Notizie Notizie Mondo I possibili rischi per i mercati nel 2020 e implicazioni per dollaro, oro e azioni

I possibili rischi per i mercati nel 2020 e implicazioni per dollaro, oro e azioni

3 Gennaio 2020 10:40

Il 2020 è appena iniziato e le previsioni su come sarà questo nuovo anno non sono finite. La maggioranza degli esperti in outlook, forte di un 2019 piuttosto brillante, annuncia un 2020 favorevole. A sostenere tali tesi molti argomenti: dal raggiungimento dell’accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti che riduce l’incertezza e allontana la percezione di imminente disastro nel 2020, alla Brexit e la sensazione di aver evitato il peggio prevale sulla consapevolezza delle difficoltà da superare fino al presidente degli Stati Uniti Donald Trump che farà di tutto per presentarsi alle presidenziali con un’economia col vento in poppa e indici azionari ai massimi.

Fed ha maggior margine di manovra, occhio quindi a oro e dollaro

Secondo Didier Saint-Georges, managing director e membro del comitato strategico di investimento di Carmignac, venendo meno il rischio di recessione, emergono però altri problemi strutturali che per il risparmiatore ruotano intorno all’incapacità di ripresa dopo la crisi del 2008.

La ragione – dice l’esperto – è semplice e riguarda il fatto che i governi si sono indebitati per assicurare il salvataggio delle banche, il cui crollo avrebbe significato una crisi simile a quella del ‘29. “Ormai privati del minimo margine di manovra fiscale, i governi hanno affidato alle banche centrali il compito di rilanciare l’economia mediante un metodo tanto audace quanto abile” continua Saint-Georges, ossia “far salire i prezzi degli asset finanziari, convinte che l’aumento del loro valore avrebbe creato un effetto ricchezza rilanciando i consumi”. Il maggior valore delle obbligazioni acquistate dalla Banche Centrali avrebbe avviato un movimento di cui tutti gli asset avrebbero beneficiato. Tuttavia, se la quantità di asset che una banca centrale può acquistare è praticamente senza limiti, non è così per l’economia reale visto che senza investimenti produttivi, sviluppo dell’occupazione e aumento delle retribuzioni non può esserci creazione di ricchezza.

Quindi da una parte i detentori di asset finanziari hanno approfittato di questo effetto, ma dall’altra la crescita economica reale non ha eguagliato i rialzi dei mercati finanziari. Ragion spiegata per cui da alcuni anni si assiste a una rivolta della classe media contro l’inasprimento delle disparità sociali, come dimostrano i focolai scoppiati in Cile, Francia e Stati Uniti, con crescenti pressioni sui governi affinché abbandonino le politiche di austerity.

In questo processo – continua l’esperto – è probabile che gli USA possano fare molto di più e prima dell’Europa. Nonostante l’indebitamento e i deficit di bilancio e commerciale siano peggiori dei nostri, la banca centrale americana avrà un margine di manovra ben maggiore per finanziare queste spese senza provocare un collasso obbligazionario. Così alle presidenziali del 2020 qualsiasi candidato potrà promettere piani di rilancio. Anche l’Europa seguirà la stessa strada e anche i paesi storicamente più virtuosi dovranno ammettere che in Europa una recessione è assolutamente vietata per via dei livelli di indebitamento dei paesi più fragili. Poiché gli Stati Uniti agiranno per primi, inizialmente il dollaro potrà subire un calo di fiducia a vantaggio dell’oro. L’adozione di piani di rilancio dovrebbe tradursi in un aumento dei tassi, ma le Banche Centrali scongiureranno un crollo dei mercati obbligazionari.

Da qui i mercati azionari si orienteranno dove la crescita sarà più forte, favorendo ancora una volta gli Stati Uniti. Tutto ciò non avverrà in modo tranquillo a causa delle tensioni sui mercati obbligazionari e valutari.

“Raccomandiamo ancora prudenza – conclude l’esperto –  in previsione di una ripresa della volatilità e rigore nella selezione delle azioni. Le valutazioni sono già alte e una gestione passiva basata sul proseguimento di una fase toro universale potrebbe rivelarsi deludente”. “Per il momento la speranza predominante è che il cammino economico degli ultimi dieci anni per la terza volta si sia salvato in extremis. Tenuto conto della posta in gioco, è opportuno giocare d’anticipo”.