Salvini, Johnson e Trump: il trio populista che terrà in ansia i mercati anche dopo l’estate

Il rischio Italia pronto a tornare sotto i riflettori al più tardi a settembre, così come altri leit motive quali Brexit e guerra commerciale. Dopo le nubi che più volte si sono presentate sul Belpaese nel corso del primo semestre, l’ultimo mese e mezzo ha visto una certa stabilizzazione e il prepotente rally dei Btp con tassi scesi fino ai minimi dal 2016 grazie anche alla sponda della Bce. Intanto incombe il giudizio di Fitch sull’Italia in arrivo il 9 agosto e gli alterni umori in seno al governo con la Lega che sembra sempre tentata dall’ipotesi di andare a elezioni anticipate rompendo l’alleanza con il M5S.
Fed e Bce all-in garanzia di un agosto tranquillo?
Guardando anche al di fuori dell’Italia, i mercati hanno registrato buone performance e questo grazie alla decisioni delle principali banche centrali. Federal Reserve e Banca centrale europea in particolare hanno mostrato la volontà di attuare politiche monetarie più accomodanti per contrastare il peggioramento delle aspettative di crescita e inflazione. Il resto dell’estate dovrebbe trascorrere tranquillamente, grazie alla c.d. “put” delle banche centrali, sottolinea il team Investimenti di Pramerica SGR ma le aspettative del mercato si sono spinte molto in avanti, sottolineano.
Le difficoltà che si ripresenteranno a settembre
La BCE avrebbe potuto agire già a fine luglio, considerando il rallentamento in atto nell’economia Ue, ha invece rinviato tutto a settembre e la FED ha dato disponibilità a ridurre il costo del denaro ma su tempi più lunghi di quanto scontato in questo momento dal mercato. Ma cosa succederà a settembre? Gli esperti di Pramerica SGR ritengono che potrebbero riproporsi alcune difficoltà politiche come la legge di bilancio in Italia, la Brexit con un nuovo premier inglese, Boris Johnson, molto agguerrito e le contrattazioni tra USA e Cina in ambito commerciale (il 1 agosto Trump ha annunciato nuovi dazi contro la Cina a partire da settembre, ndr). “Lo scenario alla base delle nostre scelte di investimento – sottolineano – non vede un rallentamento così forte dell’economia da esigere un’azione vigorosa delle banche centrali”. Pensiamo, quindi, che i mercati dovranno ricalibrare le loro aspettative nella seconda parte dell’anno, vale a dire una crescita economica più sostenuta delle attese e meno necessità di interventi di politica monetaria, attraversando una fase di stabilizzazione” continuano gli esperti. “Per quanto riguarda le asset class, le politiche monetarie espansive porteranno i mercati azionari e i mercati a spread a muoversi in un trading range forse più elevato di quello sperimentato finora, con delle correzioni nel momento in cui il rallentamento dell’economia sarà più evidente. I rendimenti resteranno bassi ma probabilmente su livelli superiori a quelli visti a luglio”.