Rush finale dell’Europa, si allentano le tensioni sulle Borse in vista dell’Ecofin
L’Europa ha recuperato la falsa partenza. A mezz’ora dalla chiusura delle contrattazioni gli indici delle principali piazze finanziarie del Vecchio Continente si muovono tutti in territorio positivo. La chiusura positiva di Tokyo dopo i dati sul Pil e la diffusione dei dati sulla bilancia commerciale nell’Area euro hanno consentito la risalita. Le indicazioni positive sul fronte macro arrivate nel pomeriggio da Oltreoceano dove le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono salite dell’1,2% in ottobre hanno fatto il resto. Si tratta dell’aumento maggiore degli ultimi sette mesi e il quarto consecutivo, spinte dalle sostenute vendite di auto.
Nel comunicare il dato di ottobre, il Dipartimento del Commercio statunitense ha inoltre rivisto al rialzo anche la stima di settembre, portandola a +0,7% dal +0,6% precedentemente previsto. L’aumento registrato in ottobre ha battuto le attese degli analisti. Su base annua l’incremento è stato nell’ordine del 7,3%. Nel rush finale l’indice parigino segna un rialzo dello 0,95%, mentre a Londra il Ftse guadagna lo 0,42%. Positive le piazze di Amsterdam (+0,72%) e Francoforte (+0,86%). Bene anche Spagna (+1,32%) e Portogallo dove l’indice Psi 20 guadagna lo 0,86%. Anche a Piazza Affari l’indice Ftse Mib sale dello 0,77%.
A dominare la scena sul mercati continentali è stata la crisi di bilancio in cui versa l’Irlanda, dopo l’andirivieni della fine settimana delle voci su probabili salvagenti che sarebbero stati lanciati a Dublino. Al momento sono solo speculazioni, ma un portavoce del ministero delle Finanze irlandese ha chiarito che le autorità “hanno avviato contatti a livello internazionale” per quanto riguarda la situazione economica del Paese e che al momento non hanno presentato alcuna richiesta di aiuto finanziario.
La situazione, che dovrebbe chiarirsi in occasione dell’Ecofin che si terrà questa settimana, vede ancora l’Irlanda in grado di onorare i propri impegni obbligazionari, mentre il sistema bancario si trova sotto pressione a causa delle gravi difficoltà del mercato immobiliare che lasciano gravi dubbi sul recupero dei finanziamenti effettuati. In attesa della riunione del vertice dell’Eurozona prevista per domani, qualcuno ha atteso indicazioni già oggi dalle riunioni informali.
A Bruxelles si teme che temporeggiare su un intervento – soprattutto mirato sulle banche – sia rischioso e costoso. Secondo una parte degli economisti, il rischio è invece quello di sbagliare ancora. Con la Grecia l’errore fu quello di attendere troppo prima di lanciare la ciambella di salvataggio, con l’Irlanda potrebbe invece essere quello di farlo troppo presto, dando ai mercati la sensazione che l’ex tigre celtica stia per affogare davvero nonostante le smentite di Dublino, che vorrebbe invece giocarsi i sette mesi di tempo che ha prima di dover rinegoziare il suo debito pubblico.
Il vero problema, hanno sottolineato diverse fonti a Bruxelles, non è il finanziamento del debito sovrano: a differenza della Grecia l’Irlanda non deve ricorrere al mercato perché il debito è totalmente finanziato fino a giugno. L’intervento di cui si parla riguarda invece il solo sistema bancario che, secondo lo scenario peggiore individuato con lo stress test dal ministero delle finanze e dalla banca centrale, potrebbe richiedere un soccorso di 50 miliardi di euro. Che salirebbero in realtà a quota 90 miliardi secondo alcuni analisti.