Notizie Notizie Mondo Russell Clark di Horseman alias hedge fund più bearish al mondo: ‘risposta a Covid accenderà inflazione, addio a tutti bond sovrani’

Russell Clark di Horseman alias hedge fund più bearish al mondo: ‘risposta a Covid accenderà inflazione, addio a tutti bond sovrani’

17 Aprile 2020 12:25

Altro che ‘don’t fight the Fed’: Russell Clark, ceo e responsabile investimenti dell’hedge fund più bearish al mondo Horseman Global, ha deciso di rivoluzionare la sua strategia di investimenti, nella convinzione che le misure straordinarie anti-COVID lanciate dalle banche centrali infiammeranno l’inflazione, scatenando fenomeni di reflazione e di stagflazione.

La ‘colpa’ sarà anche dell’helicopter money, ovvero di quelle misure di stimoli che, almeno negli Stati Uniti e anche in Giappone, si concretizzeranno nel mettere i soldi direttamente nelle tasche dei cittadini.

“Per me è difficile togliermi di dosso la sensazione che stiamo arrivando alla fine del trend deflazionistico, che ha preso il via agli inizi degli anni ’80”, ha scritto Clark nella sua ultima lettera agli investitori. Trend deflazionistico che, a suo avviso, dovrebbe ora lasciare il posto alla reflazione, a causa dell’immensa ondata di liquidità arrivata e in arrivo dalle banche centrali.

Russell Clark (Horseman) parafrasa Milton Friedman

Parafrasando Milton Friedman, il numero uno e anche cio dell’hedge fund ha detto “che l’inflazione è sempre e comunque un fenomeno politico” (Friedman aveva invece scritto, nel suo A Monetary History of the United States 1867–1960 che “l’inflazione è sempre e dovunque un fenomeno monetario“.

Secondo l’ad di Horseman, sono caduti, di fatto, tutti i baluardi anti-inflazione. D’altronde, “nessun politico sano di mente si opporrebbe ad aumentare i salari dei lavoratori essenziali, e i sindacati lo sanno”. Inoltre “le banche centrali, che stanno finanziando allegramente il 15% dei deficit, hanno dimostrato di essere disposte a finanziare qualsiasi cosa i governi desiderino”.

Di conseguenza, secondo Russell Clark, “le difese istituzionali create per combattere l’inflazione sono state smantellate del tutto“.

Clark fa una riflessione anche su Paul Volcker, numero uno della Federal Reserve sotto le amministrazioni di Jimmy Carter e Ronald Reagan negli anni compresi tra il 1979 e il 1987, noto per essere riuscito a porre fine all’inflazione Usa esplosa negli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80:

“A Paul Volcker viene riconosciuto spesso il merito di aver messo fine all’inflazione. E in diversi modi lo ha fatto. Ma l’indipendenza della banca centrale è stata uno dei diversi cambiamenti istituzionali che sono stati fatti negli anni ’80, al fine di mantenere l’inflazione sotto controllo. Tra questi cambiamenti ci sono stati anche l’indebolimento del potere dei sindacati, il taglio delle tariffe, la liberalizzazione di enormi aree dell’economia e, ove possibile, la decisione di permettere al mercato di determinare i vincitori e i vinti. Questi cambiamenti istituzionali sono rimasti per la maggior parte in essere, sia in Occidente che in Giappone e, nonostante gli sforzi più importanti compiuti dai peggiori banchieri centrali delle ultime generazioni, abbiamo continuato ad assistere alla presenza di deflazione. Quando guardiamo ai mercati obbligazionari, vediamo rendimenti sul fondo e investitori che hanno adottato strategie long sui bond come il risk parity, strategie di portafogli bilanciati e di private equity. La deflazione è prezzata nei mercati e, secondo le attese, dovrebbe continuare”.

Ma non per Russell Clark, che ha rivoluzionato il suo portafoglio sfruttando le opportunità che si sono presentate con la crisi coronavirus. Opportunità che derivano, secondo lui, non dalla prosecuzione delle tendenze deflazionistiche, ma dal ritorno dell’inflazione, dunque dalla reflazione, proprio a causa di quella ondata di liquidità che le banche centrali continuano a pompare.

Russell Clark: sarà reflazione, venduti tutti titoli di Stato

Il fondo più bearish al mondo è “uscito così dalle posizioni legate alla deflazione – ha detto il ceo –Abbiamo venduto tutti i bond governativi detenuti, e ora sto cercando di shortare gli asset che hanno beneficiato del contesto di tassi di interesse, dei prezzi delle commodities e dei salari molto bassi, per fare nomi l’immobiliare commerciale, i ristoranti e le utility (e, potenzialmente, il private equity)”.

La previsione non è sicuramente di buon auspicio per gli asset americani, visto che la lezione numero 1 del 2018 è che l’inflazione è molto bearish per gli asset Usa. Appena l’inflazione torna a presentarsi, infatti, i mercati iniziano a temere che la Federal Reserve stacchi la spina. La seconda lezione del 2018 che è riapparsa nel 2020, ancora più grande, è che sia la borsa Usa che il mercato dei bond Usa sono totalmente dipendenti dalla (morfina, droga, flebo della) Federal Reserve.

Peccato che stavolta, quella benzina di liquidità di cui ha parlato qualche ora fa anche Guido Brera, Chief Investment Officer Asset Management di Kairos Partners SGR, nel presentare il proprio outlook sui mercati, finirà per mandare in corto circuito l’economia americana, inaugurando una nuova era di reflazione.

Clark ritiene che, “con l’inflazione, i mercati americani saranno in guai seri“, a causa del rischio che l’incubo degli anni ’70 e la stagflazione si ripresentino. A quel punto la cosa giusta da fare sarà “shortare i bond ed essere long sulle commodities, con un approccio short verso l’azionario Usa“.

In definitiva, riassume il cio dell’hedge fund più ribassista al mondo, “gli asset inflazionistici sovraperformeranno quelli deflazionistici”. Russell Clark conclude così la sua lettera:

“A livello mentale, ci siamo trovati in deflazione per 10 anni. Ora siamo molto di più nel campo dell’inflazione. Farò decidere agli altri se questa view farà di me ancora “il gestore dei fondi più bearish’. Personalmente, preferirei essere conosciuto come ‘il gestore di fondi più logico e razionale…ma questo non farebbe notizia!”.

C’è da dire che il 2019 non è stato sicuramente un anno positivo per il fondo Horseman. Le continue scommesse bearish lanciate da Russell Clark, a fronte della carica di liquidità immessa dalle banche centrali Fed, Bce e People’s Bank of China, hanno portato l’hedge fund a perdere il 34,91%, riportando la performance peggiore, su base annua, della sua storia.

L’anno scorso il fondo ha assistito anche a un crollo monstre degli asset gestiti (-75%), da $581 milioni ad appena $150 milioni.

Le cose sono migliorate con l’inizio del 2020, soprattutto a marzo, mese che ha visto Horseman guadagnare il 15,2%, dopo il rialzo già solido del 9,5% di febbraio. Il risultato è che, dall’inizio dell’anno, il fondo ha guadagnato +26,9%, tanto che, se le cose continueranno ad andare bene, il 2020 potrebbe confermarsi l’anno migliore dal 2008, quando il ritorno fu pari a +31,3%.