Mercato italiano auto +13,4% a settembre. Crescita per FCA, che brilla con Alfa Romeo e Jeep
Notizie positive per il mercato italiano dell’auto a settembre. Stando ai dati diramati dal ministero dei Trasporti, il mese si è chiuso con 42.136 immatricolazioni, il 13,39% in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Nei primi nove mesi dell’anno sono state vendute 1.467.668 vetture, in flessione dell’1,61% rispetto al settembre del 2018.
Focus sui numeri di FCA, che si sono confermati particolarmente positivi: le immatricolazioni sono balzate infatti a settembre dell’11,4%, con la crescita che ha interessato tutti i marchi del gruppo.
Fiat-Chrysler ha venduto per l’esattezza più di 31.400 auto – dopo i brutti numeri di agosto – in crescita dell’11,4%. Alfa Romeo ha assistito a un balzo delle immatricolazioni pari a +33,9%, Jeep ha visto crescere le vendite del 27,7%, Lancia del 23,5% e Fiat del 3,4%.
Jeep ha chiuso settembre con una quota di mercato pari al 4%, +0,45 punti percentuali. I modelli più venduti in Italia sono stati quelli di Panda e Ypsilon, rispettivamente prima e seconda nella classifica assoluta.
Cinque i modelli FCA presenti nella top ten degli acquisti avvenuti sul mercato italiano a settembre: oltre a Panda e Ypsilon figurano in classifica i marchi Renegade, 500X e 500.
Nel mese si sono confermate prime nelle rispettive categorie Panda, Ypsilon, Stelvio e Qubo, mentre nel trimestre i primi posti hanno visto protagonisti Panda, Ypsilon, Renegade, Stelvio, 500L e Qubo.
Nei primi nove mesi le migliori nelle rispettive categorie si sono confermate Panda, Ypsilon, Renegade, Stelvio, 500L e Qubo.
Riguardo al trend complessivo del mercato italiano, Il Centro Studi Promotor (CSP) invita tuttavia tutti a non brindare ai dati, visto cheil volume delle immatricolazioni, su base annua, si conferma inferiore del 23,4% al livello ante-crisi, ovvero rispetto al 2007.
Nella nota dell’associazione si legge che “il risultato positivo del mercato italiano dell’auto a settembre “non deve trarre in inganno”, anche perchè “il confronto si fa con un settembre 2018 particolarmente debole” con la corsa delle case automobilistiche a registrare il maggior numero possibile di veicoli non in regola con la nuova normativa sull’omologazione Wltp.
Così il presidente Gian Primo Quagliano: “Occorre un intervento di rottura che consenta un notevole miglioramento della sicurezza della circolazione e del quadro ambientale e abbia un impatto positivo sull’economia. Il modello da seguire non può essere che quello dei primi incentivi alla rottamazione entrati in vigore il 1 gennaio 1997 che prevedevano un bonus per chi acquistava una nuova auto e ne rottamavano una di oltre 10 anni e che contribuirono allo sviluppo del Pil dello 0,4%”.
Detto questo, fa notare il Centro Studi Promotor, facendo il confronto tra il bimestre agosto-settembre 2019 e lo stesso periodo del 2018 è possibile depurare i dati dall’effetto Wltp.
Emergono nel bimestre appena concluso 231.075 immatricolazioni a fronte di 217.147, con una crescita del 6,4% che può essere considerata l’incremento effettivo del mercato. Per il Centro Studi Promotor si tratta di “un discreto risultato, soprattutto se si tiene conto che per il 74% degli operatori la recente vicenda politica ha inciso negativamente anche sulla propensione all’acquisto di auto. Il bilancio del 2019 resta però in rosso. Emerge una cauta fiducia sull’andamento dell’ultimo scorcio dell’anno che non dovrebbe però portare le immatricolazioni a fine 2019 oltre il livello del 2018 (1.910.564) con la conferma di un volume di vendite su base annua (per l’appunto) inferiore del 23,4% al livello ante-crisi (2007)”
Cautela anche da parte dell’associazione Unrae:
“Interventi urgenti sono necessari per svecchiare il nostro parco circolante che presenta un’anzianità media fra le più elevate in Europa”, sottolinea Michele Crisci, presidente dell’associazione delle case automobilistiche estere. “Secondo le ultime elaborazioni del nostro Centro Studi – spiega Crisci – su un totale al 30 giugno di 38.190.000 vetture circolanti, il 31,3% (circa 12.000.000 di auto) è rispondente alle Direttive di emissione ante Euro 4, quindi con più di 14 anni di età. Al nuovo Governo che si è appena insediato intendiamo portare una serie di proposte concrete e strutturate che stiamo perfezionando, con un orizzonte temporale di medio termine e l’obiettivo primario di svecchiare in modo accelerato il nostro parco circolante nelle fasce da Euro 0 a Euro 3. Tutto ciò intervenendo sulle vetture più inquinanti, in linea con le previsioni del Protocollo per la qualità dell’Aria e garantendo un’invarianza di gettito complessiva per il settore auto, senza stravolgere le misure già in essere, soprattutto quelle a sostegno delle alimentazioni a basso impatto. In particolare considerando che le vetture più anziane sono nella disponibilità delle fasce sociali più deboli, le nostre proposte prestano una particolare attenzione a questi automobilisti”.