Notizie Notizie Italia Rischio Germania, il segnale di alert del bund. Gli impatti su Btp e spread

Rischio Germania, il segnale di alert del bund. Gli impatti su Btp e spread

11 Novembre 2024 12:03

Il governo Scholz è arrivato ai titoli di coda e la crisi tedesca, che da economica è adesso anche politica, rischia di avere strascichi non trascurabili sull’intera Eurozona. Andiamo a vedere quali sfide si prospettano per la Germania e implicazioni anche per spread e Btp.

La rigidità sui conti affossa il governo Scholz

A far dissolvere la coalizione composta da Spd, Verdi e Fdp è stata la frattura insanabile tra il cancelliere e il ministro delle finanze Lindner sulla politica fiscale, in particolare sull’adesione al “freno al debito” previsto in costituzione. La difesa a oltranza da parte di Lindner delle rigide regole di spesa ha indotto Scholz a licenziare il ministro che è anche leader del partito liberale.

La coalizione di governo a tre partiti della Germania è crollata nella serata del 6 novembre e Scholz ha programmato un voto di fiducia, con nuove elezioni che si terranno probabilmente tra l’inizio di gennaio e la fine di marzo. Nel frattempo, appare difficile prospettare un accordo sul bilancio 2025 in piena campagna elettorale. Una soluzione probabile è l’utilizzo di un bilancio preliminare da parte del governo uscente, basandosi sulla prima proposta di bilancio.

Che ne sarà del “freno al debito”?

I sondaggi danno i conservatori della Cdu in testa, suggerendo che una “grande coalizione” con i socialdemocratici di Scholz o una coalizione “nero-verde” (con i Verdi) siano gli esiti più probabili. Goldman Sachs non si aspetta però un’espansione fiscale aggressiva dal prossimo esecutivo e stima che i conservatori arrivino a sostenere solo limitate misure fiscali aggiuntive rispetto al «freno» che impone che il debito pubblico non salga più dello 0,35% del Pil ogni anno. C’è quindi il rischio concreto che la politica fiscale tedesca continui a rappresentare un ostacolo alla crescita del Paese.

Il cambio di governo aumenta le prospettive di ulteriori stimoli che sforino il tetto del debito o la modifica della Costituzione per consentire una maggiore flessibilità sul debito. Tra le proposte di riforma più plausibili c’è la suddivisione dell’entità del freno all’indebitamento in funzione dei livelli di debito e che preveda un periodo transitorio dopo l’attivazione della clausola di salvaguardia motivi di emergenza. Ad oggi il freno all’indebitamento si applica a qualsiasi livello di debito e richiede il disavanzo diminuirà bruscamente dopo la fine del periodo di emergenza.

Crisi Berlino si intreccia con esito elezioni Usa

Ad aggiungere pressione per un cambio di passo da parte di Berlino è l’esito delle elezioni statunitensi. L’incubo dei dazi trumpiani, che andranno a incidere non poco sull’economia tedesca, rende quasi vitale per la Germania allargare i cordoni della spesa pubblica di un paese che presenta un indebitamento pubblico molto passo, poco sopra la soglia del 60% (62,9% a fine 2023) .

I mercati chiaramente stanno alla finestra. Nessun segnale di allerta massima, ma nei due giorni successivi al 6 novembre i Bund si sono deprezzati e per la prima volta il rendimento del titolo di stato tedesco ha superato quello dell’Irs (Interest rate swap), visto come un indicatore delle attività prive di rischio e usato da imprese e istituzioni finanziarie per proteggersi dalle fluttuazioni dei tassi. Il tasso del decennale tedesco viaggia oggi al 2,34% rispetto al 2,13% che segnava a inizio anno.

Gli investitori nelle prossime settimane e mesi inizieranno a prestare attenzione ai segnali che arriveranno dalla campagna elettorale tedesca soprattutto in merito alle possibili mosse fiscali poiché influenzeranno in modo significativo anche il più ampio panorama obbligazionario europeo.

Germania costretta a spendere di più, cosa significa per Bund e Btp?

La direzione politica ed economica della Germania è un grosso problema per la stabilità dell’eurozona. “Poiché la Germania è considerata un punto di riferimento per la disciplina fiscale, qualsiasi cambiamento nella sua politica fiscale avrà probabilmente ripercussioni sui mercati obbligazionari”, sottolinea Althea Spinozzi, responsabile della strategia obbligazionaria di Saxo.

I rendimenti dei Bund tedeschi sono già aumentati in risposta ai timori di un aumento dell’emissione di debito e di un potenziale allentamento fiscale. “Se le campagne elettorali spingeranno per una maggiore spesa pubblica o per un allentamento del debito, è probabile che i rendimenti saliranno ulteriormente”, spiega l’esperta.

I rischi politici e l’incertezza sulle decisioni fiscali della Germania potrebbero inoltre portare a una persistente volatilità del mercato, con rendimenti degli asset tedeschi fluttuanti e premi di rischio in aumento per altre obbligazioni UE.

“È probabile che i rendimenti tedeschi in aumento spingano verso l’alto i rendimenti di altri titoli di Stato europei, poiché i Bund solitamente danno il tono ai mercati del debito dell’eurozona – prosegue la Spinozzi –  . Nel breve termine, potremmo vedere gli spread ampliarsi a causa della maggiore volatilità, il che espone le posizioni a lunga durata a un rischio maggiore di perdite”. “Tuttavia, guardando più avanti, c’è un potenziale di compressione dello spread se la Germania emette più debito e spinge per una maggiore emissione di obbligazioni a livello di Unione Europea per finanziare settori come la difesa. Questo scenario diventa più plausibile se una vittoria di Trump porta a un ridotto sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina”.

Gli investitori che detengono obbligazioni governative, quali i Btp, sono chiamati quindi a monitorare attentamente questi sviluppi, in particolare per le posizioni con elevata sensibilità alla duration, man mano che la politica fiscale della Germania evolve.