Notizie Notizie Mondo Shock Salesforce.com: news 1000 licenziamenti nel giorno in cui titolo vola a nuovo record

Shock Salesforce.com: news 1000 licenziamenti nel giorno in cui titolo vola a nuovo record

27 Agosto 2020 14:05

Salesforce.com regina acclamata di Wall Street: la società di cloud computing che si appresta a prendere il posto di Exxon Mobil sul Dow Jones, e che per questo deve un ‘grazie’ a Apple, è stata tra le protagoniste indiscusse delle ultime sessioni, grazie a una doppia vittoria: il suo ingresso imminente, per l’appunto, nel listino dei titoli industriali, e gli ottimi numeri di bilancio.

Gli acquisti scatenati hanno visto l’azione testare nuovi record di sempre nella sessione della vigilia, con un balzo superiore a +26%. Il titolo ha terminato così la seduta al valore di chiusura record di $272,32, dopo essere schizzato fino al massimo intraday di $277,97.

Quella di ieri è stata la migliore performance di Salesforce a Wall Street, su base giornaliera, dal 24 novembre del 2008, quando le quotazioni salirono del 19% per chiudere a $6,65.

Boom di scambi, con più di 62 milioni di titoli passati di mano, rispetto alla media giornaliera delle ultime 52 settimane, pari a 5,9 milioni di pezzi.

Quasi imbarazzato è sembrato, nel commentare i risultati di bilancio, il ceo Marc Benioff che, nel corso della conferenza stampa indetta dopo la diffusione della trimestrale, ha definito “dolce-amara” la notizia dei risultati record messi a segno dalla società – con un fatturato che, su base trimestrale, ha superato la soglia dei $5 miliardi per la prima volta nella storia -, viste l’emergenza sanitaria globale scatenata dalla pandemia del coronavirus e le tragedie sia economiche che umane che da essa sono derivate.

Benioff ha utilizzato l’aggettivo “humbling”, confermando di aver accolto in modo per l’appunto umile l’entusiasmo esploso in Borsa per la sua azienda.

La carica dei buy ha portato l’azione a un livello che, oltre a essere record, è salito del 65% dall’inizio del 2020. Con gli acquisti di ieri, la capitalizzazione di mercato del gruppo è balzata inoltre di $48 miliardi, al valore massimo storico di $243 miliardi.

Qualcuno potrà dire che Benioff ha avuto più di un motivo per essere imbarazzato visto che, mentre commentava il bilancio, venivano snocciolati rumor (che poi la società avrebbe confermato in videoconferenza) che 1.000 dipendenti sarebbero stati licenziati.

La notizia è stata battuta, tra le altre, da Bloomberg, che ha reso noto che, “negli Stati Uniti, la mossa colpirà alcuni dipendenti che vendono il software del gruppo alle società di servizi finanziari, alle aziende sanitarie, a quelle attive nel ramo delle scienze naturali, colpendo anche altri team di vendite di prodotti cloud“. A essere interessati, ha precisato l’agenzia di stampa, saranno “alcuni dipendenti specializzati nel Service Cloud, nella piattaforma di Salesforce e nel software e nel CPQ (configure-price-quote), si legge nell’articolo.

La notizia fa tanto più scalpore alla luce dei poderosi guadagni realizzati sia nella realtà che in Borsa dal gruppo.

In realtà il Wall Street Journal ha riportato che i dipendenti a cui è stata notificata l’eliminazione del loro posto di lavoro hanno a disposizione 60 giorni per trovare una nuova posizione all’interno della società. Un aiuto, dunque, verrà dato, secondo quanto ha detto uno stesso portavoce di Salesforce:

“Stiamo riallocando le risorse al fine di posizionare la società su un sentiero di crescita continua. Ciò comporta continuare ad assumere e a ricollocare alcuni dipendenti per rafforzare le nostre aree strategiche, eliminando alcune posizioni che non rispondono più alle nostre priorità di business. Riguardo ai dipendenti coinvolti, li stiamo aiutando a fare il prossimo passo nelle loro carriere, che sia all’interno della nostra società o con una nuova opportunità”.

Eppure, aiuti a parte, lo stesso Ceo Benioff aveva assicurato con un post su Twitter dello scorso 25 marzo che la società non avrebbe licenziato nessuno (nei 90 giorni successivi, va detto):

Lo scorso 19 agosto Salesforce.com aveva annunciato, inoltre, una serie di benefit e agevolazioni ai dipendenti:

“Al fine di dare ai dipendenti l’abilità di pianificare il loro futuro, abbiamo deciso di estendere il periodo di work-from-home (smart working ), permettendo a tutti i dipendenti di continuare a lavorare da casa almeno fino al 31 luglio del 2021. Siamo consapevoli del fatto che trasferire i nostri uffici nelle nostre case non è sempre facile o comodo – soprattutto per chi ha famiglia a casa o per chi si sente isolato -, in questo momento”. Ma “per rassicurare i nostri dipendenti sul fatto che avranno ciò di cui necessitano per continuare a lavorare da casa, offriamo $250 per l’acquisto di attrezzature e prodotti di ufficio, oltre ai $250 erogati in precedenza”.

Ma la stampa americana non perdona, con il San Francisco Chronicle che dà la notizia con il titolo “Salesforce to lay off 165 SF employees despite record revenue”. 165 i licenziamenti che colpiranno San Francisco, da parte della società che è quella che dà più lavoro nella città, in cui ha la sede.

“A day after stellar Q2 report, Salesforce confirms layoffs”, scrive il sito ZDnet, non nascondendo la chiave polemica, ovvero “Il giorno dopo il bilancio stellare del secondo trimestre, Salesforce.com conferma i licenziamenti). Il gruppo ha dato infatti la conferma al sito sui 1000 licenziamenti circa, che colpiranno la propria forza lavoro, che conta 54.000 dipendenti.

Si soffre a Main Street, insomma, e si esulta a Wall Street.

Il titolo Salesforce.com ha raccolto l’attenzione degli investitori nelle ultime ore grazie alla sua doppia vittoria: due giorni fa, la società di cloud computing (la prima che farà il proprio ingresso nel Dow Jones, a partire dal prossimo 31 agosto) ha annunciato di aver riportato nel secondo trimestre del 2020 un fatturato per un valore di $5 miliardi, per la prima volta in assoluto. I numeri della trimestrale si sono confermati ben superiori alle stime degli analisti.

Altra notizia a cui brindare, per il gruppo di Benioff, è stata l’annuncio del rimpasto del Dow Jones, da parte del S&P Dow Jones Indices, leader globale nella creazione di vari indici azionari benchmark: il colosso petrolifero Exxon Mobil, il gigante farmaceutico Pfizer e il gruppo attivo nel ramo difesa Raytheon Technologies lasceranno l’indice, sostituiti rispettivamente da Salesforce.com, Amgen e Honeywell International. Tutto questo, a causa dello split azionario di Apple, che ridurrà l’incidenza della componente tecnologica nell’indice Dow Jones. Di qui, la necessità di riequilibrare il listino dei titoli industriali.