Shock volatilità: VIX +300% in un mese, crollano le puntate short XIV. Ed è una brutta notizia per Credit Suisse
Credit Suisse paga la sua esposizione verso il mercato degli XIV ETN, che ha essa stessa creato lanciando il VelocityShares daily inverse VIX short-term ETN, ovvero l’ETN che shorta l’indice VIX della volatilità. Il titolo cede oltre il 4%, scontando lo shock della volatilità che sta freddando l’azionario globale, in primis Wall Street.
La situazione è tale che, stando a quanto riportato da Reuters, il trading del XIV ETN, prodotto che permette ai trader di shortare il VIX, è stato sospeso; sospese in attesa di nota anche le contrattazioni dell’ETF ProShares Short VIX Short-Term Futures (SVXY).
La paura assale chi si è posizionato su tali prodotti, in quanto una loro liquidazione non è esclusa. E Credit Suisse è al centro dei riflettori non soltanto in quanto ha creato il XIV, ma per l’esposizione che la banca stessa ha accumulato su tali ETN.
Stando agli ultimi dati resi noti, Credit Suisse deteneva fino a ieri 4,79 milioni di unità, per un valore superiore ai $550 milioni, in corrispondenza di un valore del XIV che alla fine della sessione di lunedì era pari a 115,55 dollari. Con il collasso delle quotazioni, Credit Suisse ha perso ieri 480 milioni di dollari, in corrispondenza delle vendite che hanno portato il valore dell’ETN a scendere a $15,43.
Per capire cosa c’entra il trend del VIX con Credit Suisse, bisogna spiegare quello che è accaduto nelle ultime ore. L’ondata ribassista che è partita da Wall Street – dove il Dow Jones a un certo punto ha perso fino a 1.500 punti), e ha investito prima l’Asia (Tokyo ha sofferto la seduta peggiore dal 1990), e poi l’Europa, è stata scatenata sia dalla paura di eventuali rialzi dei tassi da parte della Fed più veloci, sia dall’improvviso balzo della volatilità.
A Wall Street la volatilità è misurata dal VIX, o CBOE Volatility Index, noto anche come indice della paura.
Tale indice misura per l’esattezza le aspettative sulla variazione annua attesa per lo S&P 500 nei 30 giorni successivi, attraverso i dati che arrivano dal mercato delle opzioni, ed è calcolato e pubblicato dal Chicago BOard Options Exchange. Oltre al balzo dei rendimenti dei Treasuries Usa, che sono volati fino al 2,88%, al record in quattro anni, quello che è avvenuto sui mercati dall’inizio del 2018 è stato anche il rally del VIX, che soltanto nel mese di novembre era scambiato a quota 9,14 punti, al minimo storico, e che nell’intero 2017 è sceso di oltre il 17%.
Le ripetute affermazioni relative alla calma eccessiva presente sull’azionario facevano riferimento proprio al trend della volatilità, che nel 2017 è stata la grande assente sul mercato. La situazione si è improvvisamente ribaltata nell’ultimo mese, con l’indice della paura che è salito di oltre +300%, e che ieri è balzato del 115% circa, avvicinandosi a quota 40 punti. Tale soglia è stata superata nella giornata di oggi.
A pagare l’inversione di rotta sono stati soprattutto quei trader che avevano deciso di puntare contro la volatilità, praticamente shortandola, ricorrendo al XIV, l’ETF che shorta il VIX, che si riferisce al VelocityShares Daily Inverse VIX Short-Term ETN, ETN creato dal colosso bancario Credit Suisse.
Tali investimenti si sono rivelati infatti proficui fino a quando il VIX è rimasto ai valori stracciati dello scorso anno: d’altronde, i trader hanno vinto la scommessa per tutto il 2017, in quanto hanno shortato la volatilità in un contesto in cui la volatilità è rimasta bassa.
Ma nel momento in cui il VIX è tornato a rialzare la testa, shortare la volatilità è diventata una puntata perdente: i trader hanno quindi smobilizzato le posizioni accumulate sul XIV, tanto che nella sessione di ieri tale indicatore è crollato del 90%.
E tanto che poco fa, stando a quanto ha riportato Reuters, le contrattazioni dell’XIV sono state sospese, in attesa di nota. A essere sospeso dal trading è stato anche l’ETF ProShares Short VIX Short-Term Futures (SVXY). La paura assalechi si è posizionato su tali prodotti, in quanto una loro liquidazione non è esclusa. E Credit Suisse è al centro dei riflettori non tanto per aver creato il XIV, ma per l’esposizione che la banca stessa ha accumulato su tali ETN. Stando agli ultimi dati resi noti, Credit Suisse deteneva ieri 4,79 milioni di unità, per un valore superiore ai $550 milioni, in corrispondenza di un valore del XIV che alla fine della sessione di lunedì era pari a 115,55 dollari. Con il collasso delle quotazioni, Credit Suisse ha perso ieri 480 milioni di dollari, in corrispondenza delle vendite che hanno portato il valore dell’ETN a scendere a $15,43.
In realtà