Sorin sotto Opa? Parte la caccia alle possibili altre prede di Piazza Affari
Prove d’Opa su Sorin? Ancora presto per dirlo in assenza di comunicazioni ufficiali, ma intanto è corsa ai titoli del gruppo medicale italiano e già si guarda a chi, sul listino di Piazza Affari, potrebbe seguire la stessa strada.
Il titolo Sorin sta compiendo un exploit a Piazza Affari dopo che ieri sera Bloomberg ha riportato un’indiscrezione secondo la quale Charterhouse Capital Partners avrebbe avviato discussioni con i principali azionisti di Sorin (Mittel ed Equinox) per rilevare il 100% del capitale della società a 2 euro per azione. Naturalmente per raggiungere il 100% non basterebbe convincere solo i maggiori azionisti. Anzi, l’azionariato di Sorin è particolarmente diffuso. Quasi il 52% del capitale (dati Consob all’1 giugno) è nelle mani di azionisti con quote inferiori al 2 per cento. Da qui la necessità, prontamente fiutata dal mercato, del lancio di un’Opa che per i piccoli investitori potrebbe tramutarsi in un premio del 25% rispetto alle quotazioni di ieri. Non sorprende quindi che mentre si scrive il titolo Sorin segni un rialzo del 15% a 1,751 euro.
Il caso di Sorin ha avuto l’effetto di rilanciare le speculazioni su quelle che potranno essere le prossime prede del mercato dei buyout.
Equita ha stilato una lista di società che potrebbero finire nel mirino di gruppi di private equity o altri grandi investitori. L’elenco include alcune small cap come Nice, D’Amico e MOL, ma anche società di più grandi dimensioni come Ansaldo, Saras, Safilo e Geox. I titoli elencati nell’analisi di Equita stentano però a scaldarsi. Geox arretra dello 0,83% a 1,798 euro, Safilo dello 0,45% a 4,434 euro, Saras perde addirittura il 3,67% a 0,722 euro. Solo Ansaldo segna un rialzo dell’1,06% a 6,185 euro
Resta tuttavia l’amarezza di veder finire un altro pezzo di eccellenza italiana in mani estere. Nata da una costola di Snia, Sorin è infatti una società multinazionale leader nel trattamento delle patologie cardiovascolari, che sviluppa e produce tecnologie medicali per la cardiochirurgia e il trattamento dei disturbi del ritmo cardiaco. Tecnologie di punta che potrebbero lasciare, almeno a livello di leve decisionali, il Belpaese.