Notizie Notizie Mondo Scegliere i titoli guardando ai criteri ESG, l’investimento responsabile fa lievitare le performance

Scegliere i titoli guardando ai criteri ESG, l’investimento responsabile fa lievitare le performance

3 Maggio 2018 17:29

L’investimento socialmente responsabile, sempre più in voga, permette performance superiori a quelle degli indici tradizionali. La propensione degli investitori, sia istituzionali che privati, ad aumentare la porzione di portafoglio dedicata agli investimenti sostenibili sta aumentando di pari passo con la crescente sensibilità delle istituzioni, a livello globale, all’ambiente e al sociale.

Una sensibilità che risulta anche premiata con performance che tendono ad essere superiori rispetto a quelle dei classici benchmark azionari. Nel 2017 l’indice MSCI World Socially Responsible Investment (SRI) ha messo a segno un balzo del 9,1% (andamento in Euro), facendo meglio dell’indice MSCI World fermatosi a +8%. Ancora più marcato il vantaggio se si guarda ai mercati emergenti con l’indice MSCI Emerging Markets balzato del 20,6% nel 2017, mentre la versione socialmente responsabile è riuscita a mettere a segno un +23,6%. Il 3% a un anno lievita a +10% se si analizza un orizzonte temporale di 3 anni.

I numeri danno ragione guardando alla sola Europa. Oggi è stata presentata una ricerca sviluppata congiuntamente dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Banor SIM che analizza la relazione fra rating ESG e performance di mercato dei titoli azionari più importanti quotati sui listini europei adottando l’approccio di Khan et al. (2016) per il mercato USA, lo stesso utilizzato dal Prof. George Serafeim. Questo approccio definisce per ogni macro-settore economico una serie di indicatori rilevanti ai fini ESG ottenendo una misura standardizzata del rating ESG di ogni impresa.

Su sei anni gli High ESG Europei sovraperformano del 15%

L’analisi sulle perfomance si concentra sull’indice Stoxx Europe 600 e il periodo considerato va dal 2012 al 2017. I risultati sono eloquenti: i titoli appartenenti al quartile delle imprese con più alto rating ESG sono quelle che performano meglio e che mostrano sia una crescita dei ricavi maggiori sia una migliore marginalità. Infine, emerge come l’integrazione fra indicatori ESG e considerazioni economico-finanziarie classicamente usate dagli analisti nella logica value-based sia la strategia migliore per creare portafogli efficienti. I titoli caratterizzati dal punteggio ESG più elevato mostrano un rendimento superiore rispetto agli altri. Per quanto riguarda, invece, la volatilità del rendimento, non si riscontrano differenze significative.

Nel dettaglio i titoli Low ESG, ossia quelli “eticamente meno sensibili” dello Stoxx Europe 600, in sei anni hanno realizzato un +70,9%, quelli Medium ESG sono riusciti a strappare un +80,5% e infine gli High ESG primeggiano con un +86,1%.
Nell’arco dei sei anni presi in considerazione dall’analisi la composizione del paniere è mutata periodicamente e sono, quindi, 882 le imprese considerate nell’analisi (il paniere non include i titoli che non rientravano nel rating ESG come ad esempio i produttori di armi).

“Dagli studi condotti emerge una correlazione tra migliore performance e aderenza ai principi ESG; oggi in USA questa correlazione è anche spinta dai flussi. In futuro, sarà difficile stabilire quanto incideranno le politiche di sostenibilità e i flussi di investimento ad esse legati sulle performance di un’azienda – osserva Massimiliano Cagliero, Banor SIM – Di fatto è importante riconoscere che una correlazione ci sia e che questo inneschi un circolo virtuoso nell’economia reale, con la conseguente spinta sulle aziende quotate ad adeguarsi per attirare investitori. In un contesto che non potrà più prescindere dall’investire secondo questi criteri, l’analisi fondamentale e il nostro approccio value resteranno cruciali per la creazione di valore nel tempo”.

In Europa, sommando gli investimenti SRI e ESG (Environmental, social and governance), i capitali gestiti ammontavano a quota 12 mila miliardi di dollari nel 2016 (dati Global Sustainable Investment Review), più della metà degli asset globali (23mila mld $) e in crescita del 25% rispetto al 2014.