tema dalle possibili fonti di preoccupazione”.