Popolare Bari: arriva l’aiutino fiscale per salvarla, verso fusioni tra le banche del Sud
La Popolare di Bari appare la principale beneficiaria dell’emendamento del governo al decreto Crescita. Una sorta di nuovo ‘salva banche’ camuffato sotto forma di agevolazione fiscale volto a incentivare le aggregazioni bancarie nel Mezzogiorno. “Ci sono istituti di credito in crisi che potrebbero andare in default o avere capitale insufficiente. Interveniamo su situazioni urgenti”, ha ammonito Giulio Centemero, capogruppo della Lega alla Commissione Finanze della Camera dei Deputati. “E’ chiaro che in un Paese bancocentrico in cui le aziende dipendono dal credito bancario il fallimento di istituti di credito provoca costi sociali enormi”, ha aggiunto Centemero.
Le Commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno partorito la versione finale del piano che prevede la trasformazione delle Dta (deferred tax asset, crediti fiscali differiti) in crediti d’imposta solo nel caso di aggregazioni. Il tetto è stato fissato a 500 milioni di euro. I crediti d’imposta sono computabili ai fini del calcolo del Cet1, il principale parametro di solidità di una banca.
La norma ha la benedizione del Tesoro e di Bankitalia e, come rimarcato dal relatore Giulio Centemero (Lega), va a pilotare la costituzione di un grande polo bancario nel Mezzogiorno che dovrebbe includere la Popolare di Bari, la Popolare Puglia e Basilicata e la Popolare pugliese. La norma prevede che ne possano usufruire le società, finanziarie e non, che abbiano sede al primo gennaio 2019 in Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Presidente Jacobini si augura fine del periodo nero iniziato nel 2015
Positiva la reazione dei vertici di Pop Bari e degli altri istituti potenzialmente interessati. “E’ un provvedimento che ci auguriamo metta fine ad un lunghissimo periodo di incertezze iniziato nel 2015 con il decreto di urgenza Renzi sulle Popolari immediatamente dopo il nostro salvataggio di Tercas”, rimarca il presidente della Banca Popolare di Bari, Marco Jacobini. Il presidente della Banca Popolare Puglia e Basilicata, Leonardo Patroni Griffi, rimarca invece come tale norma vada a imporre ai cda degli istituti di credito una riflessione nel valutare ipotesi di aggregazione.
La Popolare di Bari, principale istituto del Sud Italia, settimana scorsa ha ricevuto un’offerta vincolante per la quota di maggioranza della CrOrvieto. Il 2018 l’istituto pugliese ha riportato perdite per 397,2 milioni, con un Cet1 ridotto al 7,52% a fronte di una richiesta minima dell’8,8%.