Notizie Notizie Italia Ritorna l’entusiasmo per criptovalute: Bitcoin per la prima volta in 13 mesi sopra i 9mila dollari

Ritorna l’entusiasmo per criptovalute: Bitcoin per la prima volta in 13 mesi sopra i 9mila dollari

17 Giugno 2019 16:18

Dovrebbe chiamarsi Libra e godere del supporto dei colossi dei pagamenti come Visa e Mastercard la moneta virtuale che presto lancerà Facebook per fare acquisti su internet e non solo sul social network. Una notizia che nelle ultime ore ha fatto ritrovare un certo entusiasmo nei confronti del Bitcoin, tornato sopra la soglia di 9 mila dollari, un livello che non vedeva dal maggio del 2018.

Bitcoin torna sulla cresta dell’onda e supera i 9mila dollari

Secondo la piattaforma Coindesk, la criptovaluta per eccellenza è riuscita a toccare la soglia di 9,385 dollari e negli ultimi 30 giorni il Bitcoin è cresciuto del 225 %. Ottimi risultati anche se nulla in confronto al massimo storico raggiunto nel dicembre 2017, a 19.511 dollari. Un aumento quello del Bitcoin che ha prodotto un effetto domino sulle altre monete digitali come Ethereum (+2,34%), Bitcoin cash (+2,20%).

Un interesse ritrovato questo per le criptovalute che saranno al centro di un importante incontro che si terrà in occasione del prossimo G20 a Osaka. I leader delle 20 economie più potenti del mondo potrebbero discutere difatti la creazione di un quadro normativo globale per le “cripto attività” fornendo una risposta coordinata agli standard proposti dalla Financial Action Task Force (FATF)”. Al vertice dei due giorni (V20) parteciperanno i rappresentanti dei principali piattaforma di scambio di monete digitali, nonché i principali organismi rappresentativi dell’industria nazionale e membri del GAFI.

Antiriciclaggio fa capolino nel mondo delle criptovalute

Il GAFI in particolare è una task forse dell’OCSE sull’antiriciclaggio, un’organizzazione intergovernativa creata nel 1989 per combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo e altre minacce correlate all’integrità del sistema finanziario internazionale. Lo scorso febbraio, il GAFI ha pubblicato una dichiarazione pubblica su “Mitigating Risks from Virtual Assets” le cui raccomandazioni definitive devono essere adottate a giugno. Nel documento in particolare si introducono misure antiriciclaggio per le criptovalute, come l’adeguata verifica della clientela per le transazioni superiori ai mille dollari e sanzioni per le violazioni antiriciclaggio nonché registro dei soggetti – siano essi persone fisiche o entità giuridiche – che eroghino servizi di moneta virtuale.

Le misure devono intendersi applicate ai cosiddetti Vasp (virtual assets and virtual asset service providers), i fornitori di servizi di asset virtuali.”I paesi dovrebbero richiedere ai Vasp, si legge nella comunicazione, «di identificare, valutare e adottare misure efficaci per mitigare i loro rischi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo”. Inoltre per le entità che gestiscono le piattaforme di scambio di bitcoin, si richiede, in particolare, che i Vasp debbano essere autorizzati, o avere una licenza o essere sottoposti a registrazioni nelle giurisdizioni in cui sono creati.

A destare forti preoccupazioni da parte delle piattaforme di scambio proprio la raccolta delle informazioni. “Si tratta di una sovrapposizione di ciò che accade nel settore bancario tradizionale nel contesto di ciò che accade nella crittografia” ha sostenuto Malcom WEright, Chief Compliance Officer di Diginer e c’è invece chi come il Global Digital Finance, sostiene che tali regole renderebbero alla fine più difficile per le autorità rintracciare o controllare perché molte avverranno fuori dalle piattaforme. Senza contare poi chi lamenta l’aumento dei costi come Ricky Li, co-fondatore di Altonomuy secondo “l’impatto sul prezzo complessivo del mercato è a lenta combustione, in quanto ci aspettiamo un aumento dei consti di conformità e le sanzioni finiranno per chiudere le piattaforme di scambio”.