Notizie Notizie Italia Quel grande ordine sell sui BTP: squali finanza in azione. E Bankitalia lancia alert spread

Quel grande ordine sell sui BTP: squali finanza in azione. E Bankitalia lancia alert spread

16 Maggio 2019 13:02

Gli squali della finanza stanno accerchiando l’Italia e di questo bisogna ‘ringraziare’ soprattutto il vicepremier leghista Matteo Salvini, che dice che prima dello spread vengono gli italiani e che continua da giorni a promuovere ricette sfonda-debito e sfonda-deficit, noncurante dei segnali che arrivano dai mercati.

Ma se Salvini snobba lo spread, i vari squali della finanza snobbano lui. E a dispetto delle varie tesi cospirazioniste che alimentano i princìpi del sovranismo, passano all’azione, seguendo piuttosto le leggi della natura.

Parte così l’attacco alla preda-anello più debole dell’area euro: l’Italia, per l’appunto. L’Italia che ha una crescita del Pil da zero virgola, l’Italia che ha un debito monstre,  l’Italia che si ostina a fare di testa sua. Perché la colpa, per l’appunto, è sempre degli altri, in primis di Bruxelles e degli squali della finanza.

Ma ciò che Salvini & Co dimenticano, nello sfoderare fino all’infinito queste e altre svariate tesi complottiste è che la realtà rimane quella: la speculazione esiste e le parole di Salvini non fanno altro che confermare che gli scenari peggiori che i mercati paventano possono concretizzarsi.

Ed è così che un singolo ma poderoso attacco parte subito, come racconta La Stampa:

“Ieri mattina, fra le otto e le nove, mentre i gestori di Hong Kong e Singapore stavano lasciando l’ufficio per andare a cena, un singolo ordine di vendita ha fatto schizzare all’insù il differenziale fra Btp italiano e tedesco di cinque punti. È il segno che in qualche angolo del mondo -probabilmente in Asia – una grande banca d’affari o un fondo di investimento ha iniziato a scommettere forte contro l’Italia. Non una scommessa granché rischiosa se il leader del partito più influente del Paese promette la rottura del Patto di stabilità del terzo debito pubblico del mondo, e nel pieno di una campagna elettorale decisiva per le sorti del governo”.

La Stampa interpella alcuni esperti che, di fatto, non si stupiscono della reazione dei mercati, che ieri hanno penalizzato i BTP italiani facendo balzare lo spread fin oltre quota 290 punti.

«Non sono granché sorpreso», dice Emilio Rossi di Oxford Economics. «Chi compra e vende titoli pubblici non attende certo la bocciatura di un’agenzia di rating per liberarsi di un Btp vicino al livello spazzatura».

Interpellato dal quotidiano anche Gustavo Baratta, che spiega che «da qualunque parte la si guardi, l’uscita di Salvini è un problema». O «hanno ripreso fiato le tesi dell’ala radicale della Lega (i due ideologi Borghi e Bagnai), o la conflittualità interna al governo aumenterà».

E così, a fronte delle rassicurazioni che arrivano non solo dal premier Giuseppe Conte e dal ministro dell’economia Giovanni Tria, ma addirittura da un banchiere del calibro di Carlo Messina, AD di Intesa SanPaolo, oggi un monito più o meno diretto nei confronti del governo M5S-Lega arriva da Ignazio Visco, numero uno di Bankitalia.

Squali finanza esistono: punto. Alert Bankitalia

In occasione del suo intervento all’Aaron institute for economic policy conference a Herzliya, in Israele, Visco non nasconde la propria preoccupazione per la dinamica dello spread.

“L’alto rapporto debito-Pil espone l’Italia alla volatilità dei mercati finanziari” e “se l’aumento dei tassi dovesse persistere, peserebbe inevitabilmente sulla spesa”, afferma.

Secondo Visco, insomma, ridurre il debito pubblico e mantenere un adeguato avanzo primario “è di vitale importanza” per l’Italia. Di conseguenza, “non può più essere posticipata” una strategia credibile che punti a ridurre il rosso delle casse dello Stato.

Tra l’altro, aggiunge il governatore, anche sui prestiti a famiglie e imprese “cominciano a emergere segni di tensione” e le condizioni del credito “si sono inasprite, in particolare per le piccole imprese, in seguito all’aumento dei costi di finanziamento delle banche e al deterioramento delle prospettive economiche”.

In tutto questo, si torna a parlare della soglia pericolo per lo spread.

Sempre al quotidiano La Stampa Baratta riferisce che “basta superare i 320 punti”, mentre la Banca d’Italia ha più volte ipotizzato il punto di non ritorno a 400. Nella migliore delle ipotesi, si tratta di poco più di cento punti dai livelli attuali, ormai prossimi a 300. Tanto che Baratta lancia un chiaro avvertimento: “Se non ci sono atti concreti, non resta che la crisi di governo. Perché in quel caso gli analisti valuterebbero due scenari. O l’arrivo di un governo tecnico, o di un’alleanza fra Partito democratico e Cinque Stelle: una coalizione che verrebbe valutata in maniera meno irresponsabile di oggi».

Il quotidiano torinese espone la gravità della situazione italiana ricordando le parole che Salvini ha proferito nelle ultime ore, in particolare quella secondo cui gli italiani vengono prima dello spread.

Ma cosa ne sarebbe dei risparmi degli italiani e del costo degli interessi sul debito se quel termometro iniziasse a salire in modo in-controllato? Così come nell’autunno del 2011, la situazione può precipitare nel giro di pochi giorni: benché siamo ancora distanti dai 570 puntiraggiunti allora, lo scenario non è inverosimile.

E  il rischio Italia torna protagonista ovunque, con diversi economisti ed esperti che parlano dell’effetto Salvini e dell’allarme spread.

Occhio in particolare ai tweet degli economisti dell’Università Bocconi Tommaso Monacelli e Carlo Alberto Carnevale-Maffé e di Giampaolo Galli, economista dell’Osservatorio dei Conti pubblici italiani.

E del caso Italia, ovviamente, parla tutta la stampa internazionale:

 

 

Squali della finanza o no, Bloomberg riporta poi il consiglio ben chiaro rivolto ai clienti che arriva da Jens Peter Sorensen, responsabile analista presso Danske. “State fuori dall’Italia”.

In generale, i gestori preferiscono puntano su altri bond dell’area euro, come quelli spagnoli e portoghesi.

Citigroup ha consigliato per esempio per la seconda volta di acquistare i titoli di stato portoghesi a 10 anni contro i BTP decennali.

Ma intanto i sovranisti se la prendono con i cattivi squali della finanza. Che però, per l’appunto, checché se ne dica, esistono.