Schiaffo all’EBA: Ecofin boccia bad bank unica per crediti deteriorati. Novità npl per Intesa SanPaolo
L’Ecofin boccia l’idea di una ‘bad bank’ unica per la gestione degli npl (non performing loans). Schiaffo all’Eba, l’Autorità di Bancaria europea, che invece ne aveva auspicato la creazione. Il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha spiegato che, tra i motivi della bocciatura, c’è il fatto che non esiste ancora un mercato secondario in cui i crediti deteriorati possano essere scambiati, mentre il ministro delle finanze maltesi Edward Scicluna. ha ammesso che esiste “un problema di azzardo morale”, dal momento che l’idea di creare una bad bank europea chiama in causa la “condivisione del rischio, te,a ancora molto sensibile, che implica che una eventuale soluzione debba essere gradita da tutti i paesi”.
Starebbe per concludersi il processo che Intesa SanPaolo ha lanciato per vendere il portafoglio da 2,5 miliardi di crediti deteriorati. Indiscrezioni citano tra gli acquirenti che hanno messo la cifra più alta la cordata formata da Crc (Christofferson Robb) e da Bayview (assistiti da Prelios Credit Servicing), con un prezzo tra 10 e i 15 centesimi. L’offerta di Crc-Bayview dovrebbe avere la meglio rispetto agli altri acquirenti interessanti, tra cui Apollo e Cerberus.
All’inizio dell’anno, la European Banking Authority aveva caldamente consigliato all’Ue di affrontare il problema “con urgenza”, a causa di quella zavorra di crediti deteriorati che nell’area ammontano a 1.000 miliardi circa di euro: di questi, la quota più rilevante è detenuta dalle banche italiane, alle prese con non-performing loans per 276 miliardi di euro. Complessivamente, per ben 10 paesi dell’Ue, il ratio medio dei crediti deteriorati è del 10%, ben superiore a quelli di Stati Uniti e di altre economie mondiali. Di conseguenza, il presidente dell’Eba stesso, Andrea Enria, aveva invitato le banche a vendere parte dei loro bad loans a una nuova società di gestione degli asset pan-europea.
Il ministro delle finanze maltese Scicluna ha comunque reso noto che i ministri dell’economia e delle finanza dell’Ue hanno comunque deciso di rendere prioritaria la questione in quanto, come ha spiegato lui stesso, sebbene il problema sia più presente in alcuni paesi membri che in altri, la consapevolezza di un eventuale “effetto domino negativo” implica che ci sia un approccio più coordinato da prte dell’Unione europea.
“Abbiamo dato il via a un gruppo che ha il compito di esaminare la questione, avanzando proposte sulle opzioni da adottare. (..) una delle conclusioni più importanti a cui siamo giunti è che le banche non sono capaci di risolvere i loro problemi da sole, e che dunque è necessario un approccio più completo”.