Notizie Notizie Italia S&P’s: nessun recupero significativo per zona euro, ridotte stime Pil 2013 di Italia e Germania

S&P’s: nessun recupero significativo per zona euro, ridotte stime Pil 2013 di Italia e Germania

27 Giugno 2013 13:02
L’economia della zona euro mostra segnali di stabilizzazione, ma la ripresa appare ancora piuttosto lontana. Ad affermarlo gli analisti dell’agenzia di rating Standard & Poor’s che nel report odierno hanno rivisto al ribasso le previsioni sulla crescita economica di Germania e dell’Italia, ed ha ritoccato verso l’alto quelle sulla Gran Bretagna. Stando alle stime snocciolate oggi l’agenzia americana si attende per il 2013 un Prodotto interno lordo (Pil) tedesco in salita dello 0,4% rispetto al +0,8% indicato lo scorso marzo. Tagliate anche le stime sull’Italia a -1,9% per quest’anno dal -1,4%, mentre per il 2014 è prevista una crescita al 0,5% (dal 0,4% pronosticato a marzo). Quanto all’economia britannica gli specialisti prevedono invece una crescita del Pil pari all’0,8% per l’anno in corso rispetto al +0,6% indicato a marzo.
Standard & Poor’s Ratings Services si attende che “la crescita economica della zona euro a guadagnare lentamente slancio a partire dall’ultimo trimestre di quest’anno e nel 2014”. Sul fronte dell’inflazione l’agenzia stima un dato in media pari all’1,5% quest’anno nell’area euro contro l’1,9% indicato nel mese di marzo e all’1,6% per il 2014.
La recessione non abbandonerà l’Italia nei prossimi trimestri
I dati recenti, come i Pmi o la produzione industriale, “suggeriscono che la recessione in Italia probabilmente persisterà nei prossimi trimestri. Ci aspettiamo che la domanda di consumi continuerà a contrarsi – si apprende dal rapporto di S&P’s – con una contrazione del 3% quest’anno (dopo il -4% del 2012). Ci attediamo inoltre che la performance italiana nelle esportazioni continuerà a essere deludente, con un aumento dello 0,5% nel 2013″. Non solo, in questo scenario già difficile “i prestiti bancari al settore privato si stanno ancora contraendo in Italia, limitando di conseguenza lo possibilità di una ripresa sostenibile della domanda interna”.