Viola: Pop Vicenza peggio di MPS, Mussari meglio di Zonin. Intanto Ecofin dice no a bad bank europea
Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, le due banche venete che attendono con ansia la risposta delle autorità europee alla loro richiesta di ricapitalizzazione precauzionale, versano in acque peggiori di quelle in cui versava Mps, quando Fabrizio Viola (ora numero uno di Popolare di Vicenza e consigliere di Veneto Banca) arrivò a Siena prendendone il timone. Lo ha detto lui stesso, nel corso di un’intervista rilasciata a Radio 24.
Così l’ex amministratore delegato di Mps, ora alle prese con il grattacapo delle banche venete, la cui condizione
“Ho trovato una situazione francamente peggiore nel Veneto, rispetto alla situazione di Monte Paschi alla fine del 2011, e la differenza sostanziale è che fa riferimento al danno reputazionale. Ci siamo trovati tutti a fronteggiare non solo una carenza di capitale di liquidità ma soprattutto una carenza reputazionale fortissima”.
“Non c’è neanche da confrontarla: al Monte dei Paschi di danni reputazionali anche la precedente gestione non mi risulta che ne abbia fatti, a parte l’andamento molto negativo del titolo. Ma non c’è traccia delle cose che sono state fatte a Vicenza. A Siena nessuno ha messo mai, nemmeno i precedenti gestori, le mani in tasca ai clienti, e quando i clienti sono usciti l’hanno fatto per paura, ma non per una arrabbiatura”. Insomma: “Dal punto di vista del rapporto con i clienti – ha aggiunto – direi “che Mussari è meglio di Zonin” e “per dirlo in una battutaaSiena nessuno ha messo mai, nemmeno i precedenti gestori, le mani in tasca ai clienti, e quando i clienti sono usciti l’hanno fatto per paura, ma non per arrabbiatura”.
Sull’aumento di capitale che sarebbe necessario alle banche venete, Viola ha sottolineato:
“non credo saranno 6,5 miliardi”. Continuando:
“L’auspicio è che entro il 30 giugno, e comunque entro l’estate massimo, si abbia la certezza dell’operazione. Quindi si possa velocemente incrementare l’operazione di fusione (con Veneto Banca), ma soprattutto riprendere a dialogare con i clienti che sono il nostro più importante patrimonio, con l’obiettivo di convincerli nuovamente che la loro banca è tornata a essere solida e affidabile sotto il profilo del deposito del risparmio”.
L’Ecofin boccia l’idea di una ‘bad bank’ unica per la gestione degli npl (non performing loans). Schiaffo all’Eba, l’Autorità di Bancaria europea, che invece ne aveva auspicato la creazione. Il vicepresidente della Commissione europea, Dombrovskis, ha spiegato che, tra i motivi della bocciatura, c’è il fatto che non esiste ancora un mercato secondario in cui i crediti deteriorati possano essere scambiati, mentre il ministro delle finanze maltesi Edward Scicluna. ha ammesso che esiste “un problema di azzardo morale”, dal momento che l’idea di creare una bad bank europea chiama in causa la “condivisione del rischio, te,a ancora molto sensibile, che implica che una eventuale soluzione debba essere gradita da tutti i paesi”.
All’inizio dell’anno, la European Banking Authority aveva caldamente consigliato all’Ue di affrontare il problema “con urgenza”, a causa di quella zavorra di crediti deteriorati che nell’area ammontano a 1.000 miliardi circa di euro: di questi, la quota più rilevante è detenuta dalle banche italiane, alle prese con non-performing loans per 276 miliardi di euro. Complessivamente, per ben 10 paesi dell’Ue, il ratio medio dei crediti deteriorati è del 10%, ben superiore a quelli di Stati Uniti e di altre economie mondiali. Di conseguenza, il presidente dell’Eba stesso, Andrea Enria, aveva invitato le banche a vendere parte dei loro bad loans a una nuova società di gestione degli asset pan-europea.
Il ministro delle finanze maltese Scicluna ha comunque reso noto che i ministri dell’economia e delle finanza dell’Ue hanno comunque deciso di rendere prioritaria la questione in quanto, come ha spiegato lui stesso, sebbene il problema sia più presente in alcuni paesi membri che in altri, la consapevolezza di un eventuale “effetto domino negativo” implica che ci sia un approccio più coordinato da prte dell’Unione europea.
“Abbiamo dato il via a un gruppo che ha il compito di esaminare la questione, avanzando proposte sulle opzioni da adottare. (..) una delle conclusioni più importanti a cui siamo giunti è che le banche non sono capaci di risolvere i loro problemi da sole, e che dunque è necessario un approccio più completo”.
Tra le notizie relative alle banche:
“L’assemblea dei soci di Ubi Banca ha dato via libera all’operazione di aumento di capitale per un valore di 400 milioni di euro, volto all’acquisizione delle nuove Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti. In sede straordinaria l’assemblea ha approvato la ricapitalizzazione della banca in larghissima maggioranza, ovvero con il 99,8% del capitale presente, rappresentative del 39,9% del capitale.
(in fase di scrittura)