Notizie Notizie Italia La saga Parmalat conquista Piazza Affari. Battaglia all’ultima azione per il controllo

La saga Parmalat conquista Piazza Affari. Battaglia all’ultima azione per il controllo

17 Marzo 2011 15:34

Nel giorno dell’Unità d’Italia Parmalat scompagina la scena a Piazza Affari. E’ una girandola di ordini d’acquisti quella che sostiene il gruppo di Collecchio che dopo essere arrivata a salire di dieci punti percentuali adesso si sgonfia fermandosi a un +0,73% scambiando a quota 2,49 euro. Volumi alle stelle: in una seduta dal sapore festivo per la Borsa di Milano sono stati scambiati 137 milioni di pezzi, pari al 7% del capitale. E’ da martedì che è caccia grossa al titolo in Borsa sulle scommesse di una possibile battaglia per il controllo del gruppo alimentare: negli ultimi tre giorni è passato di mano oltre il 20% del capitale della società. Secondo i trader è in corso un rastrellamento di titoli, al quale si sta sommando la speculazione di chi sta scommettendo su una guerra in assemblea per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione.


Sul mercato è la battaglia all’ultima azione in vista del rinnovo del cda che sarà in votazione alla prossima assemblea del 12-14 aprile. Una manciata di settimane per riscrivere la geografia e forse anche la storia della Parmalat, ma in realtà non c’è tempo da perdere. L’attivismo di questi giorni è dettato da ben altre scadenze in calendario: il termine per il deposito delle liste sul rinnovo del Cda Parmalat scade domani, anche se potranno essere apportate in assemblea le azioni comprate sino al 29 marzo. Ed è proprio la decantata italianità ad assumere oggi un senso compiuto a Collecchio. Secondo il tam tam di Borsa i tre fondi esteri Skagen, Zenit e Mackenzie, già detentori del 15,9% della società, in questi giorni sono più attivi che mai nel tentativo di conquistare i vertici di Parmalat e tentare il rimbaltone.


Gli stranieri hanno candidato per il consiglio di amministrazione della società Rainer Masera per la presidenza, con Massimo Rossi, che in caso di vittoria assumerà la carica di a.d. ad interim, Enrico Salza, Peter Harf, Gerard van Kesteren, Johan Priem, Dario Trevisan, Marco Pinciroli e Marco Rigotti. I rappresentanti dei fondi hanno manifestato critiche nei confronti dell’attuale gestione, puntando il dito soprattutto contro Enrico Bondi. L’attuale presidente di Parmalat non vuole però gettare la spugna: dall’altra parte l’appoggio di Intesa Sanpaolo che nella persona di Corrado Passera ha inserito il suo nome nella lista dei candidati. È chiaro però che l’istituto di credito dovrà tentare di raccogliere nuove alleanze essendo detentore dell’appena 2,48% delle azioni di Parmalat.


Alcune fonti finanziarie sostengono che l’istituto starebbe ancora lavorando in queste ore per definire sua lista di candidati al Cda e una lista di candidati al collegio sindacale e che potrebbe anche catalizzare il voto di altri azionisti a partire da Mediobanca. In particolare Intesa Sanpaolo starebbe costituendo una holding in cui confluirebbe il 29,9% di Parmalat. Di tale quota, il 4,4% farebbe capo a Mediobanca e Intesa, ma non è escluso che in un secondo momento possano anche entrare Generali ed altri azionisti. Un’altra parte, pari a circa il 10-11%, sarebbe stato rastrellato in Borsa, mentre il 15,5% verrebbe acquistato dai tre fondi MacKenzie, Skagen e Zenit.

 

L’istituto guidato da Passera potrebbe caldeggiare anche una fusione tra Parmalat e Granarolo, società della quale detiene oltre il 19% del capitale. Alcuni analisti, tuttavia, sono molto scettici su tale operazione, che non solo porterebbe scarse sinergie, ma potrebbe impigliarsi nelle maglie dell’Antitrust. Nei giorni scorsi aveva anticipato una lista propria il gruppo di fondi soci della società parmigiana (con il 15,3%) e una fonte ha detto che anche Assogestioni depositerà una lista. Di fronte a questo marasma di indiscrezioni, alcuni analisti ritengono plausibile la possibilità di cambiamenti al vertice e quindi di una gestione più aggressiva a causa della forte presenza di fondi esteri nell’azionariato. Per gli esperti di Intermonte è chiaro che queste notizie sostengono l’appeal speculativo del titolo a stretto ridosso dell’assemblea. Ma su chi avrà la meglio nessuno si pronuncia. Domani forse si capirà qualcosa in più, dalle comunicazioni sulle partecipazioni rilevanti della Consob.