Notizie Notizie Italia Disinflation test negli Usa? Domani il Cpi Usa, il dato “core” resta il sorvegliato speciale

Disinflation test negli Usa? Domani il Cpi Usa, il dato “core” resta il sorvegliato speciale

Pubblicato 12 Febbraio 2024 Aggiornato 13 Febbraio 2024 14:37

Il nuovo dato sull’inflazione americana di gennaio sta per essere servito sui mercati. I prezzi al consumo che verranno diffusi domani (alle 14:30 ora italiana) si fanno largo in una  settimana densa di indicazioni macroeconomiche. Un dato monitorato come sempre da vicino in vista dei prossimi incontri del Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve (Fed), con gli economisti che prevedono un rallentamento al 2,9% a gennaio dal precedente 3,4%, con la versione “core”, ovvero al netto delle voci alimentari ed energia, che dovrebbe scendere in maniera meno marcata (dal 3,9% al 3,7%).

Cosa dicono le attese

Il rallentamento dell’inflazione Usa dovrebbe continuare anche a gennaio, contribuendo ad alimentare le aspettative che la Federal Reserve possa trovare sponda per i primi tagli ai tassi di interesse nei prossimi mesi. Stando alle stime del consensus Bloomberg, il Cpi dovrebbe mostrare su base mensile una leggera crescita dello 0,2% in linea con la passata rilevazione e stabile allo 0,3% su base core. Sempre stando alle attese, l’indice core dei prezzi al consumo dovrebbe crescere su base annua del 3,7% rispetto al 3,9% della passata lettura.

“Ciò segnerebbe il progresso più contenuto su base annua dall’aprile 2021, indicando che gli interventi del presidente della Fed, Jerome Powell, e dei suoi colleghi hanno contribuito a contrastare l’inflazione”, segnala un articolo di Bloomberg News ricordando che Cpi generale potrebbe crescere meno del 3% per la prima volta da quasi due anni.

Numeri e progressi che i policymakers passeranno con attenzione al vaglio in vista dei primi tagli dei tassi del 2024. Per decidere quando iniziare il nuovo ciclo di tagli dei tassi la Fed dovrà avere sul tavolo tutta una serie di dati, tra cui certamente quello sull’inflazione che sta percorrendo la strada verso l’obiettivo del 2%. Certo, però,  come suggeriscono alcuni economisti i dati di questa settimana non potranno forniranno una risposta definitiva.

In tal senso, poi, gli investitori a caccia di maggiori soppeseranno le parole che verranno pronunciate nel corso degli interventi di alcuni funzionari della Fed previsti nei giorni successivi alla pubblicazione dei dati del Cpi di gennaio. Utili per valutare le tempistiche per qualsiasi futuro taglio dei tassi. Tra quelli in agenda c’è quello di Raphael Bostic della Fed di Atlanta e quello di Mary Daly della Fed di San Francisco (da quest’anno membri votanti). Nel corso dell’ottava sono previsti anche i discorsi di Michelle Bowman, Thomas Barkin e Neel Kashkari.

 

Intanto venerdì scorso c’è stato l’annuncio della revisione dei prezzi al consumo Usa. Nel dettaglio, l’inflazione del mese di dicembre è stata rivista da +0,3% a +0,2%. Per novembre si passa da +0,1% a +0,2%, mentre il dato di ottobre aumenta da +0,0% a +0,1%. Gli indici core sono rimasti invariati: dicembre e novembre +0,3%, ottobre +0,2%. Nel quarto trimestre, l’inflazione Cpi ‘core’ si è confermata al tasso annualizzato del 3,3%.

Test inflazione, i commenti

“Per gli Stati Uniti, i numeri di inflazione domani dovrebbero mostrare un allentamento guidato dai prezzi delle auto e degli affitti. La revisione annuale degli aggiustamenti stagionali, completata venerdì, ha corretto leggermente al rialzo i numeri di CPI per la seconda metà del 2023, con l’eccezione degli affitti dove il processo disinflattivo è stato aggiustato in senso un po’ più rapido”, segnala Gianni Piazzoli, Chief Investment Officer di Vontobel Wealth Management sim.

Asmara Jamaleh, economista di Intesa Sanpaolo, si sofferma sul potenziae impatto per il dollaro. “Il dollaro ha chiuso la settimana passata in calo, perlopiù un ritracciamento di aggiustamento dopo l’ampio rimbalzo post-employment report del 2 febbraio. Il prossimo test chiave sarà domani con il dato di inflazione attesa in calo, ma ancora su livelli abbastanza elevati per cui il dollaro dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi. Qualora dovesse invece sorprendere verso l’alto/il basso il dollaro si rafforzerebbe/indebolirebbe. Attualmente, spiega l’esperta, il mercato attribuisce una probabilità del 72% di un taglio dei tassi Fed a maggio, che sale al 100% in giugno.

Sarà la settimana dei “disinflation test”. A scriverlo in un commento sul mercato forex, Francesco Pesole, FX Strategist di ING. “Questa settimana l’attenzione sarà focalizzata sull’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Vediamo un rischio maggiore per un dato inferiore alle attese negli Usa, anche se le nostre stime sono in linea con il consensus, mentre l’inflazione dei servizi nel Regno Unito e la crescita dei salari dovrebbero rimanere vischiose”, segnala l’esperto.

Non solo Cpi, ecco i dati più importanti della settimana

Non solo inflazione Usa, l’agenda macro della settimana prevede diversi spunti di rilievo. Mentre i mercati cinesi restano chiusi tutta la settimana per le celebrazioni delle festività del Capodanno lunare, da monitorare nella seduta di domani le indicazioni in arrivo dal mercato del lavoro britannico ma soprattutto, restando in Uk, i numeri dell’inflazione che “potrebbero impattare sulle attese di tagli da parte della BoE – segnalano gli strategist di Mps Capital Services – che nell’ultimo mese si sono ridotte notevolmente”. Nella giornata di giovedì sotto osservazione le vendite al dettaglio Usa di gennaio da monitorare per esaminare lo stato di salute dei consumi nel primo mese dell’anno dopo il positivo andamento del 2023.

Il calendario prevede inoltre venerdì per gli Usa anche la fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan e il dato sui prezzi alla produzione e “la relativa revisione della serie storica, visto che alcune componenti del dato rientrano nel calcolo del deflatore PCE, ovvero la misura d’inflazione monitorata dalla Fed”, rimarcano gli esperti. Lato immobiliare, da seguire anche le nuove costruzioni abitative ma anche i permessi edilizi.