Prezzo gas giù in Europa (minimi da scoppio guerra), mentre balza negli Usa. Ecco il perché di questa dicotomia
Ieri si è assistito a un andamento dicotomico dei prezzi del gas naturale, con quello USA che continua a a salire (ieri è balzato di oltre l’8%), mentre quello TTF di Amsterdam, mercato di riferimento europeo, ha segnato un nuovo dietrofront (-5,3%) scendendo ai minimi a oltre tre mesi. Se in Europa le scorte si stanno allineando con i valori stagionali medi, negli USA sta avvenendo il contrario con scorte basse e l’ondata di caldo sta colpendo la California che contribuisce ad aumentare la domanda dai climatizzatori.
Prezzi gas UE ai minimi da inizio guerra
Ad Amsterdam, mercato di riferimento per l’Europa, i prezzi del gas sono scivolati ieri a quota 83,2 euro al megawattora, su valori inferiori a quelli del 23 febbraio 2022, giorno prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Mentre i prezzi scendono, i paesi europei hanno continuato a riempire gli stoccaggi. In particolare l’Italia ha aumentato le sue riserve al 46%, con una crescita di circa mezzo punto percentuale al giorno in modo da affrontare in sicurezza l’inverno.
Le spedizioni di gas russo attraverso l’Ucraina sono state ridotte dall’11 maggio dopo che un punto di transito è stato messo fuori servizio a causa di combattimenti nella parte orientale del Paese. L’Europa si sta affrettando a sostituire la sua dipendenza dall’energia russa soprattutto attraverso l’importazione di gas naturale liquefatto. Recentemente la regione ha importato quantità record di Gas naturale liquefatto (GNL) percorrendo così un ambizioso piano per abbandonare il gas naturale russo. Ma c’è un grosso ostacolo da superare. Anche se quantità record di gas naturale liquefatto sbarcano sulle coste europee, la mancanza di interconnessioni dai principali terminal di importazione a ovest significa che il gas non può raggiungere facilmente i Paesi dell’est che dipendono maggiormente dalle forniture di gasdotti dalla Russia. “Mancano le infrastrutture per i flussi da ovest a est”, ha dichiarato Marc Saalfrank, responsabile del trading mercantile dell’Europa continentale presso Axpo Solutions AG a Baden, in Svizzera. “Quindi il GNL, in breve, non è l’unica soluzione per sostituire il gas russo a causa dei colli di bottiglia”. La divergenza dei prezzi e le limitazioni infrastrutturali evidenziano che l’obiettivo dell’Unione Europea di sostituire un terzo del gas russo con il GNL nel breve termine non sarà facile.
Di conseguenza, secondo Citigroup i prezzi del gas a breve termine in Gran Bretagna, Francia e Spagna scendono fino a un terzo di quelli di mercati come l’Olanda e la Germania. Il problema è come rifornire nazioni come l’Ungheria e la Bulgaria, dove non c’è accesso per le grandi navi di GNL. Una possibilità è quella di adattare le infrastrutture di gasdotti esistenti. Da parte sua, l’Europa sta studiando come invertire i flussi sul Gasdotto Trans-Adriatico, o TAP, in modo che il gas possa viaggiare dall’Italia alla Grecia, ha detto Saalfrank di Axpo. Attualmente il TAP porta il gas da est a ovest dall’Azerbaigian attraverso l’Europa sudorientale e l’Italia, e la capacità nell’altra direzione aiuterebbe a diversificare le forniture in Europa.