Notizie Notizie Mondo Borse europee tutte positive in attesa dei dati Usa, sotto osservazione interventi Dublino

Borse europee tutte positive in attesa dei dati Usa, sotto osservazione interventi Dublino

15 Novembre 2010 13:12

In attesa dei dati Usa del primissimo pomeriggio, con attenzione soprattutto sulle vendite al dettaglio, le Borse europee si sono portate tutte in territorio positivo. Cresce Atene (+1%) nonostante l’aggiornamento negativo dei dati macroeconomici greci e di qualche frazione sale anche Dublino (+0,2%), sotto osservazione per eventuali interventi a favore del settore del credito irlandese.


L’indice Stxe 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, cresce dello 0,2%, con Parigi (+0,53%), Francoforte (+0,61), Madrid (+0,66%), Lisbona (+0,76%) tutte in territorio positivo. Anche Milano segna un +0,44%. Sul mercato si naviga a vista. Gli investitori guardano alla riunione dell’Eurogruppo in agenda domani pomeriggio dalle 17. Nonostante la stabilizzazione dei tassi di mercato dei titoli irlandesi a dieci anni si infittiscono le voci e le relative smentite ufficiali sul ricorso al Fondo di stabilità finanziaria per l’Eurozona. A Bruxelles si teme che temporeggiare su un intervento – soprattutto mirato sulle banche – sia rischioso e costoso.


Eppure secondo una parte degli economisti, il rischio è quello di sbagliare ancora. Con la Grecia l’errore fu quello di attendere troppo prima di lanciare la ciambella di salvataggio, con l’Irlanda potrebbe invece essere quello di farlo troppo presto, dando ai mercati la sensazione che l’ex tigre celtica stia per affogare davvero nonostante le smentite di Dublino, che vorrebbe invece giocarsi i sette mesi di tempo che ha prima di dover rinegoziare il suo debito pubblico.


Da Dublino l’indicazione del governo anche oggi resta la stessa: non abbiamo chiesto un intervento dell’Eurozona. Sembra di essere tornati alle settimane precedenti l’intervento per la Grecia con la differenza che il problema di Atene era vincere la resistenza tedesca, mentre oggi le resistenze arrivano più dall’Irlanda, convinta di riuscire a farcela con le proprie gambe.


Il vero problema, sottolineano diverse fonti a Bruxelles, non è il finanziamento del debito sovrano: a differenza della Grecia l’Irlanda non deve ricorrere al mercato perché il debito è totalmente finanziato fino a giugno. L’intervento di cui si parla riguarda invece il solo sistema bancario che, secondo lo scenario peggiore individuato con lo stress test dal ministero delle finanze e dalla banca centrale, potrebbe richiedere un soccorso di 50 miliardi di euro. Che salirebbero in realtà a quota 90 miliardi secondo alcuni analisti.

 

Secondo Andrew Garthwaite del Credit Suisse i periferici non si trovano di fronte a una crisi sistemica. “Restiamo pessimisti sulle prospettive economiche di Grecia, Portogallo e Irlanda, pensiamo che questa situazione sia insostenibile”, è l’opinione dell’analista, secondo cui il rischio principale è una deriva politica irrazionale. “Usando come esempio le crisi bancarie precedenti, stiamo che i costi addizionali per i governi di Portogallo, Irlanda e Grecia dalle svalutazioni del settore privato potrebbero aggirarsi intorno ai 110-140 miliardi di euro”.