Rally globale dei bond guidato dai Gilt britannici: aumenta la paura di un no-deal Brexit
Gli investitori fanno incetta di bond a livello globale, Gilt in primis. Non è tanto l’attesa per la Fed e per quanto annuncerà il Fomc stasera a scatenare il rally dei titoli di stato, quanto la paura di un no-deal Brexit. A salire sono soprattutto i bond britannici, i Gilt per l’appunto, poco dopo le dichiarazioni di Jean-Claude Juncker.
Parlando al Parlamento europeo dell’incontro di qualche giorno fa tra lui e il premier Boris Johnson, il presidente uscente della Commissione europea ha ammesso che il rischio di un no-deal Brexit è reale, “palpabile”, per la precisione, pur aggiungendo che un accordo è ancora “possibile” e “auspicabile”.
Così Juncker nel suo discorso ai parlamentari europei:
“Il primo ministro (Boris Johnson) ci ha assicurati sul fatto che continua a volere un accordo. Ma che, a prescindere da quello che accadrà, il Regno Unito lascerà l’Unione europea il prossimo 31 ottobre, con o senza accordo (riferimento al mantra Brexit a tutti i costi di Johnson ). E’ questo il motivo per cui il rischio di un no-deal è palpabile…La Commissione (Ue) è pronta a lavorare ogni giorno, e notte e giorno – con qualche pausa – al fine di trovare quelle soluzioni tecniche e politiche di cui c’è bisogno, ma non sono sicuro che ce la faremo. Rimane davvero poco tempo, ma so che dobbiamo continuare a provare”.
Il riaccendersi dei timori per il worst-case scenario Hard Brexit ha portato gli investitori a posizionarsi sui Gilt, che continuano a beneficiare della fiducia dei mercati, nonostante vengano emessi proprio dal paese che rischia di divorziare in malo modo dall’Unione europea.
Bloomberg riporta che tassi dei Gilt decennali sono scesi oggi di 4 punti base allo 0,65%. Giù anche i tassi dei Treasuries e dei Bund tedeschi.
A sostenere la domanda per i bond sono stati anche i risultati dell’asta tedesca dei Bund a 30 anni, che si sono confermati migliori di quelli del collocamento dello scorso mese, il cui esito poco confortante aveva scatenato un forte sell off sui titoli.
Altre brutte notizie hanno sollevato le quotazioni della carta britannica: oltre alle tensioni per la Brexit, i Gilt hanno guadagnato per il dato sull’inflazione del Regno Unito, che ha segnalato un rallentamento. Si scommette di conseguenza su una Bank of England più dovish, in attesa dell’annuncio sui tassi di domani.
I mercati prezzano un nulla di fatto ma, guardando in avanti, scommettono su un taglio dei tassi UK di 17 punti base entro la fine dell’anno.
Intervistato da Bloomberg, Jens Peter Sorensen, responsabile analista di mercato presso Danske Bank, ha fatto notare che “bassa inflazione e Hard Brexit non sono una buona combinazione”. Aggiungendo che i “Gilt non sono costosi”.
Oggi dal fronte macro è stato reso noto, per l’appunto, il dato dell’indice dei prezzi al consumo, che ha confermato il rallentamento dell’inflazione UK, con un rialzo dell’1,7% su base annua ad agosto, inferiore al +2,1% di luglio, e al tasso più basso dal 2016.
Diffuso anche il dato sui prezzi delle case del Regno Unito, da cui è emerso un tasso di crescita dei prezzi al ritmo più basso in quasi sette anni, nel mese di luglio, pari ad appena +0,7% su base annua.