Quintessential su Bio-on: timori su liquidità e solvibilità, addio Nomad fa pensare
Il fondo speculativo Quintessential Capital Management (QCM), che con il report dello scorso luglio (intitolato ‘Una nuova Parmalat a Piazza Affari?‘) ha fatto esplodere il caso Bio-on, vede confermati i suoi dubbi sul business della società di bioplastiche quotata sull’AIM Italia dopo la diffusione ieri dei conti del primo semestre 2019.
Il fondo newyorkese guidato dall’italiano Gabriele Grego rimarca come nessuno dei punti contenuti nel precedente Piano Industriale è stato raggiunto e Bio-on ha pure oscurato il precedente piano sul proprio sito. “Bio-on ha fornito dati altamente discutibili rispetto alle reali attività dell’azienda, sia in termini di fatturato che di numeri relativi, ad esempio, alla PFN o alla produzione”, rimarca QCM che ricorda come le recenti affermazioni della società circa una produzione di PHA pari a 2.5 tonn/giorno siano “palesemente incompatibili” con i dati diffusi ieri.
Ricavi risibili ed esigua cassa rimasta
Il fatturato del primo semestre 2019 è stato pari a 917 mila euro, una cifra “non solo risibile se confrontata ai circa 6 milioni di Euro registrati nello stesso periodo dell’anno scorso, ma soprattutto corrispondente ad una risibile quantità di prodotto. Altri aspetti che, a nostro avviso hanno una certa rilevanza sono: la posizione finanziaria, con un decremento di circa 20 milioni di euro rispetto al 31/12/2018, così come la perdita sul semestre pari a 10 milioni di Euro, che fa presumere una perdita sull’anno di 20 milioni di euro, cosa che sapremo tuttavia solo a marzo dell’anno prossimo”, si legge nella nota diffusa ieri sera da Quintessential. Infine, il fondo nota come allarmati l’esigua quantità di cassa rimasta a bilancio e il preoccupante tasso di “cash-burn”.
“Tutto questo conferma, a nostro avviso, i nostri forti timori circa la liquidità e la solvibilità della Società. Ultimo punto, ma non meno importante, le dimissioni del Nomad, che fanno pensare a una totale discrasia tra chi dovrebbe garantire come Autorità di Vigilanza una Società quotata all’AIM e la Società stessa“.
Un accenno anche all’intenzione palesata dalla società bolognese di avviare le procedure per il passaggio dal mercato AIM Italia al MTA-segmento STAR; QCM rimarca come uno dei requisiti per la quotazione al segmento STAR richieda alla Società interessata di presentare almeno tre bilanci in utile.
Risposta ad Astorri su complotto dei produttori plastiche
Ieri il presidente e fondatore di Bio-on, Marco Astorri, ha dichiarato che l’attacco speculativo di luglio per mano del fondo Quintessential “non è accaduto per caso e non è solo un attacco speculativo”. Astorri, ricordando i numeri del business della plastica ha detto: “ci sono 400 mila tonnellate di plastica nel mondo, questo polimero (il Pha, ndr) ne può sostituire il 40%, significa che siamo andati a toccare 250 miliardi di euro di interessi”.
Quintessential replica così: “Sull’accenno a un complotto che esisterebbe da parte dei produttori di materie plastiche: vorremmo rassicurare il signor Astorri sul fatto che il fondo QCM ha agito senza nessuna indicazione da parte di alcun produttore di plastica o di altre materie prime.
Ieri tracollo del titolo: -48% a 10 euro
Giornata da incubo in Borsa ieri per Bio-on con il mercato che ha castigato il titolo dopo al diffusione dei conti del primo semestre, accompagnati dalla revisione dei target per l’intero 2019 e dall’addio al vecchio piano. Il titolo dopo che per gran parte di giornata non era riuscito a far prezzo per eccesso di ribasso, ha segnato in chiusura un calo del 48% a 10 euro. Oggi il titolo non ha ancora aperto e segna un teorico -13% a 8,7 euro. Negli ultimi 12 mesi il titolo è crollato dell’81%. Prima dello scoppio del caso a luglio la società valeva oltre 1 miliardo di euro.
Bio-on ha messo nel cestino il vecchio piano e ha riferito che sta lavorando a un nuovo business plan 2020-2024. Annunciato un contratto di licenza esclusiva dei diritti di sfruttamento produttivo e commerciale della tecnologia PHA nel settore beverage, della durata di 30 anni, a fronte di un corrispettivo pari a 10 milioni di euro.
La società quotata sull’AIM di Borsa Italiana e attiva nel settore delle bioplastiche PHAs, nonostante le difficoltà del business, confida di chiudere il 2019 con almeno 20 milioni di euro di ricavi netti provenienti da terzi, che si confronterebbero con circa 19 mln di ricavi netti sempre provenienti da terzi del 2018, e un Ebitda positivo di circa 8 mln che si confronterebbe con un ebitda positivo di circa 11,8 migliaia del 2018 (sempre escludendo i ricavi attribuibili al Gruppo Bio-on)