Notizie Notizie Italia Le borse europee tirano il freno. Banche fanalino di coda. Intesa accelera i tempi aumento

Le borse europee tirano il freno. Banche fanalino di coda. Intesa accelera i tempi aumento

5 Maggio 2011 09:01

Tirano il freno le principali Borse europee. Nella giornata in cui è attesa la decisione della Bce sui tassi d’interesse, con la conferenza stampa del governatore Jean Claude Trichet, le tensioni sulla crisi del debito sovrano riprendono il sopravvento. Piazza Affari scivola sotto la parità (Ftse Mib -0,12% a 21.879 punti) insieme a Parigi (Cac40 -0,42% a 4.026 punti). Il Dax è invariato a 7.377 punti. Mentre imbocca la via dei ribassi il listino di Madrid con l’Ibex che perde lo 0,53% a 10.656 punti. E’ il settore bancario a pagare pegno in Europa, dove il sottoindice Stoxx del comparto perde lo 0,79%, zavorrato dalle performance di Societè Generale (-3,54% a Parigi) e Lloyds (-5,83%) a Londra dopo i conti.


L’istituto d’Oltralpe ha accusato nel primo trimestre un calo dell’utile netto del 13,8% a 916 milioni di euro. Si tratta di un trend peggiore del previsto imputabile soprattutto un effetto contabile per la rivalutazione del proprio debito. Al netto di questa componente (-239 milioni), ha fatto sapere il gruppo francese, il profitto netto risultava migliorato del 16% a 1,15 miliardi. La performance, che ha deluso le aspettative degli analisti che puntavano su un utile di 1,1 miliardi, ha avuto immediato impatto alla Borsa parigina. Anche per la banca inglese non c’è scampo: i primi tre mesi si sono chiusi in rosso. Lloyds ha archiviato il primo trimestre 2011 con con una perdita netta di 2,43 miliardi di sterline, risentendo di consistenti accantonamenti legati alla nuova regolamentazione inglese sulla vendita di assicurazioni collegate ai crediti. La debolezza del comparto trascina così al ribasso anche la maggior parte delle banche italiane.


A Piazza Affari, il Banco Popolare cede l’1,39%, Bpm l’1,16%, UniCredit lo 0,84%, Intesa Sanpaolo lo 0,65% e Ubi Banca lo 0,42%. In controtendenza Mps, che sale dello 0,61. All’ombra della Madunina non mancano le preoccupazioni: qui è sempre la sindrome ricapitalizzazione a tener alta la soglia di attenzione sul settore degli sportelli. Secondo la stampa, Intesa Sanpaolo potrebbe decidere di accelerare i tempi per l’esecuzione dell’aumento di capitale da 5 miliardi di euro. Il Messaggero segnala che questo sarà ratificato dall’assemblea del 10 maggio e potrebbe quindi partire, stante il via libera di Consob al prospetto, dal 23 maggio, in anticipo di alcune settimane. Ma gli analisti non si spaventano. Se dovesse venire confermata questa tabella di marcia, “sarebbe confermato uno sconto sul Terp atteso nel range 25/30%”, spiegano a Intermonte, specificando che “al prezzo di oggi, 2,17 euro, l’emissione a 1,50 euro garantirebbe uno sconto del 26%. Per il broker “la notizia è positiva, limitando nel tempo gli effetti negativi legati all’aumento di capitale”. A Piazza Cordusio invece la nebbia continua ad essere alta sul fronte ricapitalizzazione. Se perà i vincoli imposti dal Financial Stability forum proclameranno Unicredit nella lista delle istituzioni finanziarie con importanza sistematica, rivendicare il ruolo di banca commerciale non sarà abbastanza.


Gli analisti di Nomura giocano d’anticipo sui risultati che riporterà la banca prossima settimana. Il broker ha ridotto le stime di utile per azione su Unicredit del 6% per il 2011 e del 4% per il biennio 2012-2013 convinto che la voce net interest income mostrerà segnali di debolezza e pertanto ridimensionato il target di prezzo a 2,2 euro dai precedenti 2,3 euro. “Le nostre previsioni di utile per azione sono il 5% sotto le stime di consensus per il 2012 mentre il 4% sopra quelle 2012-2013, esercizi che dovrebbero beneficiare della ristrutturazione in corso che dovrebbe riflettersi anche in risultati importanti”, segnalano gli esperti nel report. “Anche se Unicredit è un titolo a buon mercato e nel medio termine la view è positiva, l’overhang derivante dal capitale impatterà probabilmente in maniera negativa sull’azione, finchè non verrà rimosso”.


E in effetti a Piazza Cordusio i lavori post Profumo sono ancora in corso. Si va verso un ticket francese al vertice della divisione corporate & investment banking di Unicredit Group. Secondo quanto segnalato da Il Sole 24 Ore il neo responsabile Jean-Pierre Maustier, che da metà marzo ha sostituito Sergio Ermotti, avrebbe già individuato in Olivier Khayat, ex capo del capital marketd di Societe Generale da cui proviene lo stesso Moustier il suo nuovo numero due nell’ambito della riorganizzazione funzionale e manageriale della divisione. Al ticket francese si affiancano per l’Italia Vittorio Ogliengo e Alessandro Cataldo. In uscita invece Mike Hammond, capo londinese del capital markets di Unicredit Group.