Telecom: i conti Made in Italy non tornano. Per analisti tutto nelle attese, ma il titolo va giù
E’ il tallone d’Achille di Telecom l’Italia. Il gruppo della telefonia presieduto da Franco Bernabè ha chiuso il primo trimestre 2011 con un utile netto in calo dell’8,7% a 549 milioni di euro. I ricavi sono cresciuti del 10,3% rispetto al primo trimestre 2010 a 7.073 milioni di euro, il margine operativo lordo del 3,6% a 2.929 milioni, il risultato operativo del 6,5% a 1.499 milioni di euro. Ma questo non basta al titolo, che in Borsa cede l’1,10% a 0,986 euro contro un calo del mercato più limitato dello 0,30%. Di trimestre debole, sotto le attese parla la maggiore tra gli analisti. Il consensus degli analisti stimava profitti a 559 milioni e ricavi a 7,048 miliardi di euro. In termini di variazione organica, ovvero senza l’effetto Argentina di 551 milioni di euro e cambi (+124 milioni di euro), i ricavi consolidati si sono ridotti dello 0,2%, ossia di 15 milioni di euro.
“I risultati del primo trimestre si confermano deboli come da attese”, segnalano a Mediobanca Securities. “I primo trimestre ha risvegliato la solita dicotomia tra attività domestica lenta e America Latina molto forte. Il consolidamento dei risultati di Telecom Argentina hanno aiutato a migliorare apparentemente la prospettiva della crescita”, aggiungono a Piazzetta cuccia. “Da un punto di vista negativo notiamo come senza il contributo di Telecom Argentina i ricavi e l’Ebitda sono scesi rispettivamente dlelo 0,2% e del 3,6%, contribuendo ad una erosione di 150 punti base sui margini, maggiore di quella stimata da noi di 100 punti base. Mentre è positivo la generazione di cash flow, che ha migliorato la posizione debitoria, comportando un calo importante se si compara questo dato con il 2010”.
“Complessivamente, pensiamo che i risultati del primo trimestre siano sotto la guidance indicata per l’esercizio in corso ma la società ha confermato i suoi obiettivi”, concludono gli esperti milanesi, confermando su Telecom il giudizio neutral con target di 1,7 euro. “Dopo gli ottimi risultati delle controllate sudamericane, il focus della trimestrale si concentrava sull’andamento delle attività italiane, il cui trend si è confermato debole”, sottolineano anche gli analisti di Centrosim. Un giudizio condiviso da Equita secondo cui “a livello di bottom line pesano anche le maggiori depreciation”. “I risultati di Telecom sono sotto le attese a livello di Ebitda, a causa di una riduzione dell’Ebitda del domestico superiore alle attese. La maggiore differenza verso le attese deriva dal mobile domestico, i cui ricavi da servizio sono calati del 11,7% rispetto all’anno scorso nel trimestre”, notano invece a Intermonte ribadendo prudenza sulle azioni Telecom fino a un target di 1,2 euro.
Passa in secondo piano quindi che l’indebitamento finanziario netto rettificato si è attestato al 31 marzo a 30.622 milioni di euro, in diminuzione di 846 milioni di euro rispetto al 31 dicembre e di 2.640 milioni al 3 marzo 2010. Restano un terreno minato i prossimi trimestre. “Grazie alla ridefinizione e alla maggiore focalizzazione della struttura, il gruppo è pronto ad affrontare le sfide per il prossimo triennio, in continuità con il lavoro svolto fino ad ora”, ha commentato il presidente Franco Bernabè, osservando che “i risultati del primo trimestre confermano la validità della strategia di rafforzamento in America Latina e di riposizionamento sul mercato domestico. I principali indicatori operativi nel business domestico confermano il recupero di competitività sul mobile, iniziato lo scorso anno, e di valorizzazione dell’accesso fisso: negli ultimi 12 mesi i clienti di Tim sono tornati a crescere mentre sul fisso abbiamo confermato il trend di progressiva riduzione delle linee perse. Il continuo lavoro sull’efficienza del gruppo ci ha permesso di incrementare la generazione di cassa e di realizzare un’ulteriore riduzione dell’indebitamento netto di 2,6 miliardi di euro rispetto al primo trimestre del 2010”.
Il flusso di cassa della gestione operativa si è attestato a 1.076 milioni di euro in aumento di 322 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a conferma dell’elevata capacità di generazione di cassa del Gruppo. Resta il fatto che sono Brasile e Argentina a trainare il gruppo. Per il 2011 sono stati confermati gli obiettivi del piano 2011-2013 che prevedono ricavi e margine operativo lordo sostanzialmente stabili rispetto al 2010; investimenti industriali pari a circa 4,8 miliardi di euro e indebitamento finanziario netto rettificato pari a circa 29,5 miliardi di euro a fine 2011. Ma è una partita che non si gioca sul velluto.