Notizie Notizie Italia Oro batte azionario nel 2019. Banche centrali e tassi negativi assist anche nel 2020

Oro batte azionario nel 2019. Banche centrali e tassi negativi assist anche nel 2020

5 Dicembre 2019 09:06

Negli ultimi 12 mesi, c’è un asset che ha fatto meglio di tutti: è l’oro, che ha superato in performance quasi tutti i principali asset finanziari, dall‘indice S&P 500 alle borse di Cina, Europa e Canada, dai bond al real estate, facendo infine meglio anche rispetto alle commodities più importanti. Su base annua, le quotazioni dell’oro viaggiano a un valore superiore del 18,8% rispetto a quello dello stesso periodo dello scorso anno. L’oro ha battuto anche il trend di diversi colossi hi-tech tra i più popolari, come Netflix, Tesla, Amazon.

La febbre dell’oro ha colpito tutti, come dimostrano i dati del World Gold Council, investendo, soltanto nel terzo trimestre, sia gli investitori retail che diversi hedge funds.

C’è da dire tuttavia che i piccoli investitori si sono posizionati soprattutto sugli ETF, fattore che non viene considerato un punto di forza dall’autore del blog finanziario SovereignMan, secondo cui chi fa incetta di ETF sull’oro di norma non ragiona in un’ottica di lungo termine. Ciò significa che “è molto probabile che (questi investitori venderanno oro appena i prezzi inizieranno a scendere“. E non esiteranno a vendere neanche i gestori di hedge fund, soprattutto se hanno bisogno di aumentare i loro guadagni trimestrali.

Decisamente più ottimista è invece Georgette Boele, strategist senior della divisione di forex e di metalli preziosi presso ABN AMRO che, nel suo outlook per il 2020 pubblicato nella giornata di ieri, ha scritto di essere bullish sul bene rifugio per eccellenza fino all’anno prossimo, non escludendo comunque una correzione modesta nel primo semestre dell’anno.

“Sebbene l’outlook di più lungo periodo appaia solido, ci aspettiamo una notevole debolezza nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”, ha detto l’analista che, tuttavia, rispetto ai valori attuali (ieri i futures sull’oro con scadenza a febbraio sono scesi a $1.480 l’oncia circa, dopo il rally +1% di martedì scorso), crede in un rimbalzo dei prezzi fino a oltre 1600 dollari entro il dicembre del 2020.

Boele motiva la sua view con il contesto caratterizzato dalle politiche ancora estremamente accomodanti di alcune banche centrali e la presenza di tassi negativi:

“Le banche centrali rimangono orientate a sostenere la crescita e/o a centrare il loro target di inflazione. Nel breve termine, crediamo che la crescita, in Eurozona, rimarrà debole e che la situazione economica, in Usa, si deteriorerà”.

Inoltre, “l’ammontare in circolazione dei bond governativi che rendono tassi negativi, probabilmente crescerà. Ora, l’oro non rende niente, ma almeno non paga tassi negativi“. Detto questo, a suo avviso, un supporto chiave che deve essere monitorato è la media mobile a 200 giorni, ovvero attono a $1.400 l’oncia.

Nella sessione di oggi, il contratto spot sull’oro sale dello 0,1% circa a $1.475,18 punti, mentre i futures sono pressocché piatti a $1.480,50.