S&P: QE non basta a riportare crescita Eurozona a ritmi pre-crisi, ecco le 4 ragioni
Finalmente il quantitative easing è realtà anche in Europa con la Bce che lo scorso 9 marzo ha iniziato il proprio programma di acquisti di bond per 60 miliardi di euro al mese che si estenderà almeno fino al settembre 2016. Il QE ha portato con sé grandi speranze per il ritorno a una crescita economica sostenuta simile a quella precedente allo scoppio della crisi finanziaria. Secondo l’agenzia di rating Standard & Poor sussistono però quattro ragioni per le quali il QE non riporterà l’Eurozona a crescere a ritmi sostenuti nonostante l’ambiente sia decisamente favorevole tra ripresa del credito, svalutazione dell’euro e dimezzamento dei prezzi del petrolio con conseguente aumento del reddito disponibile.
Dalle tendenze demografiche agli investimenti, 4 potenziali freni alla crescita
S&P si chiede perché, nonostante l’ambiente favorevole, la zona euro non appare in grado di tornare ai tassi di crescita generalmente osservati prima della crisi (2,1% su media tra il 1996 e il 2005).
S&P si chiede perché, nonostante l’ambiente favorevole, la zona euro non appare in grado di tornare ai tassi di crescita generalmente osservati prima della crisi (2,1% su media tra il 1996 e il 2005).
La risposta formulata dalla maggiore agenzia di rating mondiale è che il potenziale di crescita attualmente risulta inferiore a quello di prima dell’avvento della crisi e una serie di venti contrari potrebbero impedire all’Eurozona di tornare a crescere ai livelli a cui era abituata in passato. Nel dettaglio si tratta di quattro specifiche ragioni: negative tendenze demografiche, rallentamento della globalizzazione, calo degli incrementi di produttività e bassi investimenti.
“A meno che la zona euro non affronti seriamente le questioni strutturali che affliggono la crescita da diversi anni – rimarca l’analista di S&P, Moritz Kraemer, – queste speranze potrebbero risultare vane e di conseguenza la zona euro potrebbe vedere rinnovate pressioni sul rating sovrano della regione“.
Anche dopo che la Bce ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita per il 2015 a +1,5%, S&P rimarca come tale stima di crescita risulta ancora pari alla metà rispetto alle previsioni per realtà quali Stati Uniti e Regno Unito.