E’ durato un battito d’ali lo scatto in avanti della Banca Popolare di Milano. La conferma di una possibile revisione del convertendo 2013 da 400 milioni ha spinto in avanti a Piazza Affari il titolo dell’istituto di Piazza Meda, che questa mattina è arrivato a toccare quota 2,33 euro, ma lo show è già finito. Il titolo adesso scambia a 2,25 euro in rialzo dell’1,9 per cento. Bpm ha confermato che la tematica relativa all’eventuale revisione delle condizioni del prestito convertendo in essere verrà esaminata dal consiglio di amministrazione nella prossima riunione del 12 maggio.
Secondo Il Sole 24 Ore il prezzo di conversione dell’obbligazione verrebbe dimezzato a 3 euro, dai precedenti 6, con la contestuale raddoppio del numero di azioni da assegnare ai sottoscrittori. Il collocamento del titolo, due anni fa, aveva sollevato rilievi da parte della Consob e da parte degli investitori istituzionali. Nelle sale operative sono partite le scommesse che con l’eventuale conversione del prestito a condizioni più favorevoli per i sottoscrittori l’istituto possa procedere a un aumento di capitale inferiore all’ammontare massimo annunciato di 1,2 miliardi. Ma gli analisti interpellati da Finanza.com smontano questa ipotesi.
“Il mercato sta ragionando su questo scenario e rimarrà deluso”, sentenzia un esperto di una primaria banca italiana. “Le revisioni sullo strike price erano da mettere in conto, motivate dal prezzo a cui era stato stipulato il convertendo scadenza 2013 e strike a 6 euro per azione. Da qui a pensare che Piazza Meda possa effettuare un aumento più light però ci vuole fantasia. Se Bpm dovesse decidere di attuare un aumento da appene 800-900 milioni di euro, pur essendo vero che verrebbero emesso meno azioni, bisogna tener conto di un dettaglio: si tratterebbe comunque di un aumento di capitale massive che non è scontato sul titolo”. “Bisogna inoltre tenere a mente che ci sarà comunque un impatto diluitivo che anche in questo caso non è scontato dagli ultimi prezzi”, segnala l’analista ricordando che a tutto questo si somma la delicata situazione che vive l’istituto al suo interno.
“Il Board del 12 maggio potrebbe non approvare il piano ma solo delle linee guida a causa delle divisioni interne. Le premesse non sono quindi molto positive. Il rimbalzo di questa mattina è solo tecnico, scattato sull’onda di una non considerazione di tutti gli elementi in gioco: è un’opportunità di prendere profitto. Tant’è che l’azione si è già un po’ sgonfiata”. “Tale decisione porterebbe ad un ulteriore diluizione di 135 milioni di nuove azioni contro quelle previste da convertendo pari a 67 milioni di azioni”, segnalano gli analisti di Intermonte. “Tale diluizione dell’Eps si aggiungerebbe a quella da noi stimata per l’aumento di capitale nell’ordine del 70%”, spiegano alla sim milanese, sottolineando che “a peggiorare la situazione ci si è messo ieri Moody’s che ha posto sotto osservazione il crediti rating per possibili revisione di diversi notch se non verrà attuato il rafforzamento patrimoniale e rivista la governance”. Tutte notizie che a detta del broker non lasciano molto raggio d’azione: il titolo Bpm è destinato a restare sotto pressione.