Da Pmi Eurozona nessun scossone a febbraio. Francia frena, da Germania attesa più stabilità dopo elezioni

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Dopo i timidi ma incoraggianti segnali di ripresa di gennaio, il 2025 prosegue senza scossoni con l’indice Pmi Composito che nella stima flash di febbraio è rimasto invariato rispetto al livello di 50,2 di gennaio.
L’economia dell’Eurozona si ritrova ancora “nel familiare territorio della stagnazione”, ma la buona notizia è che “non c’è alcun segno di ulteriore deterioramento dell’attività“.
I dati raccolti per la zona euro mostrano un contesto del settore privato alle prese con una domanda debole ed una riduzione degli organici, mentre l’ottimismo piomba ai minimi in tre mesi. Non bene anche il lato inflazione dei costi, che é “accelerato indicando il valore più rapido in quasi due anni”, producendo di conseguenza un maggiore aumento dei prezzi di vendita.
Dal manifatturiero qualche segnale di risalita, terziario in calo ma resta sopra quota 50
Dal settore manifatturiero sono arrivati dati che possono far sperare in una risalita. L’indice Pmi manifatturiero ha infatti raggiunto il valore massimo in 9 mesi a 47,3, contro i 46,6 di gennaio. Valori sotto 50 indicano una contrazione ma i dati in recupero potrebbero far pensare ad una risalita. Certo è che la produzione manifatturiera è in contrazione da 23 mesi consecutivi.
Per quanto riguarda il settore servizi, che è stato recentemente quello che ha contribuito a mantenere le economie appena sopra il livello di espansione, si è registrato in febbrario un calo a 50,7 dal 51,3 di gennaio, valore minimo in 3 mesi.
La fiducia dei consumatori è salita leggermente in febbraio ma resta debole. Questo si riflette negativamente nei consumi delle famiglie.
Francia in frenata, da Germania si spera in maggiore stabilità dopo elezioni
Nel contesto dell’Eurozona ci sono forti differenze di performance tra i paesi membri. La maggiore economia del blocco, quella tedesca, ha visto la produzione crescere per il secondo mese consecutivo, ed un tasso di espansione accelerato al valore più alto degli ultimi nove mesi. In Francia si è vista invece una forte e rapida riduzione della produzione, mentre nel resto della zona della moneta unica si è visto un consistente aumento di produzione.
Per quanto riguarda i servizi “la Francia è la forza motrice del rallentamento dell’attività nel settore”, ha detto Cyrus de la Rubia, chief economist presso Hamburg Commercial Bank, commentando i dati, e sottolineando che nel paese transalpino “il calo dell’attività ormai in corso da settembre ha subito un’accelerazione significativa.”
La Germania, invece, “ha più o meno mantenuto un modesto tasso di espansione”, ha proseguito de la Rubia. La Repubblica Federale voterà un nuovo governo domenica prossima e, secondo l’analista “si spera sicuramente in un governo tedesco che sarà in grado di agire dopo le elezioni, e che dovrebbe anche fornire un impulso positivo per l’eurozona nel suo insieme. Tuttavia, questo è controbilanciato dalla relativa instabilità della Francia e da una politica doganale degli Stati Uniti che sta suscitando insicurezza. ”
Sul fronte dei prezzi e inflazione non arrivano buone notizie. Bce dovrà tenerne conto
Fra due settimane la Bce si riunirà per prendere nuove decisioni sui tassi di interesse e le notizie non sono buone. L’istituto centrale ritiene di avere l’inflazione sotto controllo ma i dati Pmi mostrano come il tasso di inflazione dei prezzi di acquisto sia accelerato, un incremento che è stato “il più rapido da aprile 2023 e superiore alla media di serie”.
Il terziario continua a guidare il rialzo complessivo dei costi ma anche nel manifatturiero sono aumentati per il secondo mese consecutivo, il più rapido incremento in sei mesi.
Questi aumenti vengono inevitabilmente scaricati sui consumatori: l’inflazione dei prezzi di vendita di febbraio è accelerata arrivando a toccare il valore più alto in dieci mesi. Gli incrementi si sono registrati in quasi tutti i paesi dell’Eurozona, soprattutto in Germania.
In un commento al Pmi, ING dice di non aspettarsi “un innesco dell’inflazione di medio termine nell’attuale contesto di domanda debole”, pertanto si attende che la Bce “continui per il momento ad abbassare i tassi”.
Commetando i dati di oggi De la Rubia ha fatto notare che i Pmi mostrano che l’inflazione dei servizi non è sotto controllo e ciò sia “in parte dovuto al fatto che i salari continuano ad essere superiori alla media.” Ha poi aggiunto che il netto aumento dei i prezzi di acquisto “dipende, tra l’altro, dal costo dell’energia”, ricordando come Isabel Schnabel, membro del direttivo Bce, abbia “sottolineato la presenza di incertezza, raccomandando fortemente di considerare un blocco sui tassi di interesse nella prossima riunione che deciderà sui tassi guida.”