Notizie Notizie Italia SOS da indice Robert Shiller: per investitori rischio Black Monday e crash 1929 a livelli record. Ma un grafico lo smentirebbe

SOS da indice Robert Shiller: per investitori rischio Black Monday e crash 1929 a livelli record. Ma un grafico lo smentirebbe

9 Novembre 2020 15:00

Alert dall’indice stilato dal premio Nobel per l’economia Robert Shiller: noto come Robert Shiller’s US Crash Confidence Index.

Si tratta di un indice che misura la fiducia degli investitori nella possibilità che ci sia una probabilità inferiore al 10% che la borsa possa fare crash, o che un crash anche in altri paesi possa estendersi in Usa.

Dall'indice del Premio Nobel Robert Shiller un avvertimento sul rischio di un crash sull'azionario in stile Black Monday
DETROIT, MICHIGAN – OCTOBER 29: Robert Shiller attends the 2019 Forbes 30 Under 30 Summit at Detroit Masonic Temple on October 29, 2019 in Detroit, Michigan. (Photo by Taylor Hill/Getty Images)

Lo S&P ha terminato la migliore settimana dell’Election Day dal 1932; l’azionario globale plaude alla vittoria di Joe Biden alle elezioni Usa e al no Blue Wave, con la borsa di Tokyo che chiude anche ai massimi in 29 anni, dal 1991.

Il Nasdaq riparte dopo un balzo settimanale che è stato pari a +9%. In generale, Wall Street ha chiuso la settimana migliore dal mese di aprile, con il Dow Jones e lo S&P che sono saliti rispettivamente del 6,9% e 7,3%.

Il Congresso Usa, in quanto diviso, sembra spianare la strada a ulteriori guadagni dei titoli FAANG, FAAMG e/o FANGMAN. Tutto ok, dunque? Non proprio.

In questi ultimi giorni, com’era naturale, si è fatto un gran parlare delle elezioni presidenziali Usa e degli effetti sui mercati, così come dell’incapacità di Donald Trump di accettare la vittoria dell’avversario Joe Biden.

Indice Robert Shiller lancia SOS: timore di un crash in stile Black Monday

Ma da tempo, almeno a Wall Street, c’è una costante: la paura. Paura che il rimbalzo che la borsa Usa è riuscita a inanellare dai giorni bui di marzo non sia sostenibile, al di là dell’esito dell’Election Day. E questa paura è rimasta, di pari passo con i timori legati alla pandemia da COVID-19, che si sono riaccesi ogni giorno nelle ultime settimane con numeri da brivido sia in Europa che negli Stati Uniti.

Nessuno può prevedere con sicurezza quale sarà il danno finale che il coronavirus infliggerà all’economia mondiale. La ripresa del 2021 sembra già poco convincente, con i nuovi lockdown europei che freneranno inevitabilmente i Pil di diversi paesi. Anche l’America ottimista e pragmatica è stata ed è tuttora messa alla prova dai nuovi casi di persone infettate dal virus.

Quali basi reali possono giustificare un’eventuale convinzione che Wall Street continuerà a macinare rialzi? Di certo non è roseo l’outlook che emerge dall’indice stilato dal premio Nobel.

Veniamo al sondaggio Robert Shiller’s US Crash Confidence Index, con cui viene chiesta agli investitori qual è la probabilità, a loro avviso che “nei sei mesi successivi negli Stati Uniti si verifichi un crash del mercato azionario simile a quello del 28 ottobre del 1929 o del 19 ottobre del 1987 (il famoso Black Monday), o che un crash colpisca altri paesi finendo con il contagiare anche gli Stati Uniti”. L’indice, che misura la percentuale di chi ritiene che la probabilità di un crash sia inferiore al 10%, è ai suoi minimi storici, il che significa che la maggior parte degli investitori intervistati crede che il rischio di un tracollo sia superiore al 10%

A spiegarlo è stato lo stesso Shiller, professore presso la Yale University, in un editoriale pubblicato di recente sul New York Times:

La crisi del coronavirus e le elezioni Usa di novembre hanno fatto salire il timore di un grande crash di mercato ai livelli massimi di molti anni – si legge nell’articolo – Questo, in un contesto in cui i titoli viaggiano su livelli molto elevati. Questa combinazione volatile non significa che ci sarà un crash, ma che il rischio che ci sia è relativamente alto. Questo è il momento di essere attenti”.

Shiller fa notare che, nel mese di settembre, l’indice che lui stesso ha creato ha mostrato che la percentuale di chi crede in una probabilità inferiore al 10% di un crash della borsa  è stata pari al 15%: una “percentuale ancora estremamente bassa – ha spiegato l’economista, sebbene in recupero rispetto al 13% di agosto.

“Gli investitori istituzionali – si legge ancora nell’articolo – si sono mostrati un po’ più fiduciosi, con una percentuale del 24%, che è stata però anch’essa estremamente bassa. In poche parole, una maggioranza schiacciante di investitori ha detto di ritenere che ci sia una probabilit superiore di un crash imminente”.

C’è però qualcuno che ha ‘osato’ smentire l’affidabilità dell’indice. Si tratta, stando a quanto riporta Marketwatch, di J.C. Parets del blog  All Star Charts, che ha detto, praticamente, l’opposto.

“Ogni volta che ci siamo avvicinati a questi livelli del Crash Confidence Index, non solo non c’è stato alcun crash, ma si sono addirittura presentate opportunità storiche di acquisto, sui mercati azionari. E non credo che stavolta le cose andranno in modo diverso”.

Optando per un approccio contrarian, Parents afferma di non essere mai stato così convinto del fatto che gli investitori abbiano torto. Di conseguenza, sta facendo incetta di titoli azionari.

Un Santo Graal, secondo me, non esiste. Non esiste un indicatore magico che ci dica quando comprare e quando vendere. Noi adottiamo un approccio basato sulle prove. E questa è un ulteriore prova che acquistare azioni è un’idea migliore rispetto a quella di venderle”.