Notizie Notizie Italia Salvini su deficit: mercati se ne faranno una ragione. Spread boom a 280, Ftse Mib crolla -4%

Salvini su deficit: mercati se ne faranno una ragione. Spread boom a 280, Ftse Mib crolla -4%

28 Settembre 2018 13:20

Mercati italiani tramortiti dalle vendite nel giorno dopo il Def. Nel 2019 il deficit italiano salirà per la prima volta dalla crisi che ha travolto la Grecia: altro che discesa del deficit strutturale invocata da Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici e monetari. Il deficit salirà invece di scendere, impedendo così al debito di proseguire nella sua traiettoria ribassista (in rapporto al Pil). E’ questa la verità che stanno scontando i mercati, ed è questa, anche, la verità che fa dell’arrivo del downgrade di Moody’s una notizia già scritta, che viene data per scontata.

Così come viene data per scontata dal sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia, la bocciatura della legge di bilancio da parte della Commissione europea. Detto questo, a tal proposito, è stato lo stesso Garavaglia a spiegare la decisione del governo giallo-verde di fissare il target del deficit-Pil al 2,4%:

Con l’1,6% il governo finiva e si andava al voto e allora avremmo rischiato davvero sui mercati”. Di conseguenza, “consapevoli di avere un debito pubblico più grande rispetto alla Francia, ci siamo tenuti un margine di sicurezza, e questo è un atteggiamento saggio e ragionevole”.

Ma i mercati non la prendono affatto bene, freddati probabilmente anche dall’atteggiamento apparentemente sereno mostrato dal vicepremier Matteo Salvini, che ha affermato stamattina che, in caso di bocciatura della manovra, comunque il governo M5S-Lega andrà avanti. Sui mercati, il leader della Lega ha anche detto che “se ne faranno una ragione”.

Ormai il dado è tratto e anche il ministro dell’economia Giovanni Tria è stato costretto a capitolare di fronte alla determinazione dell’asse M5S-Lega a concretizzare le misure più importanti contenute nel contratto di governo.

Gli esponenti del governo M5S-Lega vanno dritti per la loro strada, a dispetto dello spread che, dopo essere balzato a 270 punti base, vola anche fino a quota 280. Le banche tramortiscono Piazza Affari, con UniCredit e Intesa SanPaolo che arretrano di oltre -6%, portando l’indice Ftse Mib a scivolare fino a -4%.

I titoli scontano il problema del doom loop, del cosiddetto abbraccio mortale banche-BTP, che hanno sempre visto le prime sempre particolarmente esposte ai debiti governativi. Il tasso biennale sfonda anche la soglia dell’1%.

Nonostante questo, su Twitter l’economista leghista e il presidente della Commissione di bilancio della Camera, Claudio Borghi, rivela che “per la prima volta dopo molti anni” ha “riiniziato a comprare Titoli di Stato”, precisando che non si tratta di un “consiglio”, ma di una “informazione che vi sto dando”.

Intervistato dal Corriere della Sera Borghi ha anche affermato, nel commentare la manovra del popolo, che “dobbiamo dare un segnale chiaro e dare corpo alle misure annunciate, senza essere ostaggio dello spread”.

Serviva “un Def rispettoso di ciò che abbiamo promesso di fare. Aggiungerei che quelle cifre non sono scritte sulla pietra” , ha aggiunto il deputato della Lega.

Da Borghi non è mancata infine la stoccata al numero uno della Bce, Mario Draghi, che di recente aveva detto, almeno due volte, che alcune parole arrivate dal governo M5S-Lega avevano fatto danni.

A fare male sono state le dichiarazioni e gli annunci di Draghi, che comunicava la riduzione degli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce – ha sottolineato Borghi – Si tratta solo di speculazioni da parte degli operatori che hanno puntato l’Italia e i suoi titoli di Stato semplicemente perché è un mercato molto più liquido di altri. Le dichiarazioni non hanno rilievo, semmai è colpa di una certa narrazione”.