Notizie Notizie Mondo Paradosso Musk affossa Tesla: bolla noiose domande analisti, sbotta contro trader giornaliero

Paradosso Musk affossa Tesla: bolla noiose domande analisti, sbotta contro trader giornaliero

3 Maggio 2018 10:25

I risultati di bilancio di Tesla hanno battuto le attese degli analisti, ma nell’afterhours il titolo ha pagato l’effetto Elon Musk. Nel corso della conference call con gli analisti, il fondatore e ceo di Tesla ha praticamente dribblato le domande di diversi analisti, dando spazio piuttosto a quelle di un suo fan e azionista retail, Gali Russell, 25 anni, proprietario di un canale su YouTube.

Le domande poste da Russell, che aveva chiesto il permesso a Musk di partecipare alla conference call con un tweet, non sono state fuori luogo, in quanto hanno riguardato aspetti legati alla strategia del produttore di auto elettriche. Ma le risposte che Musk ha dato a esse – perchè, almeno a quelle di Russell, l’AD si è degnato di rispondere – non sono state tali da rassicurare gli investitori sul fatto che Tesla riuscirà per esempio a centrare il target di aumento della produzione del suo Model 3 di 5.000 unità, entro la fine di giugno. Né hanno rivelato granché.

Altre domande cruciali che sono state totalmente snobbate da Elon Musk o che lo hanno irritato hanno riguardato la sua precedente dichiarazione, secondo cui il gruppo non avrebbe bisogno di ricorrere a un aumento di capitale. Nessun chiarimento neanche su questo punto.

Nel primo trimestre dell’anno, il gruppo ha bruciato tra l’altro un altro miliardo di dollari di cash, se si considera che il valore complessivo si è attestato a $2,67 miliardi, rispetto ai $3,37 miliardi della fine dello scorso anno.

Si spiega così la reazione del titolo, che aveva chiuso la sessione a quota $301. Quando la conference call è iniziata alle 17.30 ora di New York, il titolo perdeva 3 dollari per poi recuperare qualche minuto più tardi nelle contrattazioni dell’afterhours.

Nei 20 minuti successivi fino alle ore 18, il titolo tornava a cedere 3 dollari a $298. Nei successivi 20 minuti, le quotazioni hanno puntato con decisione verso il basso, lasciando sul terreno più di $14, o il 5% circa, al minimo di $283,74.

Musk contro trader giornaliero: per favore, vendete nostro titolo

Lo scivolone è avvenuto in concomitanza con il rifiuto di Musk di rispondere a una domanda di Toni Sacconaghi, analista di Bernstein, in quanto “noiosa”.

Per lo stesso motivo, il CEO non ha risposto alla domanda di un altro analista, mentre a Gali Russell – che si definisce nerd finanziario- ha dedicato ben 30 minuti.

Quando poi Ben Kallo, analista di Baird, gli ha chiesto ulteriori aggiornamenti sulla produzione del Model 3: “E’ possibile essere aggiornati su quando pensa di raggiungere il target di 3.000 o 4.000 per settimana?”, Musk è quasi sbottato:

“La vera questione è che la gente si focalizza su quello che accade nello spazio di poche settimane o pochi mesi. C’è un motto sugli investimenti, secondo cui bisognerebbe essere concentrati su quanto avviene nel lungo termine, non nel breve termine. Non siamo interessati a soddisfare i desideri di chi fa trading giornaliero. Non potrebbe importarmene di meno. Per favore, vendete il nostro titolo e non compratelo”.

E ancora:

“Penso che chi è preoccupato per la volatilità, dovrebbe senz’altro non acquistare le nostre azioni. Non sono qui per convincervi ad acquistare il nostro titolo. Non acquistatelo se la volatilità vi spaventa”.

Musk ha anche attaccato i media, in merito ad alcuni articoli che sono stati pubblicati e che hanno sollevato dubbi sulla sicurezza della funzione dell’autopilota, definendoli “offensivi”, scritti da giornalisti “irresponsabili”. Questo, nonostante i recenti incidenti tragici in cui i conducenti sono morti.

Russell, detentore di 54 azioni Tesla (a suo dire “praticamente il mio intero portafoglio”) aveva contattato Musk attraverso un post su Twitter, chiedendogli il permesso di intervenire nel corso della conference call successiva alla pubblicazione dei risultati. Di norma, ai rappresenti dei media e agli investitori retail non è consentito partecipare alla conferenza.


Musk aveva risposto con un tweet, dicendo “ok”.

E proprio rispondendo a Gali Russell, Musk ha rivelato che trascorreranno almeno due anni, prima che Tesla dia il via alla produzione del Model Y, aggiungendo che il nuovo veicolo non sarà in ogni caso prodotto nella principale fabbrica, situata a Fremont, in California.

“Non avvieremo la produzione del Model Y alla fine dell’anno prossimo – ha detto Musk – E’ più probabile che l’inizio sia tra 24 mesi, nel 2020..”.

Elon Musk si è rifiutato di rispondere anche ad altre domande sul capitale del gruppo, bollandole “non cool” e “così noiose”.

“Scusatemi. La prossima, la prossima – Musk ha continuato a lamentarsi – Le domande noiose e stupide non sono cool. Qual è la prossima?”

Non è andata meglio neanche i suoi più stretti collaboratori. Musk ha interrotto per esempio il direttore finanziario Deepak Ahuja, dopo che questi si è riferito a Tesla come alla “migliore della classe” per le sue batterie.

La migliore. Non c’è una classe“, ha detto Musk. “Si, siamo i migliori, scusate”, ha ribattuto Ahuja.

La migliore in una classe di un singolo“, ha tenuto a precisare l’AD.

Guardando ai risultati di bilancio, questi hanno messo in evidenza una perdita più che raddoppiata per Tesla. La trimestrale è stata comunque migliore delle attese.

Nel primo trimestre dell’anno, il colosso delle auto elettriche ha perso $709,6 milioni, o $4,19 per azione, rispetto alla perdita di $330,3 milioni, o $2,04 per azione, dello stesso periodo dell’anno precedente.

Escludendo le voci di bilancio straordinarie, la società ha perso $568 milioni, o $3,35 per azione, rispetto al rosso di $215 milioni, o $1,33 per azione del primo trimestre del 2017 e rispetto alla perdita di $3,54 per azione attesa dal consensus.

Il fatturato è salito a $3,41 miliardi, rispetto ai $2,70 miliardi dell’anno precedente e meglio dei $3,28 miliardi previsti dagli analisti.

Guardando al futuro, la società prevede di riportare utili GAAP nel terzo e quarto trimestre del 2018. Le stime sulle spese in conto capitale per quest’anno sono state ridotte da $3,4 miliardi a $3 miliardi.

Da segnalare che, dall’inizio dell’anno, il titolo Tesla ha perso il 3,3%, sottoperformando la flessione dell-1,4% dell’indice S&P 500. Negli ultimi 12 mesi, la performance è stata di un calo del 5,6%, contro il +11% dello S&P 500 e il +14% dell’indice Dow Jones.

Il produttore di auto elettriche ha reso noto di aver fermato la produzione nella terza settimana di aprile per “consentire livelli maggiori di output”.

Nella settimana precedente allo stop ha prodotto un record di 2.270 sedan Model 3, riportando la terza settimana consecutiva di aprile in cui la produzione ha superato la soglia di 2.000 unità. Tesla ha comunicato che un’altra pausa è prevista nel secondo trimestre.