Notizie Notizie Mondo Ray Dalio: banche centrali hanno esaurito la loro forza, taglio tassi e QE non fermeranno recessione

Ray Dalio: banche centrali hanno esaurito la loro forza, taglio tassi e QE non fermeranno recessione

31 Agosto 2019 10:18

La capacità delle banche centrali di invertire una recessione economica sta per volgere al termine mentre l’economia globale entra in una delle ultime fasi del ciclo a lungo termine del debito. A sostenerlo è Ray Dalio, fondatore dell’hedge fund Bridgewater che già poco tempo fa aveva sottolineato come nonostante le banche centrali si stiano muovendo per allentare la loro politica monetaria, tutto questo non basterà.

In un post su LinkedIn, il più grande gestore di hedge fund al mondo espone la sua teoria dell’attuale macroambiente usando la sua miscela stilistica di dati e relativismo storico per sostenere che il mercato obbligazionario, la crescente disuguaglianza di ricchezza e la guerra commerciale con la Cina si stanno combinando per rendere le cose molto simili alla fine degli anni ’30… e non va bene.

“I tassi di interesse diventano così bassi che abbassarli abbastanza per stimolare la crescita non funziona al meglio”, ha scritto il fondatore miliardario della società di gestione degli investimenti Bridgewater Associates in un saggio pubblicato su LinkedIn. Non funzionerà stampare denaro e acquistare asset in quanto – continua Dalio – non si produrrà credito adeguato da immettere nell’economia reale creando così la necessità di una grande deficit di bilancio e poi della sua monetizzazione. L’ultima volta che forze simili hanno creato una dinamica simile è stato dal 1935 al 1945. “C’è molto da imparare comprendendo la meccanica di ciò che è successo allora (e in altri periodi analoghi prima di allora) al fine di comprendere la meccanica di ciò che sta accadendo ora.”, ha scritto.  Dalio sottolinea che non sta dicendo che il passato sia un prologo in modo identico. “Quello che sto dicendo è che le relazioni di causa/effetto sono analoghe”.

 

Sul taglio dei tassi di interesse interviene molto spesso il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che in più occasioni ha puntato il dito contro la Federal Reserve. All’inizio di questo mese, Trump ha sostenuto  che la banca centrale americana dovesse tagliare i tassi di almeno 100 punti base e le sue ultime esternazioni sempre sulla Fed non sono state certamente felici.

 

Trump assedia la Fed, ecco cosa attendersi a settembre

L’ultimo affondo di Trump è stato il 29 agosto, sempre via Twitter: “L’economia sta andando alla grande, con un potenziale al rialzo enorme. Se la Fed facesse quello che deve fare, andrebbe come un razzo!”, ha scritto Trump dopo la pubblicazione del dato relativo al Pil a stelle e strisce. Il Prodotto interno lordo ha segnato nel secondo trimestre una crescita su base annualizzata del 2% rispetto ai tre mesi prima. Trump in precedenza ha anche detto che la Fed ‘non riesce mentalmente tenere il passo con la concorrenza di altri Paesi”.

Il mercato si aspetta nuove mosse espansive della Federal Reserve che, dopo i 4 rialzi dei tassi nel corso del 2018, a luglio ha cambiato rotta e ha effettuato il primo taglio dei tassi di un quarto di punto al 2-2,25%. Il prossimo meeting è in agenda il 17.18 settembre.

La settimana prima (12 settembre) arriverà quello della Bce che ha fatto capire che è pronta a tagliare il costo del denaro. Le attese sono di un taglio del tasso sui depositi da -0,4% a -0,6%. Gli analisti di Ing prevedono che la BCE non aspetterà che l’economia dell’Eurozona sarà nuovamente intrappolata in una possibile spirale deflazionistica e quindi vorrà impostare un altro attacco preventivo. “La BCE presenterà un nuovo pacchetto di stimolo costituito da un taglio di 20 pb nel tasso di deposito, un sistema di stratificazione, un riavvio del QE con 30 miliardi di euro al mese e un repricing dei TLTRO”, è la previsione di Ing.