Sostenitori Brexit in vantaggio e più motivati a votare, la sterlina accusa il colpo
I britannici favorevoli alla Brexit sono quelli più “motivati” a votare al prossimo referendum in programma il prossimo 23 giugno sulla permanenza o meno del Regno Unito nell’Unione Europea (UE). Il nuovo sondaggio di ORB commissionato dal Telegraph vede il fronte favorevole all’uscita dall’Unione Europea in leggero vantaggio, al 49% di coloro che hanno risposto, mentre il 47% propende per la permanenza nell’UE.
Sondaggio che contribuisce a riattivare le vendite sulla sterlina che scende oggi di quasi l’1% contro il dollaro a quota 1,416.
Fronte del no più motivato, gli indecisi guardano a rischio immigrazione
Il sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano britannico rimarca come l’opzione Brexit sale al 52% dei voti totali se si tiene conto della probabilità di esprimere effettivamente il voto, mentre la percentuale degli europeisti scende al 45%. Infatti i britannici sostenitori dell’uscita dall’Unione risultano più motivati ad andare al voto il prossimo 23 giugno, con ben il 79% di loro sicuro di andare alle urne, mentre scende al 72% tale percentuale tra i favorevoli alla permanenza nell’UE.
Il sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano britannico rimarca come l’opzione Brexit sale al 52% dei voti totali se si tiene conto della probabilità di esprimere effettivamente il voto, mentre la percentuale degli europeisti scende al 45%. Infatti i britannici sostenitori dell’uscita dall’Unione risultano più motivati ad andare al voto il prossimo 23 giugno, con ben il 79% di loro sicuro di andare alle urne, mentre scende al 72% tale percentuale tra i favorevoli alla permanenza nell’UE.
Il sondaggio ORB evidenzia inoltre come quasi un terzo degli elettori indecisi sono frenati dal votare “sì” (rimanere nell’UE) a causa della possibilità di un’immigrazione incontrollata o in aumento in tutta l’UE. Analizzando i responsi di questo sondaggio, Lynton Crosby (stratega elettorale che ha contribuito alla vittoria a sorpresa di David Cameron alle scorse elezioni) conferma come l’esito sia in bilico e gli elettori dovranno valutare se i rischi economici sono più grandi o più piccoli delle implicazioni di un’immigrazione incontrollata.