Manovra: deficit al 2,4% annulla possibilità discesa debito, downgrade Moody’s in arrivo

Si addensano forti nubi sull’Italia dopo il varo ieri sera della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (DEF) che indica un obiettivo di deficit al 2,4%. Aumento del deficit che permetterà al governo di trovare le risorse necessarie per implementare buona parte delle misure contenute nel contratto di governo, a partire dal reddito di cittadinanza (costo 10 miliardi con potenziali fruitori circa 6,5 mln di cittadini) e investimento pubblici quantificati in circa 15 miliardi di euro.
I dettagli della legge di Bilancio saranno inviati a Bruxelles per il 15 ottobre; poi entro il 30 novembre l’UE deve esprimere un primo parere,per poi dare un giudizio definitivo nella primavera del 2019.
Spauracchio Moody’s
Per il Wall Street Journal il governo M5S-Lega sta andando in rotta di collisione con la Commissione europea. I giudizi di S&P e Moody’s sull’Italia sono attesi entro fine ottobre. A fare maggiormente paura è la probabile bocciatura da parte di Moody’s che porterebbe il rating italiano appena un gradino sopra il livello “junk” (spazzatura), spartiacque tra investimenti sicuri e quelli ad alto rischio.
Riduzione debito diventa un miraggio
“Un deficit di questa portata essenzialmente annulla la possibilità di migliorare nei prossimi anni il rapporto debito/GDP, stabilizzandolo a malapena intorno all’attuale quota 130%. Presumibile anche che possa arrivare il downgrade di Moody’s”, argomenta questa mattina Alessandro Balsotti, Strategist e Gestore del JCI FX Macro Fund, che però ritiene che se il downgrade fosse accompagnato da un molto probabile outlook stabile, una simile decisione sia già scontata, almeno in buona parte, nell’allargamento dello spread degli ultimi mesi.
Il governo aveva più volte rassicurato circa l’impegno a ridurre il debito.
Lo spread Btp/Bund è salito questa mattina fino a oltre 260 punti base con il rendimento del decennale italiano balzato oltre il 3 per cento (3,07%) e biennale schizzato nuovamente sopra l’1% (fino a due giorni fa era allo 0,7%) .
L’indice Ftse Mib cede oltre il 2,5% scivolando sotto quota 21mila punti. L’Ufficio Studi di FinanzaOnline rimarca come un calo sotto il supporto in area 20.800 potrebbe aprire la strada a ulteriori ribassi verso i minimi annui toccati lo scorso mese.