Populisti di Salvini all’assalto dell’Europa: guida ai trader con scenari su tenuta governo, spread ed euro
“Traders’ Guide to EU Elections as Populists Seek a Revolution”: ovvero “Guida ai trader per come muoversi in vista delle elezioni europee, mentre i populisti spingono per la rivoluzione”. Un articolo di Bloomberg riporta i commenti di alcuni analisti, in attesa del voto del prossimo 26 maggio, con cui gli elettori decideranno le sorti dell’Unione europea.
Viene fatto notare come i mercati italiani potrebbero subire il colpo più forte, nel caso di vittoria alle elezioni del vicepremier leghista Matteo Salvini e, anche, come le posizioni della premier britannica Theresa May e della cancelliera tedesca Angela Merkel potrebbero essere minacciate dall’esito di queste elezioni.
“Per comprendere quali saranno i mercati che accuseranno il colpo più forte dalle elezioni di questa settimana, fate attenzione a due paesi”, sottolinea Bloomberg: “quello che sta lottando contro il blocco e a quello che sta cercando, invece, di lasciarlo”, ovvero, rispettivamente, l’Italia e il Regno Unito.
Una vittoria dei populisti potrebbe finire con l’arrecare danni sia alla sterlina che all’euro, aumentando le probabilità di una Hard Brexit e rendendo dunque più amaro il divorzio del Regno Unito dal blocco europeo.
Ma anche l’Italia avrebbe molto da perdere – ma anche da guadagnare – secondo gli esperti interpellati da Bloomberg, visto che la Lega di Salvini potrebbe veder aumentare il numero dei seggi che occupa in Europa dai sei attuali a ben 27.
Con una tale vittoria, l’attuale vicepremier potrebbe decidere di alzare i toni contro l’Ue – come come sta già facendo in questa infuocata campagna elettorale – e sfidare le regole sul deficit. Oppure, forte del consenso ottenuto, potrebbe anche far collassare l’attuale governo italiano, rompendo una volta per tutte con il M5S di Luigi Di Maio (già le tensioni con il premier Giuseppe Conte sono alle stelle).
Così James Athey, gestore di Aberdeen Standard Investments:
“Prevedo un grande voto di protesta. Se la Lega riuscirà a ottenere il risultato sperato, così come i sondaggi stanno lasciando intendere, e se l’esito sarà simile anche in altri paesi (ovvero se, ad avere la meglio, saranno i populisti) la situazione si farà molto interessante sul versante dei conti pubblici. Ovviamente, sull’Italia sono short“.
Vittoria populisti Lega: fine governo?
Sono diversi gli analisti che dicono da tempo che l’attuale coalizione di governo, che tra l’altro diversi quotidiani italiani hanno già dato per spacciata, potrebbe infrangersi contro lo scoglio delle elezioni, o comunque, se non rompersi, diventare ancora più fragile: uno scenario, questo, che scatenerebbe a loro avviso una maggiore volatilità sugli asset italiani, nel breve termine.
Detto questo, alla fine lo spread potrebbe anche beneficiare dell’intera situazione.
Lo scenario di base di Jp Morgan è, per esempio, di un collasso del governo durante l’estate, che potrebbe portare lo spread BTP-Bund a dieci anni a scendere fino a 200 punti base entro il mese di marzo del 2020, rispetto ai 278 punti circa attuali.
Goldman Sachs scommette invece sulla tenuta del governo, e sulla battaglia contro i vincoli di bilancio Ue che, a suo avviso, l’asse M5S-Lega continuerà a portare avanti.
Di conseguenza, in questo caso l’outlook è di un allargamento dello spread fino al record dalla fine del 2018 – dai giorni di tensione sulla legge di bilancio per il 2019 tra Roma e Bruxelles -, ovvero fino a 330 punti base.
Michael Hessel, economista della divisione di Absolute Strategy Research, prevede che a soffrire sarebbero anche i titoli bancari italiani che – a causa del fattore doom loop – pagherebbero la prospettiva di politiche fiscali ancora più espansive.
Michael Leister, responsabile della divisione di strategia sui tassi presso Commerzbank, ritiene inoltre che “il fattore più determinante sarebbe la probabile ascesa di Salvini nelle vesti di nuovo uomo forte dell’Europa“.
In tal caso, la conseguenza potrebbe essere un nuovo scontro tra l’Italia e la Commissione europea, “dopo che entrambi i partiti (M5S e Lega) hanno già rafforzato la loro retorica”.
Una tale situazione comporterebbe secondo lo strategist di Commerzbank “un persistente aumento della pressione sui bond italiani, con gli investitori che sfrutterebbero i momenti di distensione (del mercato) per smobilizzare il rischio, invece di trattare le fasi di ribasso come opportunità di acquisto“.
Attenzione però non solo ai bond italiani ma anche all’euro. Anche la moneta unica è, infatti, e per ovvi motivi, vulnerabile all’ascesa dei populisti che, secondo Bloomberg, potrebbero conquistare un totale di 180 dei 751 seggi del Parlamento Ue.
Aberdeen e Jp Morgan sono per esempio entrambi short sull’euro contro un paniere che include sia il dollaro che lo yen.
Per gli esperti di UBS, invece, il presentarsi di un qualsiasi segnale che dimostrasse che i populisti europei avessero raggiunto il picco della loro popolarità potrebbe scatenare un rally della moneta unica, che al momento continua a oscillare attorno ai minimi in due anni nei confronti del dollaro, sotto la soglia di $1,12.