Notizie Notizie Mondo Pmi Ue, segnali positivi prima di nuovi possibili dazi. Bce medita su mosse tassi ad aprile

Pmi Ue, segnali positivi prima di nuovi possibili dazi. Bce medita su mosse tassi ad aprile

24 Marzo 2025 15:55

Malgrado le incertezze legate ai dazi Usa e alle trattative di pace ancora in stallo, le economie europee mostrano una certa stabilizzazione. Un segnale è arrivato oggi dagli indici Pmi flash di marzo con la produzione dell’eurozona continua a crescere e quella manifatturiera che torna in espansione.

In particolare, l’indice Pmi composito è salito a 50,4 punti a marzo rispetto ai 50,2 di febbraio, segnando il terzo mese consecutivo di modesta espansione economica. Si tratta di un progresso, seppur inferiore alle previsioni del mercato, che attendeva un aumento fino a 50,8 punti. Nel dettaglio, il Pmi manifatturiero della zona euro è salito a 50,7 rispetto al dato di febbraio pari a 48,9 (si tratta del valore massimo in 34 mesi).

Proprio con l’inizio della primavera potremmo vedere spuntare i primi germogli di una rinascita del manifatturiero. Se non dobbiamo lasciarci prendere la mano dai risultati di un singolo indicatore, è comunque degno di nota che le aziende manifatturiere abbiano registrato un’espansione della produzione per la prima volta da marzo 2023. È inoltre incoraggiante che l’indice della produzione sia aumentato per tre mesi di fila“, commenta Cyrus de la Rubia, capo economista presso Hamburg Commercial Bank, secondo il quale lo sviluppo dei prezzi nel terziario, che è sotto stretta osservazione della Bce, sarà una buona notizia per le “colombe” delle politiche monetarie.

Dati dell’Eurozona positivi grazie alla Germania

I dati sono stati pubblicati lunedì da S&P Global. A trainare la crescita di marzo è stata la Germania, spinta in parte dalla ripresa dell’espansione nel settore manifatturiero, che ha contribuito al più rapido incremento degli ultimi dieci mesi. Al contrario, l’economia francese ha segnato il settimo mese consecutivo di contrazione, sebbene a un ritmo più contenuto rispetto a febbraio. Nel resto dell’Eurozona, la produzione ha continuato a crescere con slancio, prolungando la fase espansiva a 15 mesi consecutivi.

“I dati sono i primi segnali di un cambiamento nel settore manifatturiero – spiega Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia -. Crediamo che le prospettive per il comparto siano positive tenendo conto dei piani massicci che la Germania effettuerà nel settore delle infrastrutture e della difesa. Anche per quanto concerne l’inflazione sono notizie positive che potrebbero convincere la Bce a proseguire il processo di tagli dei tassi di interesse. Crediamo sia chiaro che gli scenari futuri possono cambiare molto velocemente soprattutto nel peggiore caso di una conclamata guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea”.

Crescita ancora lieve, ma aumenterà nel 2025

Nonostante il rischio di una nuova escalation con gli Stati Uniti, le aziende dell’Eurozona mostrano quindi un cauto ottimismo riguardo al contesto economico. Dopo essere tornata in stagnazione nell’ultimo trimestre dello scorso anno, l’economia dell’area ha riacceso i timori sulla sua fragilità strutturale, ma i primi tre mesi dell’anno potrebbero segnare un lieve ritorno alla crescita; a gennaio la crescita era stata più incoraggiante, mentre a febbraio si era registrato uno stop. Le prospettive a breve termine restano comunque deboli, con la domanda esterna ancora sotto pressione e l’ombra di nuovi dazi all’orizzonte.

“In vista di una possibile ulteriore escalation della guerra commerciale con gli Stati Uniti, le aziende dell’Eurozona stanno diventando leggermente più ottimiste riguardo alla situazione economica – spiega Bert Colijn, capo economista di Ing -. L’economia della zona euro è ripiombata in stagnazione nell’ultimo trimestre dell’anno scorso, alimentando le preoccupazioni sulla debolezza economica strutturale. Il primo trimestre di quest’anno sembra mostrare un leggero ritorno alla crescita. Tuttavia, poiché la domanda esterna è ancora sotto pressione e si profilano ulteriori dazi, le prospettive a breve termine restano modeste”.

“Il miglioramento della produzione per ora resta fragile. I nuovi ordini sono ancora in calo, ma la contrazione dei nuovi ordini si sta riducendo di mese in mese”, spiega Bert Colijn, Chief Economist di Ing. Le prospettive di ingenti investimenti in difesa e infrastrutture alimentano l’ottimismo su una ripresa più solida, in particolare in Germania, dove il PMI manifatturiero ha registrato un forte balzo, “ma gli ordini all’esportazione potrebbero rimanere sotto pressione data la guerra commerciale e la domanda globale lenta”.

Cosa farà la Bce ad aprile?

La lieve ripresa dell’attività economica e il rallentamento dell’inflazione potrebbero spianare la strada a un allentamento della politica restrittiva da parte della Banca Centrale Europea nel corso dell’anno, a condizione che l’impatto dei dazi statunitensi resti contenuto. Alla riunione di aprile, la Bce valuterà se continuare o mettere in pausa il ciclo di tagli per vedere come si evolve la situazione.

“Il quadro di marzo dipinto dai dati del PMI è quello di una crescita in leggero miglioramento – continua Colijn -. Tuttavia, la prossima settimana tale quadro potrebbe già cambiare ed essere capolto visti gli annunci dei dazi degli Stati Uniti e le possibili ritorsioni europee, che potrebbero cambiare significativamente il panorama economico”.