Boris paladino della Brexit a tutti i costi. Rimandare divorzio? ‘Piuttosto, muoio combattendo’
E’ determinato a difendere con i denti e con le unghie il proprio mantra Brexit a tutti i costi, Boris Johnson. Apparentemente impermeabile alle sconfitte incassate al Parlamento UK – tanto da far ricordare le disfatte ripetute sofferte dall’ex premier che lo ha preceduto, Theresa May, in un discorso proferito di fronte ai cadetti della polizia a Wakefield, dove ha lanciato anche la sua campagna elettorale “informale”, Johnson ha detto: Ritardare la Brexit oltre la data fissata al prossimo 31 ottobre? “Piuttosto, morirei combattendo fino alla fine”.
Non importa che oggi approderanno a Westminster tutte le proposte di legge volte a scongiurare quel worst case scenario che l’ex sindaco di Londra non ha mai temuto, ovvero il no-deal Brexit.
Non importa neanche che la sua mozione per le elezioni anticipate sia stata bocciata, e che sia stata approvata una proposta che lo costringe, in caso di mancato accordo con Bruxelles nella data sulla Brexit fissata al 31 ottobre, a chiedere una’estensione dell’Articolo 50, dunque a rimandare ancora la data del divorzio UK dal blocco europeo (inizialmente fissata allo scorso 29 marzo).
Boris Johnson vuole Brexit a tutti i costi
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D’altronde, ha detto il premier britannico, a cosa servirebbe estendere ulteriormente l’Articolo 50? A cosa servirebbe rinviare qualcosa che lui considera inevitabile?
Il focus rimane intanto sulla sterlina che, dopo essere scivolata ai minimi dal flash crash dell’ottobre del 2016, bucando anche la soglia di $1,20, ha recuperato terreno, continuando a salire anche ieri e superando la soglia di $1,23, al massimo in cinque settimane.
Secondo gli analisti di UBS Global Wealth Management la valuta potrebbe segnare un rally fino a $1,30, nel caso in cui la Brexit venisse posticipata al gennaio del 2020 e si tornasse alle urne dopo il mese di ottobre.
Intanto, un diplomatico dell’Ue ha commentato la situazione, affermando che “il Regno Unito continua a creare caos ed è difficile fare previsioni”.
Sempre riguardo alla sterlina, così spiegano il suo trend gli analisti di Intesa SanPaolo:
“La sterlina si è rafforzata ulteriormente sia contro dollaro da 1,22 a 1,23 GBP/USD sia contro euro da 0,90 a 0,89 EUR/GBP, sorretta dall’aspettativa che un rinvio di Brexit, grazie alla legge anti no-deal, possa se non ridurre il rischio di un’uscita senza accordo perlomeno offrire più tempo per predisporre tutti i preparativi necessari a fronteggiare anche questa eventualità, mitigando così le ricadute negative sull’economia britannica. Oggi intanto la legge anti no-deal sarà al vaglio della Camera dei Lord e, se verrà approvata, lunedì si voterà di nuovo sulla mozione per andare a elezioni anticipate. L’approvazione della legge anti ‘no-deal’ dovrebbe favorire ulteriormente la sterlina, ma non sarebbe sufficiente a metterla al riparo da nuova successiva debolezza”.