Italia: debito in aumento e modesta crescita Pil nel 2024, le stime di Mazziero Research
Entro giugno il debito pubblico dell’Italia supererà i 2.900 miliardi, mentre il prodotto interno lordo registrerà variazioni positive ma contenute nei primi tre trimestri dell’anno, mettendo a referto un modesto +0,5% nell’intero 2024. Sono queste le proiezioni aggiornate della Mazziero Research, società di ricerca finanziaria indipendente che svolge valutazioni sulle metriche macroeconomiche del nostro Paese. Ecco tutti i dettagli sulle nuove previsioni, che rivedono leggermente al rialzo il debito e confermano la debole crescita del Pil.
- Debito pubblico in aumento a €2.900 miliardi entro giugno 2024
- Modeste variazioni attese per il Pil italiano nei prossimi trimestri
- Il dettaglio mese per mese dei titoli di Stato in scadenza
- Gli appuntamenti del 2024 con le agenzie di rating
- L’elevato debito pubblico rappresenta un rischio per Btp e spread
Debito pubblico in aumento a €2.900 miliardi entro giugno 2024
“Il debito nel 2023 dovrebbe chiudersi senza sorprese, con un dato di dicembre a 2.856 miliardi, molto vicino a quello del mese precedente”, commenta Mazziero Research. “Tuttavia, la cifra finale del debito potrebbe anche differire sensibilmente dalle nostre stime in quanto ci troviamo in prossimità delle operazioni di chiusura del bilancio annuale”.
La lettura ufficiale sul debito pubblico di dicembre 2023 verrà resa nota il 15 febbraio. Nel Documento di economia e finanza (DEF) il Governo stima un debito a fine anno a 2.870 miliardi.
Le proiezioni di Mazziero Research per il prosieguo del 2024 vedono un debito abbastanza stabile nel mese di gennaio, per poi tornare a crescere sensibilmente nei mesi successivi. A giugno 2024 le stime indicano una forchetta tra 2.915 e 2.966 miliardi. “Non è invece ancora possibile indicare il valore del rapporto debito/Pil”, precisano gli analisti.
Modeste variazioni attese per il Pil italiano nei prossimi trimestri
Le stime preliminari dell’Istat sul Pil dell’Italia segnalano una crescita dello 0,2% nel quarto trimestre dell’anno scorso e un +0,7% per l’intero 2023. “La crescita dello 0,2% nel 4° trimestre mostra una buona condizione economica dell’Italia, soprattutto se la si pone a confronto con Germania (-0,3%) e Francia (0,0%)”, affermano da Mazziero Research.
Tuttavia, “pur escludendo una recessione dell’Italia nel 2024, stimiamo lievi progressi nei singoli trimestri che porterebbero a una crescita modesta dello 0,5% per l’intero anno.” La proiezione è frutto di un +0,1% atteso nel primo trimestre 2024, un +0,2% nel 2° trimestre, un +0,3% nel 3Q e un -0,1% negli ultimi tre mesi dell’anno.
La crescita dell’1,2% prevista dal Governo nel Documento programmatico di bilancio per il 2024 “appare attualmente difficilmente raggiungibile”.
Il dettaglio mese per mese dei titoli di Stato in scadenza
Per quanto riguarda i titoli di Stato in scadenza ogni mese da qui alla fine del 2024, i mesi più critici saranno maggio e dicembre, in cui si supereranno i 45 miliardi di euro. “Come negli altri anni, il Tesoro cercherà di collocare maggiori emissioni tra febbraio e aprile, mentre in dicembre cercherà di rimandare al nuovo anno”.
“In tutti i mesi in cui le scadenze sono superiori ai 30 miliardi siamo molto esposti alle condizioni di mercato: eventuali rialzi dello spread (e del rendimento) ci possono creare un danno significativo e costringerci a collocare titoli a rendimenti che poi dovremo portare avanti negli anni.”
Gli appuntamenti del 2024 con le agenzie di rating
A breve arriverà il primo test del 2024 per il rating dell’Italia: questo venerdì, 9 febbraio, l’agenzia Scope aggiornerà il proprio giudizio, attualmente pari a BBB+ con outlook stabile.
Per Mazziero Research non ci dovrebbero essere sorprese e la situazione dovrebbe rimanere “tranquilla sino ad aprile, quando si pronunceranno Standard & Poor’s e DBRS.”
Di seguito il calendario aggiornato dei prossimi appuntamenti con le agenzie di rating.
Ecco invece una panoramica dell’evoluzione negli ultimi anni dei rating dell’Italia.
L’elevato debito pubblico rappresenta un rischio per Btp e spread
Il quadro che emerge dalle stime della Mazziero Research è contrastato. Da un lato l’Italia ha riportato una crescita migliori rispetto ad altri Paesi europei nella parte finale dell’anno scorso, ma dall’altro preoccupa l’aumento atteso del debito pubblico. L’Italia è già sotto osservazione delle autorità europee a causa del suo monumentale indebitamento e un’ulteriore incremento rischia di compromettere il rispetto dei parametri fissati dall’UE.
Le conseguenze potrebbero riversarsi anche sui livelli di rendimento richiesti per investire nelle obbligazioni emesse dal Tesoro, provocando una nuova risalita dello spread Btp-Bund e determinando oneri finanziari più gravosi per le casse dello Stato, che si protrarrebbero per diversi anni.
Ricordiamo, tra le altre cose, che il governo sta cercando di ridurre il debito pubblico attraverso un piano di riduzione delle partecipazioni statali nelle società italiane (tra cui Mps, Poste Italiane ed Eni); al tempo stesso, iniziative come il Btp Valore mirano ad aumentare la quota di debito pubblico nelle mani degli investitori domestici, riducendo l’esposizione agli speculatori internazionali.