Notizie Notizie Italia Popolare Bari senza pace: l’ad De Bustis indagato per bond proposto a micro-società di Malta. Fitd aspetta il nuovo piano

Popolare Bari senza pace: l’ad De Bustis indagato per bond proposto a micro-società di Malta. Fitd aspetta il nuovo piano

5 Dicembre 2019 17:33

Nuova bufera sulla Popolare di Bari proprio nel bel mezzo della stretta per il salvataggio della banca che necessiterebbe di circa un miliardo per evitare il peggio. Vincenzo De Bustis, l’amministratore delegato di Popolare di Bari, che era già indagato per l’inchiesta sulla passata gestione dell’istituto pugliese, ora risulta sotto indagine per un’operazione di rafforzamento del capitale in cui avrebbe voluto coinvolgere una società maltese. Lo scrive Repubblica che ricostruisce i fatti. Siamo nel periodo tra dicembre 2018 e marzo 2019 quando De Bustis  portò in consiglio di amministrazione un piano che a suo dire avrebbe messo in sicurezza la banca. Trattasi nel dettaglio di un bond da 30 milioni di euro attraverso strumenti ibridi del genere Additional Tier 1. A farsi avanti una società maltese, la Muse Ventures Ltd, che fa sapere di voler coprire interamente l’obbligazione della Popolare e offre 30 milioni. Ma chi è la Muse? Stando ad una visura camerale nel registro delle imprese di Malta – scrive il quotidiano – viene fuori che è una società di consulenza, nata a ottobre del 2017, e con un capitale sociale di 1.200 euro. Per De Bustis trattasi di una società solida e a fine del 2018 annuncia al consiglio di amministrazione che l’operazione è chiusa. Ma in realtà Bnp Paribas, banca incaricata di curare l’emissione, rende noti alcuni problemi di trasparenza, cosa sostenuta anche dall’ufficio interno della banca che parla di «sproporzione tra i mezzi propri del sottoscrittore l’importo della sottoscrizione dei titoli At1».

Eppure a inizio 2019 De Bustis insiste davanti al cda e sottoscrive quote di un fondo lussemburghese, Naxos Sif Capital Plus, per 51 milioni di euro. Proprio qui, secondo Bankitalia, emergono i contorni di un’operazione circolare: Muse non versa neppure un euro dei trenta proposti e Popolare è costretta a non versare più i 51 milioni a Naxos e muove causa a Bari. Ma un altro punto preoccupa. L’amministratore di Muse è tale Gianluigi Torzi che col padre Enrico è nelle black list antiriciclaggio del sistema bancario e al centro di alcune inchieste giudiziarie. La Popolare invia la segnalazione alla Uif della Banca d’Italia che a sua volta invia tutta alla Procura di Bari. Parte l’indagine.

Fitd aspetta piano con indicazioni ammanco di capitale

Sullo sfondo rimane il dossier salvataggio. La stessa Pop Bari invia al Fondo interbancario di tutela dei depositi – che  interverrebbe a fianco di Mediocredito Centrale –  “un’istanza” che è “la rappresentazione della situazione aziendale di difficoltà in vista di un possibile intervento” dicono a Radiocor fonti del Fitd al termine della riunione che il Fondo ha tenuto oggi a Milano. La riunione del Fitd non ha preso alcuna decisione, in quanto il Fondo può intervenire solo nell’ambito di un progetto strutturato. Fonti stampa rimarcano come dalla Popolare di Bari è arrivata solo “un’istanza” generica, che andrà integrata con un piano industriale dettagliato con l’indicazione di quanto capitale serve per mettere in sicurezza la banca pugliese.