Prove di disgelo tra Marchionne e Marcegaglia, ma resta da sciogliere il nodo Mirafiori
Confindustria tende a una mano Fiat. La proposta si chiama Federauto. E Fiat apprezza. L’ipotesi di creare una nuova associazione di imprenditori che potrebbe staccarsi dallo sherpa degli industriali con un contratto ad hoc, è valutata con favore ai piani alti di Fiat. “Un contratto specifico per il settore auto può essere una soluzione giusta”, ammette Sergio Marchionne, amministratore delegato della casa torinese in trasferta a New York. Ma con un paletto chiaro. “Per Fiat il contratto auto può darsi sia la soluzione giusta per il contratto. Per la Fiat, se questa joint venture con Chrysler va avanti, non deve far parte di Confindustria. Quindi aspettiamo, quando loro sono pronti rientriamo. Non è che posso fermare l’investimento”. “La newco di Mirafiori tra Fiat e Chrysler nasce fuori da Confindustria”, gli ha risposto a stretto giro il presidente degli industriali, Emma Marcegaglia. “Lavoriamo da oggi – ha aggiunto – Confindustria, Fiat e Federmeccanica per fare un contratto auto in linea con le esigenze di Fiat. Appena ci sarà, Fiat rientrerà in Confindustria”. Il fattore tempo è cruciale. Natale è ormai a un passo. E Marchionne non intende posticipare la deadline: se sul caso Mirafiori non si arriverà ad una soluzione, risorse e nuovi produzioni del gruppo automobilistico torinese saranno traghettate all’estero. Ieri il top manager ha ribadito che trasferire la produzione Fiat oltre i confini sarebbe come fare un torto all’Italia. Se sulla carta c’è la volontà di venire incontro a Confindustria, dall’altra alla Fiat stanno continuando ad esaminare tutte le possibilità per trovare la migliore quadratura del cerchio per gli impianti.