Slovenia: presentato piano di austerità. Aumento Iva e privatizzazioni per scongiurare il salvataggio
Privatizzazioni, tagli alla spesa pubblica e aumento dell’Iva per evitare il salvataggio internazionale. Sono questi gli interventi principali previsti dal piano d’azione presentato dal governo sloveno per scongiurare il ricorso agli aiuti dell’Unione Europea ed evitare di diventare il nuovo malato d’Europa dopo Cipro.
Ma veniamo alle misure d’austerità annunciate ieri dal primo ministro dell’ex repubblica della jugoslava, Alenka Bratusek. In primis l’Iva salirà dal 20% al 22% a partire dal primo luglio e grazie al quale l’esecutivo di Lubiana conta nuove entrate per circa 540 milioni di euro. “Siamo consapevoli che l’aumento delle tasse non hanno un impatto positivo sull’economia e la ripresa, ma abbiamo deciso di adottare l’opzione meno dannosa” ha dichiarato durante la conferenza Bratusek che da meno di due mesi è alla guida del Paese.
Il secondo intervento riguarda la privatizzazione di quindici tra le maggiori aziende statali, tra queste la compagnia aerea di bandiera del Paese, la seconda banca slovena, il maggiore operatore telefonico. Terzo punto d’azione il taglio alla spesa pubblica per almeno 500 milioni di euro. Non è tuttavia stato specificato in che modo avverranno questi tagli, anche se il governo di Lubiana avrebbe già avviato i colloqui con i sindacati per un taglio ai salari dei dipendenti pubblici. Si parla inoltre dell’introduzione di una “tassa speciale” nel 2014.
A pesare su una situazione già difficile anche una nuova bolla immobiliare che ha mandato in tilt il settore del credito con i mutui finiti in sofferenza (20%). Il rapporto debito/Pil è al 60%, mentre quello tra deficit/Pil è al 7,8% decisamente lontano dal target di deficit al 3%
E infine il settore finanziario non naviga certo in buone acque. Secondo il ministro delle Finanze, Uros Cufer, la Slovenia ha bisogno di 1 miliardo di euro per consolidare le finanze pubbliche e “poiché non possiamo solo tagliare le spese, bisogna anche adottare delle misure sul fronte delle entrate”.
Adesso la parola passa a Bruxelles, a cui spetterà il compito di valutare la validità del piano di stabilizzazione delle finanze pubbliche e se le misure sono sufficienti per far uscire la Slovenia dalla crisi. Commissione europea che un mese fa aveva dichiarato che in Slovenia gli squilibri macroeconomici sono eccessivi.