Russia: nuove sanzioni economiche non pervenute. Rally rublo, bond e borsa Mosca
La giornata di lunedì è passata, e non c’è stato nessun annuncio di Trump su nuove sanzioni economiche contro la Russia di Putin. I trader e investitori che puntano sugli asset russi hanno tirato un sospiro di sollievo, con il rublo che è salito fino al record intraday, balzando dell’1,3% circa a 61,23 per dollaro.
Era stata l’ambasciatrice Usa all’Onu, Nikkei Haley, ad avvertire che nuove misure punitive contro Mosca sarebbero state annunciate nella giornata di lunedì.
“Vedrete che le sanzioni (contro la Russia) arriveranno. Il segretario (al Tesoro Usa) Mnuchin le annuncerà lunedì, se non lo ha fatto ancora – aveva detto Haley in un’intervista rilasciata domenica alla CBS – Queste colpiranno direttamente tutte le aziende coinvolte con Assad e con le armi chimiche che sono state utilizzate”.
Ma evidentemente Trump ha deciso di fare dietrofront, almeno per ora. E i mercati brindano.
Oggi i bond russi vengono comprati, tanto che il premio richiesto dagli investitori per detenere il debito russo (in dollari) piuttosto che i Treasuries Usa scende di 12 punti base, a 221 punti base.
I tassi decennali dei bond russi arretrano di ben otto punti base al 7,42%, a conferma dello smorzarsi del rishcio.
Dai dati di IHS Markit emerge inoltre che i cds a cinque anni scendono di 8 punti base dai 138 punti base della chiusura di lunedì.
L’indice azionario MOEX balza dell’1,8%, sostenuto in particolare dai rally della banca Sberbank e del gruppo minerario Norilsk Nickel:
Tornando al rischio delle sanzioni economiche, il Washington Post ha riportato alcuni rumor arrivati da fonti vicine alla Casa Bianca, secondo cui l’ipotesi di ulteriori misure punitive è stata comunque presa in forte considerazione: ma alla fine Trump non ha rilasciato l’autorizzazione finale necessaria.
In un comunicato stampa, la portavoce della Casa Bianca Sarah Huckabee Sanders si è limitata a dire:
“Stiamo considerando sanzioni aggiuntive contro la Russia, e prenderemo una decisione in un futuro vicino”.
Sta di fatto che, nuove sanzioni o meno, gli asset finanziari russi hanno pagato molto l’escalation delle tensioni tra gli Usa di Donald Trump e la Russia di Vladimir Putin.
Gli acquisti delle ultime ore sul rublo e su altri asset finanziari russi potrebbero così rivelarsi anche solo una parentesi, se si considera lo stesso atteggiamento di gestori come BlackRock e AllianceBernstein, che hanno ammesso di essere molto cauti, in merito alla strategia da adottare.
In particolare, intervistato da Bloomberg, Gerardo Rodriguez, money manager di BlackRock, ha ammesso che i fondamentali della Russia appaiono appetibili, aggiungendo tuttavia di essere prudente, considerata la difficoltà di riuscire a prevedere quali saranno i prossimi oligarchi e le prossime aziende a essere colpiti dalle sanzioni, in futuro.
Un commento, questo, che mette sull’attenti chi guarda al mercato dei bond russi, visto che BlackRock è il principale detentore straniero del debito del paese, stando ad alcuni dati che sono stati compilati da Bloomberg.
Cautela anche da parte di Shamaila Khan, direttore della divisione del debito dei mercati emergenti presso AllianceBernstein, che si è riferita alla categoria del Tesoro Usa nota come “Specially Designated Nationals”.
Si tratta praticamente di una lista nera, che include individui e aziende i cui asset sono stati bloccati dagli Stati Uniti, e che pertanto vengono classificati con la sigla SDN. In generale, in questi casi, alle aziende americane è vietato fare affari con loro:
E dunque, ha detto Khan, “siamo molto cauti sul debito corporate della Russia, visto che riteniamo che il mercato non abbia ancora scontato a pieno l’aumento del rischio legato alle sanzioni, così come le serie implicazioni della designazione SDN”.
Tornando ai mercati, il rublo si conferma la terza valuta tra le 31 principali al mondo ad aver riportato il trend peggiore dall’inizio dell’anno, mentre la borsa di Mosca è tra gli indici azionari che hanno perso di più.
Le vendite che hanno attaccato i bond sovrani hanno portato i titoli di stato russi con scadenza nel 2047 a precipitare a 95 centesimi sul dollaro, dai 107 centesimi di gennaio.