Notizie Dati Macroeconomici Pmi Eurozona: migliorano i servizi, ma l’inflazione spaventa la Bce

Pmi Eurozona: migliorano i servizi, ma l’inflazione spaventa la Bce

22 Febbraio 2024 12:22

Secondo la lettura più recente degli indici Pmi, l’attività economica complessiva dell’eurozona mostra segnali di miglioramento a febbraio. Questo grazie alla ripresa dei servizi che ha bilanciato il peggioramento della manifattura, frenata soprattutto dalla Germania. Tuttavia, la Bce guarda con preoccupazione all’aumento dei prezzi, che costringono a tenere alta la guardia nella lotta contro l’inflazione, allontanando i primi tagli dei tassi.

Pmi composito eurozona sui massimi da 8 mesi

A febbraio l’indice Pmi della produzione manifatturiera nella zona euro di S&P Global (preliminare febbraio) è sceso da 46,6 a 46,1 punti, a fronte di un miglioramento atteso a 47 punti (consensus Bloomberg).

L’indicatore dei servizi è passato invece da 48,4 a 50 punti, attestandosi sulla soglia di non cambiamento che separa espansione e contrazione. Gli analisti prevedevano un rialzo più contenuto, a 48,8 punti. Il terziario ha dunque smesso inaspettatamente di contrarsi dopo sei mesi di contrazione.

L’indice composito è salito da 47,9 a 48,9 punti, rispetto ai 48,4 delle aspettative, toccando il massimo degli ultimi otto mesi.

La Germania affossa il Pmi manifatturiero

“La Germania sta agendo da freno alla crescita della zona euro”, ha affermato Norman Liebke, economista della Hamburg Commercial Bank. “Mentre la Francia si sta riprendendo in maniera più forte, sia nel settore dei servizi che in quello manifatturiero, la Germania è in ritardo”.

Nel dettaglio, il Pmi manifatturiero tedesco è sceso da 45,5 a 42,3 punti, il livello più basso da ottobre, rivelando un calo della produzione e un crollo dei nuovi ordini in patria e all’estero. I servizi sono saliti da 47,7 a 48,2 e il composito si è contratto da 47 a 46,1 punti.

In Francia la manifattura registra un miglioramento da 43,1 a 46,8 punti, i servizi si contraggono ad un ritmo meno rapido (da 45,4 a 48) mentre il Pmi composito passa da 44,6 a 47,7 punti, miglior dato degli ultimi nove mesi.

Crescono le preoccupazioni per l’economia tedesca

I dati evidenziano la crescente divergenza tra la Germania e il resto della regione dell’eurozona, inserendosi in un contesto di crescenti preoccupazioni per la performance economica del paese, a causa della debolezza del settore manifatturiero.

Ieri il governo di Berlino ha tagliato le sue previsioni di crescita per quest’anno ad un modesto 0,2%, dopo aver registrato una contrazione dello 0,3% nel 2023. Per l’eurozona è atteso un Pil in aumento dello 0,8% nel 2024, dopo aver schivato al recessione nella seconda metà dell’anno scorso.

ING: “Bene Pmi servizi ma aumento prezzi preoccupa Bce”

Per gli esperti di ING, il miglioramento del Pmi composito dell’eurozona indica che “la crisi economica dell’eurozona si sta attenuando“. I progressi nel settore dei servizi “potrebbero aiutare la regione a evitare un altro trimestre di contrazione”, anche se “l’economia dell’Eurozona è tutt’altro che fuori pericolo al momento”, alla luce della debolezza del manifatturiero.

La riduzione dei tempi di consegna indica che “le interruzioni del Mar Rosso sulla produzione dell’Eurozona sembrano attenuarsi” e questo “si riflette anche nel quadro dell’inflazione dei beni, che indica ancora prezzi in calo.”

Tuttavia, “il quadro dell’inflazione delineato dall’indagine rimane tuttavia piuttosto preoccupante per la Bce. In particolare, le imprese dei servizi continuano a segnalare un aumento dei prezzi più rapido, riflettendo l’aumento dei costi di produzione. Anche se l’inflazione è rimasta relativamente benigna negli ultimi mesi, segnali come questo costituiscono un buon argomento affinché i falchi si oppongano ad un rialzo dei tassi nei prossimi due incontri.”

La reazione dei mercati agli indici Pmi

I mercati hanno alleggerito le scommesse sui tagli dei tassi di interesse della Bce dopo le letture degli indici Pmi. Al momento, i contratti swap scontano meno di 1 punto percentuale di riduzioni da qui a fine anno, con il primo taglio previsto a giugno.

Sull’obbligazionario, il rendimento dei titoli di Stato tedeschi a 10 anni è poco mosso al 2,43% e lo spread Btp-Bund resta in area 148 bp, con il decennale italiano al 3,92%. In rialzo gli indici azionari, con l’Euro Stoxx 50 a +1,2%, il Dax a +1,3%, il Cac 40 a +0,8% e il Ftse Mib a +1%.

L’euro è in area 1,085 dollari, dopo aver toccato i massimi da oltre due settimane a quota 1,088. In uscita oggi le minute relative all’ultima riunione della Bce.