Joe Biden presidente Usa ma senza Blue Wave = Congresso diviso. Scenario perfetto per i FAANG e non solo
In queste elezioni presidenziali Usa 2020, Joe Biden ha vinto, ma non ha stravinto: la Blue Wave tanto temuta dal mondo Corporate e dalle Big Tech non c’è stata: la Camera dei Rappresentanti Usa rimarrà nelle mani dei democratici, il Senato sotto il controllo dei Repubblicani. Uno scenario perfetto per Wall Street: quello di un Congresso diviso, in cui ogni riforma proposta volta a cambiare lo status quo avrà poche probabilità di essere approvata in toto.
Molto probabilmente, non ci sarà alcuna norma che sarà capace di affondare o in qualche modo spezzare il potere dei FAANG (Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google) e di Microsoft. Non per niente, i titoli hanno segnato un rally corposo nella settimana di contrattazioni dell’Election Day.
David Ives di Wedbush Securities ha commentato affermando che “l’impressione è che, per i titoli dei titani tech quotati a Wall Street, il risultato delle elezioni sia stato in stile Goldilocks, ovvero da riccioli d’oro. Grazie, per l’appunto, alla vittoria di Joe Biden ma senza la Blue Wave.
No Blue Wave: rally Big Tech fino a +15% entro fine anno?
“Con i repubblicani che controlleranno il Senato, le probabilità di grandi cambiamenti alla legge antitrust si sono dissolte”, fattore che dovrebbe rassicurare gli investitori e rinfocolare magari anche nuovi rally dei titoli delle Big Tech. Tanto che è lo stesso Ives ad aver anticipato, ancora prima che il risultato dell’Election Day fosse noto, che probabilmente l’esito sarebbe stato un “semaforo verde per acquistare titoli tecnologici”, intravedendo un ennesimo rally per il settore di un altro +10/+15% entro la fine dell’anno. Oltre a dire: “continuiamo a essere bullish per il 2021 sulle storie di crescita secolari”.
E Mellody Hobson, consulente finanziaria, ha sottolineato che “i migliori periodi (per l’azionario) sono stati quelli in cui il Congresso è stato diviso”.
Tra l’altro, Joe Biden incassa in tal senso anche un record, visto che era dai tempi di George HW Bush che un presidente non faceva il suo ingresso alla Casa Bianca senza avere l’appoggio di entrambi i rami di Capitol Hill. E’ uno scenario che Wall Street sembra amare, scrive in un articolo il Guardian, qualcosa che potrebbe dare ai Repubblicani del Senato pochi incentivi a varare un pacchetto di stimoli anti-COVID nuovo e più generoso su cui i democratici avevano sperato.
Con il controllo del Senato, i repubblicani avranno inoltre il potere di bloccare gli aumenti delle tasse proposti da Biden, programmi più ambiziosi di spesa pubblica e regolamentazioni più severe.
Così Oliver Jones, economista senior dei mercati presso Capital Economics, al Guardian: “C’è sicuramente un certo sollievo per il fatto che proposte su una politica fiscale e riforme societarie più severe non passeranno, visto che i democratici hanno lo stesso potere che avevano ai tempi di Trump sul Congresso.
“Praticamente, sembra che ci sarà lo status quo, scenario preferito dalla maggior parte delle aziende”.
C’è poi Brad McMillan, responsabile investimenti presso Commonwealth Financial Network, che ricorda come “il piano economico di Biden includesse l’imposizione di nuove tasse sulle aziende e sui capital gain, tutte proposte che sarebbero state molto negative per il mercato”.
Insomma, “i rischi di una Blue Wave e di un Green New Deal sono rientrati”.
Non è però tanto convinto dell’effetto positivo che il risultato delle elezioni avrà sulla borsa Usa Mark Mobius che, dopo trent’anni presso Franklin Templeton Investments, ha creato la società Mobius Capital Partners. Comunque Joe Biden c’è, dice, e a suo avviso gli aumenti fiscali ridurranno la propensione degli investitori a puntare su Wall Street, fattore “positivo per i mercati emergenti e per altre borse mondiali, visto che ci sarà una ritirata da Wall Street”.
Ma, nel commentare il trend dei mercati delle ultime ore, che vede protagonista la propensione al rischio Michael McCarthy, chief market strategist presso CMC Markets a Sydney, è piuttosto convinto dell’assist di un Congresso diviso al risk on:
“Stamattina il trading favorisce il risk on, riflettendo la crescente fiducia in Joe Biden che salirà alla Casa Bianca, e nel Senato che rimarrà comunque nelle mani dei repubblicani. L’esito è ideale dal punto di vista dei mercati. Nessun partito controllerà il Congresso. Di conseguenza sia le guerre commerciali che tasse più alte non saranno facili da realizzare”.
Poco importa che Google valga 26,5 volte utili attesi. Rimane storia di crescita
Un articolo del Financial Times va oltre scrivendo chiaro e tondo che Big US tech stocks emerge as election winners , ovvero che: “Le azioni delle Big Tech Usa emergono come le vincitrici delle elezioni”. Proprio quelle, tra l’altro, che sono volate dall’inizio dell’anno.
Nell’articolo, si fa riferimento al rally riportato, in particolare, dai titoli FAAMG, ovvero da Facebook, Apple, Amazon, Microsoft.
Prima dell’Election Day, diversi analisti avevano pronosticato uno scenario in cui, in caso di Blue Wave, il Congresso americano avrebbe avuto la strada spianata per varare un piano di stimoli fiscali anti-COVID rapido e ultra generoso, incentrato sugli aiuti alle aziende e alle famiglie, che avrebbe sostenuto quelli che si confermano i titoli meno amati di quest’anno, ovvero quelli più sensibili all’economia, come titoli di banche e di compagnie automobilistiche.
Invece, con il Senato ancora in mano repubblicana, democratici e repubblicani dovranno trattare su ogni singola proposta venga avanzata dalla controparte: e, in un contesto di economia tartassata dagli effetti negativi della pandemia da coronavirus COVID-19, i gestori dei fondi scommetteranno ancora sulle azioni growth.
E non fa niente se queste azioni siano costose. Come fa notare all’FT Mike Pyle, responsabile della divisione globale di investimenti di BlackRock, “siamo in un mondo in cui la crescita è relativamente scarsa e quindi si è disposti a pagare un premio per questo”. E quindi importa poco che il rapporto prezzo-utili di Google sia balzato la scorsa settimana vicino al record in più di un decennio, con il titolo scambiato ormai a un valore pari a 26,5 volte gli utili attesi per il prossimo anno. Così come importa poco che i multipli si stiano espandendo nei casi di Facebook, Microsoft, Salesforce, Adobe e Qualcomm. Il gioco vale la candela. E nessuno dimentichi i FANGMAN.